Dopo l’intesa sui dazi e la conclusione Brexit, quali saranno le nuove aspettative trainanti i listini azionari?

Tony Cioli Puviani Tony Cioli Puviani - 19/12/2019 14:50

A seguito dell’annuncio di una prima intesa di massima in materia di scambi commerciali tra Stati Uniti e Cina, nella speranza di un’inversione dell’escalation della guerra commerciale, le Borse europee, nella mattinata di venerdì 13 dicembre, hanno aperto in forte rialzo. Il nostro indice, il FTSE Mib, nelle prime battute di contrattazione, ha avuto un massimo a 23727 ad un centinaio di punti dal massimo annuale posto a 23827 del 12 novembre scorso, mentre il suo derivato primo, il fib, ha stabilito il nuovo massimo dell’anno andando addirittura a quota 23850, ben oltre il precedente massimo, sempre del 12 novembre, posto a 23795.

Tale anomalia è dovuta parzialmente al flusso cedolare che prima scontava il fib (circa 45 punti) per le cedole poi staccate il 18 di novembre; ha inciso inoltre  il fatto che - durante le contrattazioni telematiche - l’indice segni il suo punteggio solo alla chiusura delle 40 aste dei titoli sottostanti (che avvengono randomicamente nel primo minuto di contrattazione) circa alle 9:01, mentre il future, quasi sempre, viene negoziato qualche secondo prima rispetto l’apertura dell’indice (anche in questo caso entro il primo minuto dopo le 9:00, sempre in funzionalità random).

Questa leziosa introduzione intrisa di tecnicismi mi serve solo per dimostrare quanto l’emotività possa incidere a seguito di eventi positivi attesi e già parzialmente scontati dai mercati: sono bastati pochi secondi di differenza tra l’apertura del contratto derivato e i sottostanti al paniere per indurre gli operatori alle prime prese di beneficio. L’indice, dopo l’apertura sfavillante, chiudeva infatti in territorio negativo (-0,26%) a 23329, 400 punti sotto il valore d’apertura.          

Dopo tre candele settimanali rosse, il nostro indice chiude la seconda settimana di dicembre con un modesto rialzo rispetto l’ottava precedente (+0,6%), confermando la congestione di periodo, sebbene in un crescendo costante di volatilità intraday.

Vi è una miriade di operatori, sparsi nei quattro angoli del globo, che individualmente compiono le loro scelte con un unico fine: quello di poter migliorare un po’ le proprie condizioni di vita per ogni singola transazione che compiono. I movimenti dei mercati quindi, non sono altro che la somma di queste transazioni, prese individualmente per assecondare i desideri appena descritti.

Gli operatori non sono interessati a prendere dei rischi e quindi ad effettuare delle scelte solo per un puro spirito d’apprezzamento su situazioni che non potrebbero favorire, se non in via marginale, i loro interessi personali. Chi specula in borsa ha quindi un solo obbiettivo: anticipare i suoi avversari!
Se è vero che due dei principali market mover del 2019, Brexit e guerra commerciale, per i prossimi mesi dovrebbero incidere meno sull’umore degli investitori, quali saranno i prossimi problemi da risolvere propulsivi di ulteriori acquisti? 

Tra un po’cominceremo a parlare delle elezioni americane. La definizione del candidato democratico sarà il prossimo market mover. Da febbraio 2020 cominceranno le elezioni primarie del Partito Democratico statunitense: ne vedremo delle belle!    


Articolo a cura di Tony Cioli Puviani
Fonte: certificati.vontobel.com

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