Che i titoli su cui investe implicitamente salgano o scendano, il nuovo Cash Collect a trigger decrescenti sui coupon paga tutti i mesi un premio dell’1,33%. Con la barriera cedola al 20% a scadenza avrebbe resistito ampiamente anche al crollo Covid-19.
Si immagini un mercato azionario colpito duramente da una crisi in stile pandemia, che vede i i titoli più volatili perdere fino all’80% del proprio valore e non riuscire a riprendersi così rapidamente come è accaduto nell’ultimo anno e mezzo grazie alle straordinarie misure messe in campo dalle amministrazioni e dalle Banche Centrali. Quanti e quali investimenti sarebbero in grado di resistere all’urto, riuscendo a difendere il capitale degli investitori e a generare perfino un ritorno positivo? Intuitivamente diremmo che gli strumenti a reddito fisso, in assenza di default degli emittenti, sarebbero capaci di attutire gli effetti devastanti del tracollo azionario ma con rendimenti adeguati al rischio e cioè prossimi allo zero. Facciamo fatica invece ad immaginare un Fondo azionario, un ETF , un’azione o anche un certificato classico di tipo Cash Collect con barriera seppur profonda al 50%, che riesca a resistere a uno scenario cosi marcatamente negativo e a non produrre perdite sanguinose. L’ingegneria finanziaria che lavora dietro le quinte dei certificati di investimento ha invece assemblato già da qualche mese una strategia in grado di resistere anche agli scenari di stress che vanno dalla crisi dei subprime alla pandemia Covid-19. Si tratta di semplici Cash Collect Autocallable, ovvero certificati che prevedono una protezione condizionata del capitale alla scadenza e date intermedie di osservazione utili per il pagamento di premi periodici e per il rimborso anticipato del capitale, che presentano però una significativa modifica alla condizione necessaria per il pagamento dei coupon. Più nel dettaglio, tali certificati, che abbiamo già avuto modo di approfondire sulle pagine del Certificate Journal nella forma dei Memory Cash Collect Step Down di BNP Paribas o Cash Collect Memory Decreasing Coupon di Vontobel, prevedono che il flusso cedolare periodico – con effetto memoria – venga riconosciuto all’ultima data di valutazione che coincide con la scadenza anche nell’ipotesi di perdita fino al 70% da parte del sottostante. In questo modo, neanche un crollo dei prezzi azionari impedirebbe al certificato di attribuire il montante cedolare all’investitore e di rendere pertanto la struttura molto più resiliente ai ribassi, sia nel corso della vita del prodotto che alla scadenza.
Quanto questi certificati siano stati capaci finora di resistere ai profondi cali di alcuni sottostanti è stato dimostrato dalle analisi pubblicate sia sul Certificate Journal sia sul canale Telegram di Certificati e Derivati: basti pensare che a fronte di un calo del 50% del titolo CureVac, un Cash Collect Memory Decreasing Coupon con barriera finale al 15% ( !!) ha ceduto solo il 14% ( ISIN DE000VQ8A2F3) . Per questo motivo, anche con l’obiettivo di rendere maggiormente difensivi i portafogli, senza per questo rinunciare al rendimento potenziale a doppia cifra, abbiamo scelto di presentarvi questa settimana una novità targata SmartETN, il veicolo di emissione di Cirdan Capital, emittente ammesso a quotazione da Borsa Italiana e Consob ormai da oltre due anni sul mercato domestico.
CEDOLE FINO A -80%
Con il Cash Collect Memory Decreasing Coupon, identificabile tramite codice isin XS2361297562, dell’emittente SmartETN, si ha la possibilità di investire implicitamente su un basket di tipo worst of composto dai titoli Plug Power, Nio e Enphase Energy, da oggi fino a luglio 2025. Questo prodotto permette di ricevere coupon ogni mese con effetto memoria dell’1,333% del valore nominale a condizione che i tre titoli rilevino inizialmente almeno al 60% dei rispettivi strike e successivamente, ogni 6 mesi, a un valore decrescente del 5%: per essere più chiari, da gennaio a giugno 2022 sarà sufficiente un valore del titolo peggiore non inferiore al 55% dello strike, da luglio a dicembre 2022 pari al 50% e cosi via di semestre in semestre fino al 20% dell’ultima data, un livello che garantirà il pagamento del flusso anche in caso di discese dell’80% dai prezzi iniziali. Da luglio 2022, ovvero un anno dopo la quotazione, entrerà in gioco l’opzione autocall che consentirà di ricevere il rimborso del valore nominale del prodotto nel caso in cui i titoli siano saliti rispetto ai prezzi iniziali, andando a generare una plusvalenza sul potenziale prezzo di acquisto sotto la pari. La barriera del capitale, aspetto chiave del payoff, è posta al 60%, ovvero il capitale investito sarà protetto fino a discese del 40% dai prezzi strike. Per ribassi di maggiore entità, si otterrà invece un valore di rimborso pari al nominale rettificato per la performance negativa da strike, replicando l’effetto di una posizione lunga sul titolo peggiore. Ma come detto, anche nell’ipotesi di scadenza con un titolo sotto barriera, non si sarà costretti a subire una perdita in conto capitale e il motivo lo vedremo meglio nel prossimo esempio.
