Produrre auto da soli non è più un business redditizio. In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso occorre unirsi e mettere a fattor comune le competenze tecniche per ottenere sinergie ed economie di scala. Lo hanno capito dalle parti di Parigi, dove la scorsa settimana il gruppo Psa (Peugeot Citroen) ha ufficializzato l’acquisto di Opel/Vauxhall dall’americana General Motors per 1,3 miliardi. L’operazione ha dato vita al secondo gruppo europeo per dimensioni ed una quota di mercato del 17%*, alle spalle di VolksWagen.
Obiettivo dichiarato dal numero uno di Psa, Carlos Tavares è “riportare all’utile Opel entro tre anni”. Con il Salone di Ginevra ancora in corso, la notizia delle nozze tra Peugeot e Opel ha creato fermento nel settore auto. In particolar modo l’amministratore delegato di FCA Sergio Marchionne ha mostrato interesse verso l’operazione, definendola “un passo nella giusta direzione per il settore”. Marchionne sa bene che con la vendita degli asset europei General Motors ha eliminato una pesante zavorra alla struttura societaria, creando nuovo spazio d’azione per eventuali operazioni di aggregazione. Per General Motors un accordo significherebbe il mantenimento di un presidio in Europa, dove Fca (a differenza di Opel) continua a crescere. Il momento storico sarebbe propizio. Dopo un 2016 definito “da record” dagli stessi vertici aziendali, chiuso con incrementi a doppia cifra per quanto riguarda i risultati operativi, Ebit Adjusted +26%* su base annua, e quelli netti, utile netto adjusted +47%* rispetto al 2015, l’azienda italo-americana viaggia a vele spiegate in direzione degli obiettivi al 2018, delineati da Marchionne nel corso dell’ultimo salone di Detroit. Azzeramento del debito industriale, ritorno al dividendo e focus su modelli a maggior valore aggiunto; la strada maestra è stata tracciata dal manager italo-canadese e salvo imprevisti (vedi indagine Epa in corso) FCA potrebbe accelerare i processi di avvicinamento con il gruppo di Mary Barra.
ANALISI TECNICA FIAT-FCA
Performance da inizio 2016
I mesi di febbraio e marzo hanno registrato una fase di assestamento del trend per FCA, con il titolo che ha consolidato i rialzi maturati nell’ultima parte del 2016. Al momento le quotazioni stazionano nella fascia compresa fra i 10 e gli 11 euro, area che corrisponde ai massimi dalla quotazione e dove è dunque collocata una coriacea barriera statica. Nell’ultima settimana il prezzo del titolo ha violato il supporto dinamico espresso con i minimi del 12 gennaio e 24 febbraio, che ha accompagnato la dinamica ascendente di questi primi mesi del 2017.
In questo quadro, la formazione di una figura tecnica di inversione, quale il triangolo costituito dalla trendline e dalla resistenza descritti all’interno dell’analisi, potrebbe determinare un movimento ribassista di medio termine che avrebbe obiettivi collocati a 9 e 8,33 euro. In tal senso, nuovi acquisti si potrebbero valutare soltanto nella fascia compresa fra quest’ultimo livello e gli 8 euro. (Tutte le date e i dati numerici nel testo di cui sopra sono tratti da Bloomberg).
Leva Fissa
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