Gli ETF a capitale protetto... una rivoluzione per l'investitore retail

Paolo Belvederesi Paolo Belvederesi - 05/07/2024 10:09

Questo report e’ un esempio di “commento di preapertura”, report di analisi ai mercati che Zeygos produce ogni giorno e che rende disponibile agli utenti sotto forma di abbonamento annuo al costo di 175 euro. Qualora volessi usufruire di un periodo di prova gratuito di un mese (senza impegno), scrivi a info@zeygos.com. saremo lieti di attivarti la prova. L’abbonamento può essere sottoscritto nel sito www.zeygosonline.com.

 

Qual e’ il sogno di ogni investitore? Facile. Investire in borsa senza perdere soldi.

Questa opzione era impossibile fino a qualche tempo fa. Si potevano senza dubbio implementare strategie in opzioni che mirassero a gestire le perdite, a limitarle, persino ad azzerarle. Ma questo ad un costo.

 

Ora non è cosi. Le attuali condizioni di mercato consentono di esporsi sul mercato azionario Americano a rischio zero (fermo restando il rischio cambio). La combinazione di bassa vola e elevati tassi di interesse nella parte a breve della curva consentono di implementare delle strategie in sottostanti ed opzioni che consentono di proteggere il capitale investito garantendo al contempo un upside potenziale ad un anno piuttosto interessante.

 

E, ovviamente, tale occasione non è sfuggita all’industria del risparmio gestito. Le società di asset management di tutto il mondo si stanno affrettando ad introdurre sul mercato ETF a capitale protetto. Ce ne sono diversi in giro. Alcuni garantiscono una protezione al 100% a fronte di un upside (potenziale) ad un anno del 10%, altri limitano le perdite massime al 10% o al 20% offrendo, ovviamente maggiore upside potenziale.

 

Il leader del comparto degli ETF, Blackrock, ha da poco emesso MAX. Trattasi di un ETF che replica una strategia composta da una posizione lunga sull’ETF Ishares Core S&P500 ETF associata all’acquisto di una PUT at the money e alla vendita di una call Out of the Money con strike price superiore del 10% rispetto allo strike price della PUT. La scadenza delle opzioni è ad un anno.

Tale strumento garantisce a chi lo compra di proteggere il suo capitale per un periodo di un anno, da giugno 2024 a giugno 2025, esponendo l’investitore all’upside dell’indice S&P500 con un cap a +10%. Il prossimo anno, i gestori degli ETF replicheranno la strategia. Rimarranno lunghi dell’ETF della casa e acquisteranno a giugno del 2025, una PUT at the money vendendo al contempo una call OTM scadenza giugno 2026. E cosi per sempre. 

 

Questo strumento finanziario rappresenta una rivoluzione. Una vera rivoluzione. Esso consente agli investitori retail e a tutti gli investitori non professionali, che non hanno familiarità con le opzioni di beneficiare della magia di questa strategia. Di fatto tutti possono ora esporsi al mercato azionario senza avere l’ansia di perdere denaro. Mal che vada pareggiano.

La forza commerciale di tale strumento è elevatissima. Esso, di fatto, vende un sogno. Poter guadagnare, senza perdere denaro. Ma non solo. Tale strumento, di fatto, può essere venduto da chiunque. Non sono necessarie particolari expertise per “collocare” un ETF di questo tipo, non sono necessarie rassicurazioni al cliente sul “profilo di rischio”. Non sono richieste analisi dei rendimenti passati (che come dicono i prospetti, non sono mai indicatore dei rendimenti futuri). 

Con MAX si vende un pacchetto che consente all’investitore finale di tuffarsi nella borsa con la consapevolezza di non poter perdere.

Egli, di fatto, deve rispondere ad una domanda simile a questa: vuoi l’uovo oggi o la gallina domani?

In pratica la scelta che si trova a fronteggiare Mr Smith è tra un rendimento sicuro del 5% ottenuto da un mero investimento in Tbills, o un possibile rendimento del 10% sul mercato azionario. Nel primo caso la probabilità di ottenere il rendimento del 5% è del 100%, nel secondo caso, se assumiamo che i movimenti del mercato azionario siano normalmente distribuiti e che la probabilità che il mercato azionario salga o scenda sia approssimativamente del 50% ciascuno (basato su una distribuzione storica approssimativa dei mercati finanziari), possiamo dire che:

  • La probabilità che il mercato azionario salga è del 50%.
    • La probabilità che il mercato azionario scenda è del 50%.

In questo caso, la probabilità di ottenere un rendimento positivo (ovvero che il mercato salga e quindi l'ETF offra un rendimento compreso tra 0% e 10%) è del 50%.

Ma allora? Cosa farà il sig. Smith?

