Siamo in una fase di inversione al ribasso di medio-lungo termine della Borsa (parliamo di Mib e Dax)? Ad alcuni può sembrare una domanda retorica, ad altri la solita gufata dell’orso che si trova dalla parte sbagliata del mercato…
Chi legge i miei report quotidiani (www.borsari.it), sa che ci troviamo in un momento storico di esaurimento dei fondamentali (fine della spinta inflazionistica e mancanza di stimolo monetario) perciò è lecito chiedersi se ciò che sta accadendo graficamente è solo una insignificante coincidenza oppure si sta formando un pattern dal preciso significato tecnico e, se vogliamo, psicologico, comunemente chiamato “Distribuzione”.
Innanzitutto, vediamo quali sono e che nomi hanno i punti componenti un massimo di Borsa (come insegnato da Migliorino nel Master Mefisto del 2015):
Euforic Buying: un rialzo di medio-lungo termine, sostenuto da volumi consistenti, forma un primo massimo ben riconoscibile.
Automatic Reaction: per completare la formazione del massimo di EB, i prezzi reagiscono al ribasso. Ma i volumi sono bassi su questa discesa, perché il sentiment è ancora ottimista/euforico. Perciò il ribasso ha vita breve e si riparte al rialzo.
Buying Climax: è il massimo successivo a quello di EB e generalmente lo supera di qualche punto. Ma i volumi iniziano a traballare su questo rialzo e una nuova reazione al ribasso è inevitabile.
A questo punto si inizia a delineare un’are di supporto piuttosto elastica che chiamiamo Ice.
Secondary Test: sono tutti i test al rialzo necessari a convincere gli ultimi polli a comprare (sui massimi) prima della svolta violenta al ribasso e la rottura del ghiaccio (Ice).
Last Point of Resistance: è il pull-back sul supporto/resistenza, l’ultima occasione per mettersi short prima del mark-down.
Vediamo, quindi, come possiamo applicare questi termini tecnici ai recenti massimi della Borsa italiana:
Naturalmente sono i volumi che pilotano la formazione del pattern e ci danno la chiave di lettura del mercato.
Man mano che si forma la figura di massimo, i volumi si riducono. In particolare, si capisce bene che va scemando la partecipazione sui rialzi (BC, ST), mentre una fiammella si riaccende sui ribassi e sui riavvicinamenti al supporto. Questo è il tratto distintivo e inconfondibile della Distribuzione.
Lo vediamo bene in questi giorni. L’indice ha testato più volte i massimi ma la benzina è finita e i volumi calano. Allo stesso tempo però, evidentemente l’interesse al ribasso è ancora debole perché il tentativo di rottura di Ice di agosto non è andato in porto e l’indice si è imbarcato in un nuovo ST.
Infatti, una cosa è certa, per rompere il supporto (Ice) abbiamo bisogno di volumi notevoli (si veda la rottura del 2022): è un requisito fisiologico del mercato e non c’è altra via.
Per analogia con il Mib, possiamo applicare lo stesso pattern al Dax:
tuttavia qui mi trovo un po’ in difficoltà per via della graduale ritirata dei volumi in corso su questo mercato (almeno) dal 2022. Logicamente anche questo è un segnale che i benefici dell’inondazione di liquidità dei vari QE sono in esaurimento. A maggior ragione, il Dax avrebbe bisogno di una bella “risistemata” e di tornare su livelli più appetibili…
C’è da aggiungere che anche a livello ciclico il Dax si sta avvicinando a una scadenza di riferimento. Infatti, l’indice tedesco è abbastanza regolare e diligente nel rispettare le scadenze ribassiste di medio termine che possiamo individuare in ottobre e marzo. Tendenzialmente, in prossimità di questi mesi si aprono delle “finestre ribassiste” nelle quali statisticamente il Dax va a cercare un minimo (del ciclo semestrale e/o annuale).
Ecco allora che si sta avvicinando un banco di prova per la Borsa tedesca, e potrebbe essere un’opportunità per innescare un’inversione al ribasso dell’intero ciclo annuale in chiusura a marzo 2025.
Di Paola Migliorino
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