Aumento di capitale Credito Valtellinese: istruzioni per l'uso

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 20/02/2018 17:41

È iniziato ieri (lunedì 19) e terminerà venerdì 2 marzo, l'aumento di capitale di Credito Valtellinese -Creval- che prevede l'emissione di 631 azioni di nuova emissione ogni azione posseduta ad un prezzo di 0,10 euro.

 

In questo articolo, partendo dalle basi e procedendo per gradi, spiegherò:
-che cosa è un aumento di capitale;
-come funziona un aumento di capitale;
-che cosa fare in occasione di un aumento di capitale;
-come aderire all’aumento di capitale.

 

L’aumento di capitale è un’operazione straordinaria che ha lo scopo di aumentare il patrimonio aziendale, attraverso il versamento di denaro fresco nelle casse di una società.
Un aumento di capitale può essere varato sia con una finalità positiva, ad esempio nel caso di una società che desidera crescere ed espandersi, sia con una connotazione negativa, ad esempio per cercare di raddrizzare una situazione di difficoltà patrimoniale e finanziaria.
Purtroppo quest’ultima è la fattispecie più frequente e si concretizza in un aumento di capitale a pagamento con emissione di nuove azioni, che generalmente vengono offerte ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato con lo scopo di incentivare l’adesione degli azionisti.
In occasione di un aumento di capitale agli azionisti vengono offerti dei diritti di opzione, in proporzione al numero di azioni detenute in portafoglio, che permettono di sottoscrivere l'acquisto di azioni di nuova emissione.

 

Nel caso attuale di Credito Valtellinese l'investitore è di fronte ad un aumento di capitale che si caratterizza sia per essere a pagamento, ossia agli azionisti viene richiesto di mettere mano al portafoglio e di investire altro denaro nella banca, sia per essere iper-diluitivo.
Il termine “iper diluitivo” identifica un aumento di capitale che prevede l’emissione di un elevato numero di nuove azioni rispetto a quelle inizialmente in circolazione.
La conseguenza di un aumento iper-diluitivo è particolarmente negativa per l’attuale azionista che si troverà di fronte alla scelta tra aderire, tirando fuori un sacco di soldi (nel caso attuale, esercitare i diritti, significa versare 6 volte la cifra che hai già destinato tempo fa a questo investimento) oppure non aderire con il risultato di ridurre drasticamente la propria esposizione sul titolo.

 

Nell’aumento di capitale in atto, dal momento che si configura come iperdiluitivo, è applicato -nel rispetto delle disposizioni Consob- il modello “rolling” che concede la facoltà all’azionista di esercitare i propri diritti fin dal primo giorno di inizio dell’operazione straordinaria (lunedì 19 febbraio) con la conseguenza di poter disporre delle nuove azioni a partire dal terzo giorno, e quindi prima della conclusione dell’aumento di capitale.

 

Da queste premesse, da ieri (lunedì 19 febbraio) ogni possessore di azioni Creval, ad esempio di 1.000 quote, si ritroverà in portafoglio, oltre alle azioni, anche 1.000 diritti, che forniscono all'azionista il diritto di acquistare nuove azioni.
Occorre rilevare che i diritti (IT0005323420), al pari delle azioni, sono quotati in tempo reale su Borsa Italiana e quindi il loro prezzo varia durante la fasi delle contrattazioni.
Occorre inoltre ricordare che i diritti saranno negoziabili solamente fino a venerdì 2 marzo (incluso), mentre sarà possibile esercitarli (per aderire all'aumento di capitale) fino a giovedì 8 marzo.

 

La domanda fatidica, che decine di miei lettori mi stanno rivolgendo in questi giorni, è: 
"Possiedo delle azioni Creval, cosa mi consigli di fare? 
Mi conviene aderire all’aumento di capitale?
Quanto mi costa aderire all’aumento di capitale?".

 

La scelta a cui sono chiamati gli azionisti è purtroppo un triste déjà vu di aumenti di capitale recentemente varati da banche in difficoltà, come Mps e banca Carige.
Purtroppo anche questa volta non c'è una risposta univoca e l’investitore è chiamato ad effettuare una scelta, valutando una tra le seguenti ipotesi:

 

1-Aderire all'aumento di capitale ed esercitare i diritti.
In questo caso la domanda da porsi, almeno dal mio punto di vista, è "sono soddisfatto del risultato ottenuto dal mio investimento in questa società? Da quando ho deciso di acquistare le azioni di questa società, il mio investimento è stato ben remunerato e ne ho tratto un guadagno? Credo in questa società e nelle sue prospettive future? Alla luce di queste domande, ho voglia di investire altro denaro in questa società? Se non ci fosse questo aumento di capitale, investirei altro denaro in questa società?".

