La Doppia Barriera e l'abuso del Principio di Precauzione

Stefano Fanton Stefano Fanton - 25/09/2017 14:42

Continua la fase di forza del nostro listino dove, anche e soprattutto in intraday, i minimi vengono comperati e c’è una certa forza palpabile. E tuttavia insufficiente, al momento, a far disporre la resa delle forze ribassiste che debolmente contengono l’impulso rialzista. Per molti trader un ribasso da questi valori sarà una ghiotta occasione di acquisto e riposizionamento, per altri un’auspicabile pausa di consolidamento. E per altri l’inizio di una fase ribassista estesa. E’ il solito mondo del trading dove c’è spazio per ogni opinione.

Con una view positiva di medio periodo ma potenzialmente ribassista di breve il prodotto ideale è un Top Bonus, capace di assorbire un’eventuale ribasso di breve ma con abbastanza tempo a disposizione per il recupero dei corsi.
Certo, il Top Bonus, a parità di condizioni, costa di più di un bonus cap. E quindi va selezionato e scelto con attenzione.

C’è però un’interessante novità nel variegato mondo dei certificati d’investimento, una nuova categoria di strumenti finanziari che si pongono, idealmente, tra i Top Bonus e i Bonus Cap, presentando elementi di entrambi i prodotti. Si tratta dei nuovissimi Top Bonus a Doppia Barriera che, da un lato ripropongono il classico funzionamento dei Bonus Cap ma dall’altro forniscono una “seconda possibilità” similmente ai Top Bonus.
No, la barriera non si valida a scadenza, sempre a tocco come per i Bonus Cap ma l’innovazione è che per ogni prodotto ci sono 2 barriere invece di 1 sola.

Ovviamente se alla data di scadenza tutte e 2 le barriere sono intatte il bonus sarà bello corposo, e tuttavia se solo la prima barriera dovesse saltare sarà disponibile ugualmente un bonus che compensi il “disturbo” di mantenere il prodotto in portafoglio. Una sorta di premio di consolazione.

Le caratteristiche dei prodotti sono queste:
Bonus 1: dal 114,5% al 135,5%.
Barriera 1: 90% rispetto al livello dell’azione al momento dell’emissione.
Bonus 2: dal 106% al 109%.
Barriera 2: dal 75% al 80% rispetto al livello dell’azione al momento dell’emissione (anche 70% su Intesa Sanpaolo).
Scadenze: Settembre 2019 e Settembre 2020.
 
Ne sono stati emessi ben 43 su diversi sottostanti, dai titoli agli indici, anche settoriali.
La scelta va ben ponderata, analizzerò diversi di questi strumenti nelle prossime settimane, adattando la scelta al cambiamento di mercato.
La mia prima scelta cade su 3 sottostanti:
  • Eni
  • Intesa San Paolo
  • Saipem
A questi 3 titoli sono abbinati 3 Top Bonus Doppia Barriera.
  • Eni, con codice di negoziazione UI667T e codice ISIN DE000HV40962.
Strike: 13,56
Barriera 1: 12,204
Bonus 1: 124,5
Barriera 2: 10,17
Bonus 2: 109
Nel momento in cui scrivo, con Eni a 13,8 quota circa 102. La distanza dalla prima barriera è di circa 12 punti e dalla seconda di quasi 27 punti percentuali.
  • Intesa San Paolo, con codice di negoziazione UI671T e codice ISIN DE000HV409A0
Strike: 2,9020
Barriera 1: 2,6128
Bonus 1: 135,5
Barriera 2: 2,0314
Bonus 2: 109
Nel momento in cui scrivo, con Intesa San Paolo a 2,967 quota circa 100. La distanza dalla prima barriera è di circa 12 punti e dalla seconda di quasi 32 punti percentuali.
  • Saipem, con codice di negoziazione -UI679T e codice ISIN DE000HV409J1
Strike: 3,374
Barriera 1: 3,0366
Bonus 1: 121,5
Barriera 2: 2,5305
Bonus 2: 109
Nel momento in cui scrivo, con Intesa Saipem a 3,45 quota circa 101. La distanza dalla prima barriera è di circa 12 punti e dalla seconda di quasi 27 punti percentuali.
 