In finanza comportamentale, gli individui tendono a mostrare avversione al rischio, il che significa che preferiscono evitare le perdite piuttosto che cercare guadagni, anche quando la possibilità di guadagno è elevata. Questo comportamento è spiegato dalla teoria del prospetto sviluppata da Daniel Kahneman e Amos Tversky, secondo la quale le persone valutano le decisioni in base ai potenziali guadagni e perdite piuttosto che ai risultati finali.

Dati i due investimenti proposti:

  1. Rendimento del 5% certo al 100%:
    • Questo rappresenta un rendimento sicuro e privo di rischio.
  2. Rendimento del 10% con probabilità del 50%:
    • Questo rappresenta un'opzione rischiosa con un'alta variabilità nei risultati possibili.

Le due opzioni hanno lo stesso valore atteso.

Per calcolare il valore atteso dei due investimenti si procede in questo modo:

  • Valore atteso dell'investimento sicuro: 5%
  • Valore atteso dell'investimento rischioso: (10%×0.50)+(0%×0.50)=5% 

Sebbene il valore atteso dei due investimenti sia lo stesso, la variabilità e il rischio associato al secondo investimento influenzano la decisione dell'investitore.

Infatti, in base alle normali nozioni di finanza comportamentale, è probabile che l'investitore mostri avversione al rischio e preferisca il rendimento certo del 5%, per i seguenti motivi:

  1. Avversione al rischio: Gli investitori generalmente preferiscono evitare la possibilità di una perdita, anche quando il rendimento atteso è lo stesso. Il rischio di ottenere un rendimento dello 0% con l'ETF azionario potrebbe spingere l'investitore verso l'opzione sicura.
  2. Certainty Effect: Gli individui tendono a sovrastimare la preferenza per la sicurezza assoluta. Il rendimento certo del 5% è percepito come più attraente rispetto al rendimento incerto, anche se potenzialmente più alto.
  3. Bias di status quo: Gli investitori possono avere una preferenza per mantenere lo status quo e scegliere l'opzione meno complicata, ovvero il rendimento sicuro del 5%.

 

Sulla base delle osservazioni fatte si comprende che, nonostante lo strumento di ETF a capitale garantito sia apparentemente molto interessante, la tendenza dell’investitore medio sarà quella di dirigersi verso l’investimento più sicuro.

Ma attenzione. Questo a bocce ferme.

Poi però entrano in gioco altri bias cognittivi, come ad esempio il FOMO. Il FOMO, o "Fear of Missing Out" (paura di perdere un'opportunità), è un bias cognitivo che spinge gli investitori a prendere decisioni finanziarie basate sulla paura di perdere un'opportunità di guadagno, piuttosto che su una strategia di investimento razionale e informata.

Nel contesto attuale questo Bias cognittivo e’ particolarmente evidente. Esso si associa al bias del riscontro sociale che induce gli investitori a seguire le decisioni di altri, temendo di rimanere indietro. Quando vedono che molte persone stanno investendo in una particolare azione o settore, sentono la pressione di fare lo stesso per non perdere potenziali guadagni. La percezione che hanno della probabilità di guadagno potenziale investendo in azioni si sposta verso l’alto; ergo optano per l’ETF.

 

E ora arrivo al dunque di questo report.

L’introduzione di questi ETF, se da un lato è una rivoluzione per l’investitore retail, essa potrebbe avere dei risvolti molto pericolosi. Di fatto essa porta a fenomeni di Moral Hazard, in cui, appunto, gli investitori, soprattutto in periodi di euforia, aumentano il proprio rischio e si “buttano” nel mercato azionario, consci di non poter perdere.

E questo porta alla formazione di bolle per un motivo semplice. Il delta della strategia sottostante l’ETF non è pari a zero. La posizione lunga ETF, lunga put e corta call parte con un delta positivo di circa lo 0.3. questo perche’ mentre la posizione in ETF ha delta 1, quella composta dalla put lunga at the money e dalla call corta 10% otm e’ di -0.7 (circa).

L’adozione di massa di questa strategia, considerando anche le coperture sulle opzioni fatte dai market makers, porta sul mercato un impatto netto positivo, che è dato, appunto dal delta della strategia.

 

In sintesi, l’introduzione di questi ETF, consente, di fatto, la formazione di bolle. E tale formazione è direttamente proporzionale all’uso che di tale strumento verrà fatto dal mercato.

 

Ma attenzione, cosi come le bolle si formano, proprio perché’ il delta della posizione sottostante l’ETF non è pari a zero, con velocita’ maggiore tali bolle esplodono. Questo avviene quando il delta della strategia viene rivenduto, mettendo pressione sui prezzi.

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento. Leggi il Disclaimer »

Strumenti

S&p 500
Newsletter

Newsletter settimanale

Ricevi ogni venerdì notizie e approfondimenti sui principali argomenti di borsa e finanza della settimana, comodamente nella tua casella di posta.