Con un rialzo del 24% in sole 3 settimane, il petrolio è nuovamente in un trend rialzista, ma gli ostacoli che avevano fermato le quotazioni a giugno appena sopra i 50 dollari sono ormai a portata di mano. Avrà quindi lunga vita questo rialzo? Quali prezzi potremo ragionevolmente aspettarci da qui a fine anno?
Per cercare di rispondere a queste domande, dobbiamo esaminare alcuni dati a livello fondamentale che riguardano il mercato fisico.
Gli Stati Uniti ormai sono i maggiori produttori mondiali di petrolio, con una produzione di shale oil che aumenta quando i prezzi sono più favorevoli.
L’Opec, invece, tenterà ancora nella riunione di settembre di trovare un accordo sulla limitazione della produzione, ma le possibilità di successo appaiono veramente minime.
Per questo, considerando almeno per il momento, una produzione Opec di circa 33 milioni di barili di petrolio al giorno e di 6,5 milioni di barili di gas naturale liquefatto (NGL) che si aggiungono ai 56 milioni non Opec, ci troviamo con una domanda di circa 95 milioni di barili al giorno che risulta oltremodo fornita con un’eccedenza d’offerta stimabile tra 0,8 e 1,5 milioni di barili al giorno.
Gli impianti estrattivi negli Stati Uniti, che erano fortemente diminuiti nel 2015 e nei primi quattro mesi del 2016 per il calo del prezzo del petrolio, sono tornati a salire e ormai si contano 80 riattivazioni, con un incremento dei pozzi in funzione del 25% da maggio ad oggi.
Le scorte restano a valori elevati e la loro riduzione stagionale potrebbe essere vicina al capolinea, con la conseguenza che queste tornino a salire entro poco tempo.
Tornando alle nostre domande iniziali, la situazione non propende per uno stabile proseguimento del rialzo; la condizione di eccesso di produzione può anche essere ignorata per qualche tempo dai mercati, ma prima o poi tornerà a far sentire il suo effetto e potrebbe farlo anche in modo violento, come è successo tra giugno e luglio di quest’anno.
Allo stato attuale è abbastanza verosimile che le quotazioni continueranno ad oscillare in un’ampia zona tra 38 e 55 dollari, sviluppando anche interessanti trend al rialzo o al ribasso che si possono cavalcare più in un’ottica di trading che di investimento.
Maurizio Mazziero
www.mazzieroresearch.com
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