Il paradosso della nave di Teseo, Safilo, Dax e FtseMib.

Stefano Fanton Stefano Fanton - 23/04/2018 13:00

Osservare i mutamenti qualitativi della volatilità e della direzionalità consente di qualificare il grado di rischio atteso nei sottostanti. Non sempre un movimento a bassa volatilità è neutro nei suoi effetti, dipende sempre dove si forma e da dove proviene.
 
Prendiamo ad esempio l’indice DAX con compressione daily, a fine febbraio un massimo a 12600 circa una discesa fino a 11750 a inizio marzo, una reazione e un nuovo test di 11750 il 26 marzo. Un doppio minimo veloce e i corsi nuovamente a 12600 il 17 aprile, anzi sopra 12600 pur se di un risicato 0,2%.
 
Stesso prezzo di fine febbraio ma provenienza diversa. E nelle sedute seguenti 3 candeline a bassa volatilità e bassa direzionalità, ribassiste. Ora, per l’analisi candlestick si tratta di un potenziale setup rialzista in atto, grossa volatilità, movimento avverso a bassa volatilità e futura e immaginata ripresa rialzista dei corsi.
 
E tuttavia il punto in cui si è formato questo setup, sul massimo della macrocongestione 11750/12600 lascia più di qualche perplessità sul fondo dell’analisi.
 
Il mercato è sempre sullo stesso livello, più o meno, ma non è lo stesso di febbraio. Provo a far comprendere il concetto raccontandovi del paradosso della nave di Teseo.
 
Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria.

Quindi la nave è stata completamente sostituita ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo. La nave di Teseo si è conservata oppure no? In altri termini la nave che non ha avuto mutamenti nella forma è cambiata di sostanza? O è qualcosa di simile ma non uguale?
 
Il paradosso della nave di Teseo rende chiaro il dilemma sull'effettiva persistenza dell'identità originaria di un'entità le cui parti cambiano nel tempo. Portando il concetto al trading 12600 di Dax a febbraio sono i 12600 di Dax di aprile? No, la qualità, la spinta e le aspettative sono mutate e ora si deve ragionare sulla stima di rischio da attribuire alla fase attuale.
 
Anche l’indice FTSE Mib è in una situazione simile, ma è molto più in forza del Dax al punto che tutti i certificati analizzati sull’indice qualche numero fa sono in ottimo gain. Graficamente poi il FTSE Mib è già uscito dalla macrocongestione ma l’ha fatto con bassa volatilità e bassa direzionalità.
 
Insomma, per dirla semplice, gli scricchiolii sinistri sono in atto. E la stima del rischio, che è sempre un fattore stimato e mai certo, propende per un valore elevato. Dovessi allibrare l’indice Dax accetterei scommesse al rialzo (puntando quindi su uno storno) mentre per l’indice FTSE Mib manterrei una cauta neutralità attendendo comunque una fase di debolezza.
 
Il che non significa che sia in atto l’inizio di uno storno epocale ma che è in atto un sinistro scricchiolio, per usare la medesima espressione usata prima, che suggerisce un alleggerimento delle posizioni e una predisposizione a short di breve.
 
Passo quindi ad analizzare un certificato di cui ho parlato molto nei mesi scorsi e che è in sofferenza, si tratta del Top Bonus su Safilo. 

Per ricostruire la logica dell’operazione vi riporto l’analisi del 27 novembre 2017:
Ora però un esercizio di stile. Immaginazione strategica perché se è vero che i mercati sono fatti per sorprendere è anche vero che farsi trovare preparati o impreparati alle sorprese è una scelta. E dunque come esercizio di stile osservo un titolo che a differenza della quasi totalità del listino macina minimi su minimi. Safilo group. Questa società ha un minimo grafico circa a 3,82 a marzo 2009 e un’importante soglia grafica di supporto in prossimità di quota 4. E sta scendendo.
 
Ebbene dirà il lettore, dove st la convenienza potenziale nell’osservare un titolo dal comportamento grafico ribassista? Beh, esiste un prodotto che potrebbe essere molto interessante. Immaginiamo lo scenario favorevole a noi.
 
Proseguo del ribasso, titolo che da 5,27 (quotazione nel momento in cui scrivo) scende fino a quota 4, che sia 4,2 o 3,8 poco importa, la situazione ideale sarebbe un test di 4,0 una rottura e un salto fino al precedente minimo di 3,8 livello dal quale attendersi una reazione dei corsi. Ma in ogni caso il dove poco importa, immagino lo scenario ideale ma poi cercherò i cambi di direzionalità e volatilità su time frame più ridotti cercando situazioni di forza per accumulare eventuali posizioni.
 
