Fondi obbligazionari H2O Adagio, Allegro e Multibonds: vendere oppure acquistare?

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 08/07/2019 19:41

Da un paio di settimane i fondi obbligazionari di H2O Asset Management, società appartenente al gruppo francese Natixis, sono al centro di uno scandalo che è nato in seguito ad un articolo apparso sul Financial Times.

Un articolo del prestigioso quotidiano finanziario inglese segnalava che i fondi “Adagio”, “Allegro” e “Multibonds” detenevano all’interno dei rispettivi portafogli (4,30% in Adagio, 9,70% in Allegro e 8,30% in Multibonds) dei titoli obbligazionari illiquidi, ossia emessi da piccole aziende, senza rating, che si trovano in fase di rilancio e di ristrutturazione. Oltretutto una porzione di questi titoli sarebbero riconducibili a società collegate al finanziere tedesco Lars Windhorst, personaggio chiacchierato e controverso poiché nel recente passato ha alle spalle cause legali e fallimenti.

A complicare il quadro, è emerso un potenziale conflitto di interessi dal momento che ad inizio anno, Bruno Crastes, che è l’amministratore delegato di H2O, avrebbe iniziato una collaborazione (membro del “comitato consultivo”) con la società “Tennor Holding” che è riconducibile al già citato Lars Windhorst.

L’articolo ha avuto un notevole eco, a tal punto che Mornigstar ha sospeso il giudizio e ha revocato il rating su questi tre fondi.

Al tempo stesso, numerose banche e società di consulenza hanno contattato i propri clienti, consigliando loro di liquidare (in tutto o in parte) le quote detenute in questi tre fondi.

Ça va sans dire, la conseguenza di queste due azioni è stato un elevato deflusso monetario dalle masse gestite da questi fondi, causato dai numerosi riscatti dei clienti spaventati.

Nel mentre però la società non è stata con le mani in mano a subire passivamente gli eventi ma si è prontamente prodigata sia per porre concretamente rimedio alle criticità emerse sia per dare risposte al mercato ed agli operatori.

Nello specifico Natixis, che è la società che controlla H2O, ha annunciato sia di aver fortemente alleggerimento il peso delle obbligazioni illiquide e chiacchierate (anche se per motivi di privacy non è stato dichiarato il nome delle tre società che hanno acquistato), che attualmente avrebbero un peso inferiore al 2% del patrimonio gestito, sia di aver prontamente eliminato il potenziale conflitto di interessi con la Tennor holding.

Contemporaneamente la società ha anche annunciato la rimozione temporanea delle commissioni di ingresso, che in precedenza a questo scandalo ammontavano al 5%.

La domanda che ti stai ponendo, è probabilmente quella che gira oggi nella mente di tutti gli investitori “siamo di fronte ad un problema reale oppure si è trattato di una tempesta in un bicchiere d’acqua?”.

La risposta a questa domanda non è semplice e neanche banale.

Qualora fossimo in presenza di un problema reale, l’ideale sarebbe liquidare le quote detenute.

Qualora invece fossimo di fronte ad una risposta emotiva e quindi ad una tempesta in un bicchiere d’acqua, il discorso cambierebbe completamente e, in tal caso, saremmo di fronte ad una possibile occasione di acquisto.

Tornando alla domanda iniziale, oggi è impossibile stabilire se le criticità per i fondi H2O sono state risolte e siano destinate ad essere solo uno spiacevole ricordo, oppure se nel corso delle prossime settimane assisteremo ad ulteriori sviluppi.

Dal mio punto di vista è però possibile effettuare alcune considerazione di carattere generale, utili per aiutarti, come investitore, a valutare il quadro generale in modo consapevole.

La mia prima considerazione è che io sono stupito dello stupore di Morningstar.

Non appartengo al gruppo delle verginelle che parlano di scandalo, dal momento che era palese ad ogni addetto ai lavori che per ottenere queste ottime performance, in presenza di tassi a zero, il gestore dei fondi non acquistasse dei bund tedeschi ma che, al contrario, utilizzasse prodotti derivati e strategie aggressive, o speculative che dir si voglia.

La seconda considerazione è che le performance passate di questi tre fondi sono state di assoluto valore e che stiamo parlando di fondi che sono in cima alle classifiche da 10 anni a questa parte e di un gestore che ha dimostrato sul campo di sapere il fatto suo.

Io stesso, che in linea generale non sono un amante dei fondi comuni di investimento, perché ritengo che nella maggioranza dei casi siano uno strumento costoso e scarsamente efficiente, sostengo da tempo che i fondi “Adagio”, “Allegro” e “Multibond” registrano performance interessanti e che quindi è saggio valutarli per un eventuale inserimento in portafoglio.

Per darti un'idea concreta, i mostro nelle immagini sottostanti le performance dei fondi "H2O Adagio" e "H2O Multibonds", elaborate con Fidaworkstation. 


 H2O Adagio

 H2O Adagio R Cap EUR 1

 

H2O Adagio R Cap EUR 2

H2O Adagio R Cap EUR 3

 

H2O MultibondsH2O Multibonds R Cap EUR 1

H2O Multibonds R Cap EUR 2

 

H2O Multibonds R Cap EUR 3

 

La terza considerazione è che i timori di default di questi fondi sono voci assolutamente false e messe in giro da ignoranti oppure da concorrenti sleali.

Il patrimonio di un fondo comune è separato da quello della società che lo gestisce o della società che lo controlla per cui non sussiste alcun rischio default.

Nel peggiore dei casi è possibile assistere ad un deprezzamento del valore delle quote dei fondi, come conseguenza di un deprezzamento del valore degli asset detenuti in portafoglio, ma questo è un discorso diverso e coinvolge ogni fondo e ogni ETF, e non solo questi tre di H2O.

La mia unica perplessità è in realtà un dubbio: dopo questa vicenda, il gestore continuerà ad essere sereno e ad avere briglia sciolta nell’impostare la sua operatività come in passato oppure, anche solo magari inconsciamente, viaggerà con il freno a mano tirato e subirà un condizionamento psicologico?

A questo punto la domanda che sorge spontanea è “cosa fare? Acquistare oppure vendere?”.

Per rispondere a questa domanda, sono necessari un paio di passaggi.

Il primo passaggio consiste nel verificare di aver compreso le caratteristiche del fondo di investimento che stai valutando di acquistare.

Il secondo passaggio consiste nel verificare che il fondo sia compatibile con la tua personale pianificazione finanziaria, in particolare per quanto riguarda la propensione e la tolleranza al rischio.

Se non comprendi le caratteristiche del prodotto finanziario oppure se il fondo non rientra nel perimetro del grado di rischio che sei disposto ad assumerti, allora è saggio non acquistare o vendere le quote, qualora tu le possieda.

Al contrario invece, se hai compreso le caratteristiche dei fondi e hai verificato che siano compatibili con la tua pianificazione finanziaria, puoi mantenerli in portafoglio oppure puoi valutare la possibilità di acquistarli, sfruttando il momentaneo azzeramento delle commissioni di sottoscrizione.

 

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Nel rispetto delle vigenti normative si specifica che in questo articolo il materiale è stato prodotto da Gabriele Bellelli, investitore privato e formatore (in seguito “autore”) il giorno 8 luglio 2019 alle ore 17 e diffusa al pubblico per la prima volta il 8 luglio 2019 alle ore 19. 
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