I fondi di investimento continuano a distruggere la ricchezza delle famiglie italiane?

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 29/09/2015 08:46

I fondi di investimento continuano a distruggere la ricchezza delle famiglie italiane?
Secondo i dati e le analisi dell'ufficio studi di Mediobanca sembrerebbe proprio di sì!

 

Sono ormai 24 anni che, puntuale come un orologio svizzero, Mbres, ossia l'ufficio studi di Mediobanca, pubblica l'analisi dei risultati che i fondi di investimento e le sicav hanno ottenuto nel corso dell'anno precedente (2014).


Anche quest'anno dall'"autopsia" delle centinaia di fondi di diritto italiano sono emerse luci e, soprattutto, ed ombre in merito ai risultati.

Ovviamente come ormai da tradizione, i mezzi di comunicazione italiani hanno evitato accuratamente di dare notizia di questi risultati frutto di analisi oggettive ed indipendenti...

 

L'analisi e lo studio di Mbres hanno approfondito 4 aree:
- raccolta netta
- risultati di gestione
- modalità e costi di gestione
- valutazione di lungo periodo

 

Dall'analisi è emerso come, nel corso del 2014, i risultati della raccolta e dei rendimenti siano stati mediamente positivi mentre, al tempo stesso, rimangano invece insoddisfacenti i costi di gestione ed i risultati di lungo periodo.

 

Entrando nel dettaglio, per quanto riguarda la raccolta netta i risultati sono stati positivi e, per la prima volta da 9 anni a questa parte, l'ammontare delle sottoscrizioni ha superato quello dei riscatti.
Onestamente questo dato non mi stupisce dal momento che, grazie ai bassi tassi di interesse ed ai rendimenti contenuti offerti dal mercato obbligazionario, l'esercito delle banche e dei promotori finanziari ha avuto gioco facile nel suggerire alla propria clientela di prendere profitto sulle obbligazioni detenute in portafoglio per acquistare fondi di investimento.
Non passa infatti giorno senza che qualche risparmiatore mi scriva "in banca mi hanno suggerito di vendere i miei Btp e di comprare i loro fondi, mi conviene?".
Oltretutto devo constatare, con un certo disappunto, che spesso vengono consigliati dei "fondi di fondi", ossia dei fondi di investimento che investono in altri fondi di investimento...e questo significa doppie commissioni rifilate agli ignari risparmiatori e doppia fetta di torta che si pappa l'industria bancaria!

Come se non bastasse, spesso nella vendita vengono utilizzate frasi truffaldine come "questo fonde rende il 6% all'anno" mentre sarebbe corretto affermare "lo scorso anno, questo fondo ha reso il 6% ma non possiamo garantire lo stesso rendimento negli anni futuri"...anzi, in tema di mercato obbligazionario, è impossibile che i fondi riescano a replicare le performance offerte negli ultimi anni ed è già tanto se non si deprezzeranno ! 

 

Positivi anche i risultati di gestione con un rendimento netto medio dell'insieme dei fondi del 4%.
Nel dettaglio, i fondi azionari hanno reso un 6%, i bilanciati un 5,50%, gli obbligazionari il 4,10%, mentre i monetari si sono limitati allo 0,80%.

 

Le note dolenti iniziano ad arrivare quando si giunge all'analisi dei costi di gestione annui, che è vero che sono rimasti sostanzialmente invariati (rispetto all’anno precedente) al 1,20% del patrimonio, ma è altrettanto vero che sono ancora estremamente elevati !

Particolarmente esosi, ai limiti della rapina a mano armata, si sono confermati i fondi azionari che hanno registrato punte del 2,7% che significa un costo 4 volte superiore a quello degli equivalenti fondi americani.

 

Sempre in tema di costi, è da sottolineare come lo studio dimostri come sia rimasta elevata la rotazione del portafoglio che rappresenta un costo implicito che spesso il consumatore non percepisce perché non è contemplato nel TER.
Non tutti sanno infatti che il TER ("total expense ratio", ossia un indicatore sintetico del costo riferibile ad un fondo) non contempla tutte le voci di costo di un fondo.

Ad esempio, il TER non contempla le commissioni di negoziazione che il fondo paga all'intermediario utilizzato per eseguire l'operatività.
Se un portafoglio viene ruotato parecchie volte (dall’analisi di Mbres emerge in media una rotazione completa di portafoglio ogni 9-10 mesi), le compravendite sono numerose e di conseguenza diventano elevati i costi di negoziazione che il risparmiatore paga ma senza averne una percezione diretta e concreta dal momento che non sono compresi all'interno del TER.
Ça va sans dire...maggiori sono i costi che gravano sul fondo e minore sarà il rendimento per il risparmiatore !

 

Il dato che però nel corso degli anni continua ad emergere in modo negativo è quello in merito allavalutazione di lungo periodo dei fondi di investimento.
Il giudizio fornito da Mbres dovrebbe far venire la pelle d'oca a tutti quei risparmiatori italiani che hanno i loro soldi investiti in fondi e sicav di diritto italiano!


Le parole testuali utilizzate nella presentazione dello studio sono severe e pesanti:
- "i rendimenti in un'ottica di lungo periodo sono ancora insoddisfacenti";
- "l'industria dei fondi continua a rappresentare un apporto distruttivo di ricchezza per l'economia del paese".