MAI OLTRE IL 72% DI DISCESA DAI MASSIMI
Plug Power, azienda americana specializzata in progettazione e vendita di celle a idrogeno nella sua storia ha perso fino al 72% da gennaio a maggio 2021, sulla scia del crollo accusato dai titoli del settore delle energie green e da notizie legate a vicende contabili poi successivamente risolte definitivamente e archiviate. Enphase Energy , produttrice statunitense di energia solare, ha invece vissuto un ribasso massimo del 46% sempre tra gennaio e maggio 2021 mentre Nio, produttore cinese di auto elettriche e ormai primo competitor di Tesla sul mercato asiatico, ha toccato un massimo calo del 50% tra febbraio e maggio di quest’anno. In nessuna occasione nella loro storia questi tre titoli azionari hanno perso fino ed oltre l’80% dai massimi ai minimi e più in generale è statisticamente poco probabile che un’azione riduca il proprio valore a meno del 20% se non dopo anni di profonda crisi di settore, come è accaduto ad esempio ai bancari dai massimi del 2007 ( Unicredit tra un Aumento di Capitale e l’altro ha perso il 96% dai 204 euro del 2007) o per un evento drastico di default. Da qui la considerazione che il nuovo certificato che abbiamo scelto di analizzare questa settimana ha la statistica dalla sua: potrà eventualmente interrompere il flusso cedolare – a causa del profondo ribasso da parte di uno dei tre titoli - e mantenerlo in memoria per poi riconoscerlo all’investitore, per l’importo totale di ben 640 euro che si sommeranno al rimborso capitale. Sulla base di questo peculiare meccanismo , partendo dall’emissione anche un tracollo vero e proprio dell’80% da parte di una delle tre azioni darebbe un risultato cosi calcolato, in grado di limitare significativamente le perdite:
200 euro di rimborso in conto capitale ( dato da 1000 euro nominali diminuiti dell’80%) +
640 euro di cedola = 840 euro
A fronte di un epocale calo dell’80% di una delle azioni su cui si è implicitamente investito, la perdita sarà ridotta al 16%. Naturalmente esiste anche l’ipotesi che il titolo perda oltre l’80% e in tal caso, al netto di qualche cedola incassata in precedenza, alla scadenza il saldo per l’investitore non sarà più cosi roseo. Ma le probabilità portano il piatto a spostarsi maggiormente verso un ribasso inferiore all’80% a scadenza e ad esempio, ipotizzando un calo del 40%, ecco che il rimborso sarà pari ai 1000 euro nominali maggiorati dei 640 euro di coupon, per un totale di 1640 euro, ovvero il 16% annuo.
Tuttavia il certificato è già in quotazione da qualche settimana e ha già visto i tre titoli deprezzarsi dall’emissione. Enphase Energy è il titolo migliore, con un ribasso contenuto al 5% mentre Nio è in flessione dell’8% dai 49,9$ dello strike iniziale: worst of, ovvero titolo peggiore, è Plug Powers, che con i suoi 27,14$ rispetto ai 32,79$ dell’emissione, segna oggi un passivo del 17%. A fronte di ciò, il certificato è stato solo leggermente scalfito con un prezzo di 986 euro che vale la seguente analisi di scenario alla scadenza:
ipotizzando un valore finale di Plug Power ( il titolo più debole su cui si calcola oggi tutta l’analisi) entro il 28% di ribasso dai valori correnti, il rimborso sarà complessivamente di 1640 euro , per un rendimento che sfiora i 17% annui. Qualora Plug Power si dimezzasse, il risultato a scadenza sarebbe ugualmente positivo ma con ritorni nettamente inferiori, pari all’1,68% annuo. Nella sciagurata ipotesi di un crollo del 70%, la perdita a scadenza sarà limitata al 10,1%.
Non è certamente possibile definire tale strategia come un porto sicuro, data l’alta volatilità dei titoli scelti a comporre il basket ( tra il 64 e 73% di volatilità implicita a 30 giorni) ma in un’ottica di buy&hold il Cash Collect Memory Decreasing Coupon appare in grado di prospettare elevate chance di rendimento fino al 17% per anno.
Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it
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