L’Italia è nuovamente alla ribalta dell’attenzione degli investitori internazionali. Venerdì Moody’s ha confermato il rating sul debito sovrano italiano a Baa2 con outlook negativo, confermando di fatto il Paese come uno dei possibili fattori di rischio per l’intera Eurozona.
Secondo gli analisti dell’agenzia, l’Italia ha subito un rallentamento nel processo di riforme in seguito all’esito del referendum costituzionale di dicembre, evento che potrebbe comportare una maggior difficoltà nel recupero della competitività economica. La decisione dell’agenzia di rating ha aggiunto ulteriore benzina sul fuoco per i mercati, già preoccupati dalla debolezza politica e dalla fragilità della ripresa economica nel Belpaese. Si intravedono però dei timidi segnali di risveglio.
Negli ultimi mesi alcuni dati macroeconomici confortanti hanno sommessamente alimentato un atteggiamento di fiducia nei confronti dell’economia, corroborato dalle stime della Commissione Europea diffuse lunedì 13 febbraio, secondo cui la crescita italiana è vista all’1% nel 2017 e 2018. Non bisogna però dimenticare le molte nubi che aleggiano sul Vecchio Continente. Nelle prime settimane di febbraio è tornato a soffiare il vento dell’Euroscetticismo, investendo anche i Paesi fondatori come la Francia e la Germania, in un quadro che vede le prossime scadenze elettorali sempre più vicine. Il differenziale di rendimento fra i titoli di Stato della “periferia” e quelli “core” è tornato a salire, con lo spread BTp-Bund a dieci anni che si è riproposto a ridosso dei 200 punti base.
Questo movimento potrebbe ora accentuarsi alla luce di quanto emergerà dalla lettura preliminare del Pil italiano nel quarto trimestre, la cui pubblicazione è attesa oggi stesso. Senza dimenticare che l’Italia rimane comunque un Paese con un indice di disoccupazione che a dicembre è salito al 12%, il livello maggiore da oltre un anno e mezzo e fra i più alti dell’Eurozona.
ANALISI TECNICA FTSE MIB
Il mese di febbraio ha determinato un indebolimento sostanziale del quadro tecnico del FTSE Mib, con movimenti che hanno corroborato i segnali di debolezza generati nell’ultima parte di gennaio. Il riferimento è alla violazione del supporto dinamico disegnato sul grafico giornaliero con i minimi del 19 dicembre 2016 e 12 gennaio. La creazione di un’area di supporto in area 18.500 punti ha fino ad ora scongiurato possibilità di ribassi più consistenti, con momentanei ritorni al di sopra della soglia psicologica dei 19mila punti che potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di posizioni ribassiste.
Questa strategia avrebbe come primo target 18.500 punti e obiettivo di medio termine il test di cambio di stato della ex resistenza statica posizionata a 17.400 punti. Possibilità di rimbalzo, limitate dalla presenza della trendline dinamica descritta ad inizio analisi, potrebbero aversi in area 18.000-18.500 punti. (Tutte le date e i dati numerici nel testo di cui sopra sono tratti da Bloomberg).
Leva Fissa
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