 

Se le risposte sono positive, la soluzione è quella di aderire all'aumento di capitale.
Per esercitare i diritti occorre compiere un'azione: compilare un apposito modulo, fornito dal proprio intermediario a cui occorre riconsegnarlo, dopo averlo compilato e firmato (alcuni intermediari permettono di svolgere questa operazione interamente online, come Directa, mentre altre banche, che evidentemente sono rimaste all’età della pietra, richiedono l’invio di un fax oppure di presentarsi di persona in filiale).
Nel caso che l'investitore non comunichi al proprio intermediario l'intenzione di esercitare i propri diritti, la banca procederà alla loro liquidazione in occasione dell'apertura dell'ultima seduta di negoziazione dei diritti.

 

Prima di adottare questa soluzione è però consigliabile valutare due aspetti.
Il primo aspetto consiste nel calcolare l’importo monetario necessario per aderire all’aumento di capitale, ossia quanti soldi occorre tirare fuori per finanziare nuovamente Credito Valtellinese.
Nel caso attuale di Creval, ipotizzando il possesso di 1.000 azioni, il conteggio per determinare l'esborso monetario necessario per esercitare i diritti è = (1000 * 631) * 0,10= 63.100 euro.
No, purtroppo non si tratta di un errore di calcolo!
Se un investitore desidera esercitare l’intera dote dei diritti in portafoglio, deve tirare fuori dal portafoglio la bellezza di ben sessanta tre mila eurini!!!
Il secondo aspetto consiste nel verificare che l’ammontare monetario investito su Credito Valtellinese non rappresenti un peso eccessivo in termini percentuali e quindi che non sbilanci il portafoglio su questo titolo; altrimenti conviene calibrare il peso della partecipazione all'aumento di capitale (in pratica, esercitando solo parte dei diritti detenuti in portafoglio).

 

In caso invece di risposta negativa alle domande, è saggio iniziare a valutare una exit strategy per liquidare l’investimento.

 

2-Non aderire e vendere sia azioni che diritti.
In questo caso è necessario avvertire che generalmente è conveniente vendere i diritti il prima possibile, anche in apertura il primo giorno di negoziazione, perché, seduta dopo seduta, il loro prezzo tende a calare progressivamente.
Questa regola non è valida in ogni occasione ma nel passato lo è stata nella maggioranza dei casi per cui conviene prestarci attenzione.

 

3-Non aderire all'aumento di capitale, vendere i diritti ma mantenere le azioni.
Il risultato di questa soluzione sarà quello di azzerare quasi completamente l'esposizione sul titolo ma almeno si evita di incrementare il capitale inizialmente destinato a questa operazione e non si rischia di sbilanciare il portafoglio su una società che fino ad oggi non è stata in grado di creare valore per i propri azionisti.
Anche in questo caso è spesso saggio vendere i diritti il prima possibile.

 

4-Mantenere i diritti, vendere le azioni e, attraverso il ricavato della vendita, esercitare i diritti per aderire all'aumento di capitale.
In questo modo, è generalmente possibile abbassare il prezzo di carico del titolo azionario in portafoglio.

 

Queste che ho appena elencato, sono le principali soluzioni su cui un azionista di Credito Valtellinese può ragionare.
Nella realtà però è possibile valutare anche soluzioni ibride e intermedie, come ad esempio:
-vendere, oppure esercitare, solo una parte dei diritti;
-vendere solo una parte delle azioni.

 

 

NB: attenzione ad un primo dettaglio importante: se non hai intenzione di esercitare i diritti, ti conviene venderli entro venerdì 2 marzo, ultimo giorno di contrattazione dei diritti, perché dalla seduta successiva (5 marzo) non saranno più negoziabili ed avranno valore zero. In altre parole, avrai perso l'intero importo che oggi è investito nei diritti.

 

NB1: attenzione ad un secondo dettaglio importante: in assenza di comunicazioni in merito ai diritti, è possibile che la tua banca venda in automatico i diritti durante la fase di pre-apertura del mercato in occasione dell’ultimo giorno di contrattazione dei diritti (venerdì 2 marzo). Fai attenzione perché in questo modo potrebbe capitare che il valore dei diritti sia nettamente inferiore rispetto a quello di inizio aumento.

 

NB2: Questo aumento di capitale riguarda solo i possessori delle azioni Credito Valtellinese.
Se sei possessore di obbligazioni Creval, sia senior che subordinate, oppure di CFD, l'aumento di capitale non ti coinvolge in modo diretto ma solo indirettamente.

 

In ultimo, ma non per questo meno importante, ricordo agli azionisti che possono richiedere informazioni in merito all'aumento di capitale direttamente all'ufficio relazioni con gli investitori di Creval:
Telefono: 800198965 
Email: aucap.creval@morrowsodali.com
Sito internet: http://www.gruppocreval.com/Pagine/investor-relations/creval-aumento-capitale-2018.aspx#content

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