Per chi dava finito l’azionario, il mese di ottobre ha dimostrato che il toro ha ancora molte energie, soprattutto con le azioni Usa che hanno chiuso il miglior mese dell’anno (trascinando anche quelle europee), nonostante i deboli guadagni di Apple e Amazon, che hanno richiamato l'attenzione degli investitori sui vincoli di offerta, carenza di manodopera e sull'inflazione persistentemente elevata.
Anche nel mondo tech chi sta meglio sono quelle società che non hanno magazzini fisici e approvvigionamenti da gestire, ma solo dati, algoritmi e digital come è il caso di Google/Alphabet o Microsoft. Facebook (che ha altri problemi contingenti dopo l’ultimo scandalo sulle pratiche di disinformazione e incitamento all’odio di una sua ex top manager) tutto questa sembra dirci che nel Metaverso di Zuckerberg ci siamo già entrati.
La scorsa settimana è stata positiva per tutti i mercati azionari, mentre sull’obbligazionario il debito italiano è tornato sotto pressione con l’aumento dello spread che fra Italia e Germania è tornato a un certo punto ai livelli di un anno fa. Gli investitori spiego nella LetteraSettimanale.it (la newsletter dove come consulente finanziario indipendente faccio il punto sui mercati e tratto diversi argomenti scottanti e questa volta il caso SixthContinent oggetto in Italia di collocamenti privati delle azioni e crowdfunding) scommettono che la BCE alzerà i tassi il prossimo anno e non credono molto a Christine Madeleine Odette Lagarde, presidente della Banca centrale europea, che dice che “nel 2022 l’inflazione resterà sotto il 2% e che non c’è da preoccuparsi”. E invece si preoccupano.
E se i tassi risalgono, i Paesi più indebitati sono quelli che potrebbero soffrirne di più e anche per questa ragione se si guarda all’obbligazionario governativo da inizio anno, quello italiano è in negativo di circa il 4% (cedole comprese) e un punto e mezzo l’ha lasciato nel solo mese di ottobre.
Sulla possibilità che l'obbligazionario, stretto dalla manovra a tenaglia delle banche centrali, potesse perdere quota e offrire rendimenti negativi, ne scriviamo, peraltro, da oltre un anno.
Chi pensa che l’obbligazionario sia un porto sicuro dal rischio e che si possa guadagnare il 2/3% all’anno o più sulla parte bond e in modo “sicuro” è, come spieghiamo da tempo, purtroppo su un pianeta che oggi non c’è più (il passato è passato). E nelle prossime settimane proverò a raccontare in un video qualcosa di questo mercato, poiché ogni tanto qualche risparmiatore mi racconta di detenere BTP che gli rendono il 4% (confondendo cedole facciali e rendimento annuale a scadenza) o di ETF o fondi che rendono il 5% facendo affidamento sulle performance passate o sui guretti che affollano il web e passano dai videogiochi ai consigli di Borsa senza discontinuità perché oggi basta avere i follower e grazie all’Università della Rete puoi insegnare qualsiasi materia in tempi rapidissimi.
E c’è chi pur di vendere la qualsiasi racconterebbe pure che la Juventus di Allegri di quest’anno è la migliore della storia bianconera o che il Premio Nobel per la Letteratura 2021 assegnato quest’anno al romanziere tanzaniano Abdulrazak Gurnah nato a Zanzibar, ma residente a Londra lui se l’aspettava, perché conosce tutte le sue opere.
A vedere i mercati, comunque, i rialzi non sono acritici e incondizionati e lo si è visto negli Stati Uniti come in Europa, Italia compresa, quando le trimestrali hanno deluso le aspettative.
Alla Borsa di Parigi, Worldline ha perso più del 20% questo mese, firmando la peggiore performance dell'indice CAC 40, dopo aver deluso i risultati e le prospettive del terzo trimestre.
In Italia fra i peggiori titoli troviamo il titolo ePrice in caduta nell’ultimo mese del 76%. Nelle scorse settimane si è pure dimesso il direttore finanziario di questa società che è uno dei principali negozi online italiani, specializzato nella vendita di prodotti high-tech (elettronica) e leader nel segmento dei grandi elettrodomestici venduti online.
Le azioni di questa società (dove fra gli azionisti spiccava la Sator Private Equity di Matteo Arpe) dal collocamento del 2015 hanno perso il 99% e la situazione è diventata incandescente nelle ultime settimane, visto che un potenziale operatore della grande distribuzione che sembrava interessato a entrare ha deciso di non proseguire le trattative, e si apre adesso un problema finanziario di difficile soluzione, visto l’andamento della società ed i conti in difficoltà.
I numeri (e quelli in fondo al bilancio e non nelle slide) prima o poi devono tornare e il mese di ottobre è stato molto positivo per i mercati azionari, soprattutto sospinti proprio dai risultati aziendali nel terzo trimestre. Mentre poco più della metà delle azioni dello STOXX 600 e dell'S&P 500 hanno già pubblicato i propri conti, più di sette società su dieci in Europa e più di otto su dieci negli Stati Uniti hanno fatto meglio del previsto in termini di utili per azione, “una proporzione vicina ai massimi storici”, sottolinea Barclays.
Questi utili in forte aumento hanno permesso ai multipli di valutazione di arretrare leggermente su entrambe le sponde dell'Atlantico nonostante il rialzo degli indici azionari. Molte società, piene di liquidità grazie alla rapida ripresa dell'attività, hanno anche annunciato nuovi programmi di riacquisto di azioni, fornendo ulteriore supporto ai mercati azionari.
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Articolo a cura di Salvatore Gaziano - Soldi Expert SCF
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