Borse sotto stress test

Wlademir Biasia Wlademir Biasia - 31/03/2017 08:43

Lunedì 3 aprile si aprirà il nuovo mese dal punto di vista dei mercati. Aprile ci porterà alle elezioni francesi dove tutto appare abbastanza scontato. Francois Macron è considerato vincente contro Marine Le Pen. Nulla, dunque, che possa turbare seriamente il sonno prolungato dell’Orso.

La fiducia degli investitori americani è ai massimi dal 2000, il Vix rimane schiacciato sulla parte bassa del range sopra 10.50 e sotto area 15 consentendo all’indice S&P500 di assorbire le sessioni in cui perde momentum.

Eppure sono sempre molti i colleghi, più o meno autorevoli, che richiamano l’attenzione ed invitano alla prudenza.
In realtà l’indice sta performando un +5% da inizio anno, mentre i rendimenti sul 10 anni Usa oscillano tra 2.60 e 2.30%. In altre parole, il rialzo dei rendimenti non ha per ora compromesso la tenuta del mercato, semmai ha favorito l’apprezzamento del sottostante comparto bancario.


INDICE S&P 500




Agli inizi dell’anno, quando la Fed ha delineato con maggior efficacia l’Outlook sulla politica monetaria, il noto gestore Bill Gross aveva ammonito i mercati sostenendo che 2.60 sul 10 anni US rappresentava la linea di demarcazione tra una condizione di sostenibilità del trend azionario, rispetto ad una fase di declino qualora si fosse oltrepassata la soglia. Jeffrey Gundlach, un altro gestore Usa molto seguito e apprezzato, per la verità fissava la stesso limite al 3%. Da allora, però, i rendimenti del decennale a stelle e strisce si sono limitati a consolidare il loro rialzo sotto 2.60 aprendo nuovi interrogativi sulle condizioni quantitative e qualitative della permanenza dei valori all’interno di una fascia così ristretta di fluttuazione rispetto alle guide line indicate dalla Fed.

Tale situazione non ha consentito di trarre informazioni sulla reattività effettiva dei mercati, qualora il decennale avesse avuto la forza di varcare le ipotizzate “soglie del dolore”. A ciò si aggiunga che la permanenza dei rendimenti su questa fascia di valori insinua il dubbio sul fatto che una parte degli investitori tema di fatto un significativo rallentamento della crescita e un conseguente declino degli stessi.

L’indice sul comparto bancario ha subito più di ogni altro questa indecisione, avviando per primo una correzione che, al momento, non desta grandi allarmismi, tuttavia in assenza di una reazione alle vendite del mese di marzo, rischia disviluppare una fase di distribuzione che potrebbe influenzare più in generale il mercato. Considerando la correlazione positiva che intrattiene con i rendimenti sarebbe interessante assistere a una prova di forza di area 2,60 per collaudare i livelli di stress generale e assaggiare le effettive convinzioni degli investitori. L’indugiare oltre rischia di generare dubbi e logorare l’attesa.

Una simile prova, giocata questa volta sul temi più legati alla geopolitica e al ciclo della domanda globale, l’abbiamo recentemente sperimentata, con un apparente successo, sul petrolio. I prezzi del Brent collassando dai massimi dei 57 usd/bar sino alla soglia dei 50 usd, hanno trascinato al ribasso tutto il comparto energetico. La tenuta di area 50 sta incoraggiando una reazione che offre interessanti spunti di osservazione sulla generale tenuta del comparto, delle commodity industriali e con esse la percezione che la domanda globale possa ancora sostenere la crescita e quindi i mercati.

GRAFICO PETROLIO



Proprio i mercati continuano a guardare al dollaro come elemento in grado di catalizzare positività, magari a sacrificio delle performance americane in termini comparati. Ne sono prova il comportamento di indici minori, come il nostro FTSE Mib capace di sfidare l’area 20.000 pur in un clima di grande osservato speciale verso l’Italia.

GRAFICO FTSE MIB




Anche il Dollar Index ha affrontato il suo momento di stress test collaudando nuovamente quota 100/98.50. La tenuta di questa fascia, ma soprattutto la capacità di riportare i valori oltre 101.50, permette al trend dominante di conservare l’orientamento rialzista verso nuovi massimi di periodo rafforzando il clima di fiducia di cui i mercati hanno sempre più bisogno soprattutto in una fase in cui affrontano livelli inediti.

GRAFICO DOLLAR INDEX



Wlademir Biasia

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