Caffè: facciamo il punto - Analisi Fondamentale e prospettive delle quotazioni

Maurizio Mazziero Maurizio Mazziero - 04/07/2019 12:07



SCORTE FINALI IN CALO

Il grafico sopra mostra l’andamento delle scorte di caffè al termine della stagione corrente: la linea rossa (scala sx in migliaia di sacchi) mostra la riduzione rispetto alle annate scorse, mentre gli istogrammi marroni (scala dx in percentuale) mostra il rapporto tra scorte e consumo mondiale.

Come si può notare il valore al 20% è di poco superiore a quanto registrato nell’annata 2017/18 ed equivale a 2,4 mesi di autonomia.


DOMANDA E OFFERTA

Il calo delle scorte è il risultato di una produzione che torna quasi in equilibrio – l’offerta, linea in azzurro, si avvicina molto alla domanda, linea in verde – e pur permanendo un surplus di 1.211 migliaia di sacchi questo si riduce a pressochè un decimo della passata stagione.

Il risultato di questa contrazione di produzione è principalmente dovuto all’annata off (di minore produzione) del Brasile, principale produttore della qualità Arabica, che passa da 48,2 milioni di sacchi a 41 milioni.

Sul fronte Robusta, il Vietnam, principale produttore, entra nell’annata on (ciclo bimestrale di maggior produzione), ma si stima solo un modesto incremento da 29 a 29,1 milioni di sacchi.

Vista nel complesso la produzione vede le seguenti variazioni:

Arabica

  • annata scorsa 104,4 milioni di sacchi
  • annata corrente 97,3 milioni di sacchi

Robusta

  • annata scorsa 70,1 milioni di sacchi
  • annata corrente 71,8 milioni di sacchi

Offerta totale

  • annata scorsa 174,5 milioni di sacchi
  • annata corrente 169,1 milioni di sacchi

Domanda totale

  • annata scorsa 163,9 milioni di sacchi
  • annata corrente 167,9 milioni di sacchi

(Grafici e calcoli elaborati dalla Mazziero Research sulla base di dati Usda)

 

IMPATTO SUI PREZZI

Dall’analisi di cui sopra ne consegue che il rialzo appena iniziato è destinato a durare, sicuramente servirà il superamento al rialzo della lunga trendline discendente in blu nel grafico, ma proprio questa darà il via a una corsa agli acquisti.

Le condizioni delle scorte sono abbastanza vicine a quelle dell’annata 2017/18, ma al tempo stesso l’offerta non è in deficit e quindi l’annata corrente è un po’ più fornita di quella 2017/18.

Possiamo quindi dire che, salvo sorprese, i prezzi potranno arrivare in una zona compresa tra 140 e 160 centesimi/pound dove passano delle linee di resistenza principali, ma al tempo stesso ipotizzare traguardi a 180 centesimi/pound dove arrivarono sul finire del 2016 appare un po’ troppo ambizioso.

 

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Questo è solo un esempio di come si possono approcciare in modo integrato i mercati delle commodity, partendo dai dati fondamentali di produzione e consumo e poi proseguendo sull’analisi dei prezzi.

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Maurizio Mazziero
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