L’economia italiana tiene: l’impatto sull’aumento delle importazioni rispetto alle esportazioni, a causa dei rincari energetici e della forza del dollaro, si sta via via riassorbendo e il saldo della bilancia commerciale extra-UE è tornato in positivo da tre mesi.
Bene anche la produzione industriale che non sembra essere intaccata granché dall’inflazione e dall’aumento dei tassi della Banca Centrale Europea. Ne beneficia anche l’occupazione con 118 mila nuovi posti di lavoro nel 4° trimestre 2022 a cui si aggiungono altre 35 mila unità nel solo mese di gennaio.
Sotto questo aspetto il PIL ha archiviato un 2022 al 3,7% e secondo le nostre stime potrebbe segnare un +0,7% nell’anno corrente, con incrementi trimestrali modesti, ma evitando di scivolare in recessione.
Le note dolenti sono sempre e solo sul versante del debito, dove si nota una dinamica che supererà i 2.800 miliardi nel corso del 1° trimestre. Sorvegliata speciale anche la spesa per interessi che, dopo un balzo di 20 miliardi nel 2022, potrebbe continuare la sua corsa verso l’alto.
Buone notizie sull’approvvigionamento del gas, l’attenta politica di riempimento degli stoccaggi con l’aiuto del clima invernale mite ci ha permesso di superare senza sorprese la stagione rigida; ora l’attenzione dovrà essere rivolta ai volumi di importazione che possono aumentare solo attraverso l’apporto di LNG via mare.
Nei prossimi mesi il tema dell’inflazione sarà ancora sotto i riflettori, seppur con valori in diminuzione, ma è evidente come l’aumento dei prezzi si sia ormai diffuso ad ampie categorie di beni e servizi. Completa indifferenza, invece, sul potere di acquisto dei salari, su cui il silenzio di politica e parti sociali appare sempre più innaturale.
STIME SUL CONSUMO NAZIONALE DI GAS
Il grafico mostra l’andamento delle importazioni di gas suddivise per direttrice, non viene riportato l’apporto del punto di ingresso di Gela (Libia) per il volume contenuto.
Si può notare come l’Algeria (Mazara del Vallo) sia diventata il maggior fornitore e al tempo stesso anche gli arrivi attraverso navi metaniere (LNG) siano in crescita.
L’Azerbaijan (Melendugno) sembra non essere in grado di crescere ulteriormente e necessiterebbe investimenti nelle varie stazioni di pompaggio per poterlo fare.
L’andamento declinante della Russia (Tarvisio) sembra essersi fermato e vede ultimamente una discreta ripresa, su cui comunque non è possibile fare affidamento.
Il grafico sotto permette di vedere i volumi di importazione cumulativi e si può notare che dopo il forte incremento nei mesi estivi questo appare carente per circa un miliardo e mezzo di metri cubi.
La mite stagione invernale ha permesso di non svuotare eccessivamente le scorte, che si trovano ora al 58%, ma al tempo stesso pone un monito su un’attenta attività durante la stagione estiva per tornare a riempire gli stoccaggi e questo lo si potrà fare solamente ampliando la capacità di rigassificazione con navi apposite.
STIME DEBITO FINO A GIUGNO 2023
Dopo la pubblicazione del debito di fine 2022 a 2.762 miliardi, questo potrebbe ora subire una forte accelerazione nel primo semestre portandosi in una forchetta compresa tra 2.828 e 2.865 miliardi a giugno.
Non vi dovrebbero essere impatti futuri sulla nuova contabilizzazione dei crediti, ma non possiamo escludere che emerga qualche ulteriore revisione nella pubblicazione della Banca d’Italia sul livello del debito negli ultimi mesi.
I dati ufficiali
Debito pubblico: 2.762 miliardi (diminuzione)
Relativo a: dicembre 2022
Pubblicato il: 15 febbraio 2023
STIME Mazziero Research
La stima a gennaio 2023
2.775 miliardi (aumento)
Intervallo confidenza al 95%
compreso tra 2.767 e 2.783 miliardi
Dato ufficiale verrà pubblicato il: 15 marzo 2023
La stima a giugno 2023
Compreso tra 2.828 e 2.865 miliardi
Intervallo confidenza al 95%
Dato ufficiale verrà pubblicato a metà agosto 2023
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Per consultare i numeri precedenti: Indice degli Osservatori trimestrali sui dati economici italiani
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