Tutti e 3 i prodotti sono interessanti, Intesa spicca per rendimento potenziale, le scadenze sono tutte a settembre 2020.
Il rischio c’è, ma in questo caso è suddiviso in 2 barriere. La cosa importante è non abusare del principio di precauzione, il rischio è sempre il propellente necessario per ottenere dei rendimenti adeguati.

E l’abuso del principi di precauzione è un concetto talmente importante che non potrebbe essere descritto in modo migliore di come fa Tony Cioli Puviani nell’articolo a seguire.
 
L’Abuso del Principio di Precauzione (a cura di Tony Cioli Puviani)
Nel variegato mondo del trading spesso si riscontrano atteggiamenti che presentano un illusorio impegno per eludere quello che è indispensabile per conseguire il fine di questa attività. 

L’abbaglio contradittorio di ottenere buoni rendimenti, assicurandosi preventivamente di abolire quasi ogni rischio, falsa quello che è un principio fondamentale per trarre profitto dai mercati finanziari, ovvero l’accettazione del rischio stesso che deve essere inteso come propellente necessario per il raggiungimento di rendimenti per natura aleatori.

Il “Principio di Precauzione”, se esercitato in modo indiscriminato, inteso come l’arma ideologica escogitata per fermare il progresso tecnologico, l’idea ridicola e assurda che non si possa fare alcunché senza prima essersi assicurati di aver abolito ogni rischio, trova spesso riscontro anche tra coloro che iniziano l’approccio ad una attività speculativa sugli asset finanziari. A causa di un costante tambureggiamento di pubblicità e di atteggiamenti intrisi di faciloneria di alcuni addetti ai lavori, si induce molti sprovveduti a pensare che con poche tecniche formalizzate si sia in grado di ottenere risultati importanti in quasi assenza di rischio.

I rischi, ovviamente, non possono mai essere eliminati, la nostra stessa vita è un rischio e l’aleatorietà è una caratteristica che pervade ogni aspetto della nostra esistenza. Figuriamoci se è possibile eliminarla dai mercati finanziari! 
Tali considerazioni, quando l’ex neofita fa un po’ di esperienza, diventano quasi ovvie e scontate. Nella testa di molti però, per i motivi predetti, si insinua un desiderio smodato volto alla protezione dal rischio, un tarlo che arriva anche a danneggiare l’efficienza di una corretta attività di trading. Spesso quindi si incorre nell’errore di eccedere nella prudenza con conseguenze negative tali da rendere l’attività sterile che può degenerare in totale inefficienza, situazione che definisco di abuso del Principio di Precauzione.

“Non esistono pasti gratis!” Non esiste quindi la possibilità di guadagnare senza correre rischi. 

Esiste invece la possibilità di PREVENIRE e quindi limitare rischi oggettivi attraverso l’uso di un corretto money management, ovvero la gestione della size e del rischio mirato alla massimizzazione dei profitti e alla riduzione potenziale delle perdite attraverso tecniche che prevedono la diversificazione del rischio – senza cercare di eluderlo - e che si pongono il fine di una gestione efficiente del patrimonio tenendo sempre conto delle incognite che inevitabilmente si presenteranno nell'attività di gestione delle operazioni. 

Quindi il trader deve essere conscio che dovrà convivere sempre con l’aleatorietà, deve capire che ogni suo trade è una scommessa in una grande partita e che solo attraverso un rapporto rischio/rendimento favorevole si può vincerla. Capito ciò, inteso che non si può evitare il rischio ma anzi, che deve essere affrontato (senza mai sconfinare nell’azzardo), allora sì che si può cercare di perseguire un trading profittevole.

Il nemico (la perdita potenziale) deve essere sempre accettato ed affrontato con la massima attenzione. Scappare dai pericoli durante la battaglia non porta a nessun risultato, il che può essere anche la scelta giusta, si può essere anche dei vigliacchi, anzi bisogna esserlo spesso. 

Evitare gli overnight, chiudere posizioni prima di eventi importanti, non partecipare alle fasi di apertura dei mercati, hedgiare continuamente le posizioni, stop stretti, stop in pari, strategie complesse che prevedono contemporaneamente operazioni di natura contrapposta, aspettare l’evidenza grafica, sono tutte azioni precauzionali accettabili, il loro abuso però non porta da nessuna parte!
 
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