 

Nel dettaglio il giudizio testuale è: "in una prospettiva di lungo periodo, il rendimento permane insoddisfacente rispetto a quello degli impieghi alternativi. [...]
Il confronto con il tasso risk free è favorevole se si considerano gli ultimi cinque anni ma permane negativo riferendosi agli ultimi 10.
Chi avesse tenuto un portafoglio con tutti i fondi comuni aperti disponibili negli ultimi 31 anni avrebbe subìto, rispetto ad un impiego annuale in BOT a 12 mesi, una perdita di patrimonio poco inferiore a una volta il patrimonio iniziale – aumentato nel periodo di sole 4,1 volte contro le 5 dei BOT. [...]
Negli ultimi 5 anni i guadagni dei fondi azionari italiani (4,9% medio annuo) sono stati inferiori a quelli della media internazionale (14%), come pure nell’ultimo decennio (2,4% annuo contro 7,2%), mentre nei 31 anni di attività dei fondi di diritto italiano la performance è inferiore anche a quella della Borsa italiana (4,8% medio annuo a fronte del 7,6% per le azioni nazionali e del 9,3% per le borse internazionali). [...]
L’industria dei fondi continua a rappresentare un apporto distruttivo di ricchezza per l’economia del Paese".

 

 

Si tratta indubbiamente di commenti severi e pesanti ma vale la pena ricordare che il giudizio dell'ufficio studi Mbres non è dettato da antipatie ma, al contrario, è oggettivo e supportato da numeri e da analisi matematiche, come illustrato nelle immagini sottostanti!

 

Personalmente ritengo che generalizzare non sia mai saggio e non sia neanche corretto fare di tutta l'erba un fascio: è infatti vero che esistono anche fondi performanti ed efficienti ma purtroppo sono rari come mosche bianche!


L'amara realtà per i risparmiatori, però purtroppo, è che la maggioranza dei fondi è costosa, inefficiente e non produce extra performance positiva rispetto al proprio benchmark ( parametro oggettivo di riferimento utilizzato per analizzare le performance del fondo ) !

 

Un esempio di inefficienza e di elevato costo è il fondo ( linea azzurra ) ritratto nell'immagine sottostante che, non solo ha un andamento nettamente peggiore rispetto al proprio benchmark ( linea blu scura ), ma è anche particolarmente costoso perchè presenta un TER del 2,70% annuo.

Perchè pagare (molto) profumatamente un gestore e tutta la filiera bancaria per ottenere in cambio un prodotto che sottoperforma sistematicamente da ormai 8 anni consecutivi il proprio benchmark ? 

Se un investitore avesse in portafoglio questo fondo, dovrebbe venderlo al più presto !

 

fondo che sottoperforma

 

 

 

Preso atto che i fondi hanno numerosi difetti e che ( quasi sempre )sarebbe saggio non utilizzarli, la domanda che sorge spontanea è: ci sono strumenti alternativi da utilizzare per investire i propri risparmi ?
La risposta è positiva e si chiama ETF !

 

Gli ETF ("exchange traded fund") sono una particolare tipologia di fondi di investimento ed hanno tre caratteristiche fondamentali che li rendono indispensabili nella creazione di un portafoglio: 

-sono quotati in borsa, come una normale azione, per cui sono uno strumento trasparente;

-replicano passivamente il sottostante di riferimento, senza quindi creare sgradite sorprese di sotto-performance;

-hanno un costo annuo estremamente contenuto rispetto ai fondi di investimento.

Per darvi un'idea concreta del risparmio annuo che si può ottenere, semplicemente sostituendo in portafoglio un fondo con il relativo Etf, ipotizziamo di destinare 40.000 euro dei nostri risparmi per investire sul mercato azionario italiano.

Acquistando il fondo precedentemente descritto, che presenta un TER del 2,70%, il nostro costo annuale ammonterebbe a 1.080 euro.

Al contrario invece, acquistando l'equivalente Etf, che presenta un TER dello 0,35%, il costo annuale ammonterebbe a soli 140 euro.

 

In concreto quindi che un investitore che liquidasse il fondo per sostituirlo con il relativo Etf risparmierebbe ogni anno ( 1080-140) = 940 euro che equivalgono quasi ad una tredicesima oppure al costo di una vacanza di una settimana a Londra o Parigi !

 

viaggio gratis londra

Prezzo di un soggiorno (a persona per 2 adulti ) a Londra per 7 giorni in un hotel 4 stelle ubicato nel prestigioso quartiere di Kensington

 

 

L'esercito delle banche e dei promotori finanziari non consiglia mai ai propri clienti l'acquisto di ETF perchè non generano provvigioni e quindi perchè non sono remunerativi per le loro tasche !

 

Per aiutare il risparmiatore a gestire in modo profittevole, efficiente ed in prima persona ( e quindi in modo consapevole! ) i propri risparmi, insieme all'amico Maurizio Mazziero, abbiamo organizzato il corso "Investire in ETF ed ETC" per farti conoscere il mondo degli ETF ed insegnarti una metodologia profittevole ma, al tempo stesso, semplice e replicabile al 100% per comporre e gestire un portafoglio dinamico con lo spirito del “buon padre di famiglia”  che punta a guadagnare ma con un basso profilo di rischio !

 

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Buon trading

Gabriele
 

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