Settimana densa di eventi e di dati macro particolarmente importanti quella che si è appena chiusa. Ma un’altra settimana altrettanto determinante è quella che si sta aprendo adesso.
Lunedì Gran Bretagna in primo piano
In primo piano, infatti, saranno i risultati del Prodotto interno lordo non solo della Gran Bretagna ma anche e soprattutto dell’Eurozona. In particolare sotto i riflettori ci saranno i numeri della Germania. Un dato particolarmente importante visti i sempre più concreti timori di una recessione in arrivo nella nazione, da sempre vista come locomotiva d’Europa. Per quanto riguarda il Pil di Londra l’attesa sarà subito soddisfatta già da oggi. Infatti il calendario macro della settimana vede tra gli eventi più importanti di lunedì proprio alcuni dati macro riguardanti l’economia inglese.
Produzione industriale, Pil e bilancia commerciale
Nello specifico Produzione industriale, Pil e bilancia commerciale. Un report particolarmente importante in vista di una Brexit sempre più caotica. Da ricordare che ? della frutta e della verdura consumata dagli inglesi, proviene dall’Unione Europea. Ritardi e dazi in arrivo a causa del nuovo status del Regno Unito, inteso come Paese Terzo, a prescindere dal raggiungimento o meno di un accordo condiviso, impatterà negativamente sull’economia interna. Infatti secondo le ultime stime di Coldiretti, la nazione di Sua Maestà produce solo il 42% di verdura e l’11% della frutta consumata. Cosa significa questo? Che l’Isola è fortemente soggetta alla dipendenza dall’estero per il cibo fresco.
Germania in difficoltà. Si teme recessione
Mercoledì 13, saranno resi noti i numeri della produzione industriale dell’Eurozona. Per quanto riguarda la Germania, invece, l’attesa si protrarrà fino a giovedì 14 quando verranno pubblicati i risultati, su base trimestrale (QoQ) del Pil della nazione tedesca. Gli ultimi dati macro riguardanti l’economia di Berlino sono stati resi noti 5 giorni fa. La produzione di dicembre, secondo l’Ufficio federale di statistica, ha registrato un calo dello 0,4% da novembre, confermando il quarto mese consecutivo di risultati negativi. Non solo, la differenza su base annuale ha visto un passivo del 3,9%.
Eurozona: Pil nel mirino
Sempre giovedì verranno resi noti i dati del Pil nell’Eurozona. La settimana scorsa La Commissione Ue ha tagliato le stime di crescita del 2019 non solo per l'italia (da 1,2% a 0,2%) ma anche quella per tutta l’eurozona arrivata a 1,3% dal precedente 1,9%. Un giudizio severo che, nel caso di Roma, pone la penisola all’ultimo posto nella classifica dei paesi dell’Unione. Ma i dati di giovedì comprenderanno anche i dati sulla variazioni del livello di occupazione nell’Eurozona. Innegabile che per tutte queste analisi l’attesa sia grande.
La crescita stenta
Oltre alla Bce che nella sua prima conferenza stampa del 2019, per bocca del suo governatore Mario Draghi aveva confermato la presenza di un rallentamento economico a livello globale, si sono uniti al coro anche i timori della Federal Reserve che conferma l’economia degli Usa in buona salute ma minacciata da quanto sta avvenendo nel resto del mondo. Per questo motivo, sempre sul panorama statunitense, sarà interessante osservare i dati riguardanti i prezzi di produzione e le vendite al dettaglio che si attendono per giovedì. Ma anche i numeri mensili della della produzione industriale e della fiducia dei consumatori (università del Michigan) che invece saranno resi noti venerdì. Se non altro per confrontarli con la realtà del Vecchio Continente che proprio venerdì conoscerà la situazione della sua bilancia commerciale.
Si torna a temere per l’Italia
Ad inizio anni, infatti i dati di Consensus Economics, società di consulenza avevano previsto una crescita delll’Eurozona non oltre l’1,6% a fine 2019. In altre parole, circa lo 0,4% in meno di quanto calcolato un anno fa e ben lontano dal 2,4% del 2017. Anche in questo caso il punto dolens, per Consensus Economics, sarà la Germania e anche in questo caso l'Italia sarà la peggiore d’Europa. Le proiezioni vedono infatti un BelPaese allo 0,7% di Pil, all’ultimo posto della classifica. Da qui, perciò, l’attesa per l’ultimo dato della settimana, quello di venerdì con la bilancia commerciale europea.
Articolo a cura di Rossana Prezioso
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