Direttamente sul titolo? No, proprio no. Su un TOP BONUS con codice ISIN DE00HV4B882 che scade il 14 dicembre 2018. Emesso a 100 quando il titolo quotava 6,4850 (ora quota 5,27) ha barriera di tipo TOP BONUS e quindi da validare a scadenza a 5,188 (1,56% di distanza). Rendimento potenziale pari al 23,33%
 
Non lo trovo particolarmente interessante ora, se non per piccole prese di posizione da mediare in seguito, ma se il titolo dovesse scendere sarebbe potenzialmente più interessante il certificato del titolo, quantomeno come rischio stimato atteso. Lo si compera a 90 al momento, in caso di ulteriore ribasso del titolo ovviamente la quotazione scenderà rendendo il potenziale bonus ancora più interessante.
 
Ci sono due condizioni però. 
1) il titolo deve fare un sell-off. 
2) il titolo deve trovare base in prossimità di 4 euro, livello ideale di acquisto.
 
Con queste 2 condizioni il rendimento potenziale sarà ben oltre il 30%. E in caso di ribasso la perdita sarà leggermente superiore a quella del sottostante. Vale la pena restare in agguato.
 
Riporto l’aggiornamento del 6 gennaio 2018:
Ebbene il titolo ha fatto un doppio minimo da manuale a 4,3 (15 novembre/27 novembre) con relativo pullback in area 4,5 e allungo fin sopra i 5 euro. Ora il minimo a 72,25 toccato il 15 novembre è un prezzo ben distante da quello attuale che è pari a 85,65 nel momento in cui scrivo. Un prezzo comunque interessante perché permetterebbe un rendimento del 28,96% a patto che la barriera, ricordo di tipo TOP sia inferiore al prezzo del titolo a scadenza. E’ lecito immaginarsi una pausa di consolidamento intorno a questi livelli ma, graficamente, il trend ribassista sembra interrotto e questo prodotto si candida come un potenziale miglioratore delle performance del titolo. Già, perché basta che i prezzi si mantengano su questi livelli per assicurarsi un 30% di performance. Strategia immutata. Come pure l’interesse.
 
Situazione attuale.
Dopo i 6 gennaio il titolo è salito fino a 5,56 il 29 gennaio 2018 con un prezzo ben sopra la barriera ma poi, inaspettatamente l’amministratore delegato di Safilo si è dimessa, ufficialmente per problemi personali.

Una guida che aveva il compito di rilanciare Safilo proponendo anche lo sviluppo dei marchi propri. Questi cambiamenti generano spesso incertezza nel sottostante, al nuovo amministratore infatti spetta il compito di traghettare fuori da una situazione non facile il gruppo Safilo.

Questo tipo di incertezza può sfociare in vendite da sfiducia o anche in movimenti rialzisti importanti se il nuovo piano industriale o le linee guida che si intendono seguire sono ben viste dal mercato. Un rischio nel rischio e con il titolo a 4,25 nel momento in cui scrivo le valutazioni devono essere ben ponderate.

Ora il certificato quota 70, seguendo l’ipotesi illustrata prima ci si troverebbe con un prezzo di carico tra i 75 e 80 con un prodotto distante il 23% dalla barriera e con scadenza a dicembre 2018. Nulla di drammatico però il tempo gioca contro l’evento barriera al punto da dover rinominare il prodotto da “No Pain, No Gain” a “Pain, Pain, Pain… e forse gain”. Perdonate la battuta per rompere il ghiaccio ma il sentimento è questo.
 
Al solito le strategie sono molte, si può accettare il loss e non pensarci più. Oppure sperare nel proseguo del recupero che, pur non sfociando nel bonus, potrebbe portare i corsi a 90 a scadenza se il rialzo dovesse continuare. Non dimentichiamo che il Top Bonus non va a zero se la barriera non viene conservata ma si replica la performance del titolo, se le quotazioni dovessero mantenersi su questi livelli la perdita ulteriore di valore del certificato non sarà grande poiché verrà a distruggersi solo la componente bonus del prodotto. Prodotto che ha pochi mesi di vita davanti a sé.
 
Quindi:

 
  1. Pavidamente di chiude in loss senza rimpianti perché si cede il rischio a chi vuole sopportarlo
  2. Impavidamente si mantiene la posizione perché, anche se ci sono poche possibilità, se il titolo recupera il bonus è interessante e se il titolo non scende ulteriormente e magari sale poco, i prezzi saranno più o meno questi a scadenza.
  3. Si compie un azzardo ragionato che parte da alcuni presupposti. Lasciatemi dettagliare meglio questo punto a seguire.
 
Al momento il titolo sta congestionando su un recupero. Il cambio di vertice sembra assorbito e i corsi hanno smesso di scendere. Se si ha una visione long del titolo e laterale si potrebbe, sempre con importi avari data la natura del sottostante, valutare di accoppiare al Top Bonus un Bonus Cap con codice ISIN DE000HV40QR2 che scade il 20 dicembre 2018. La barriera è a 3,06375 (27,23% di distanza) con un bonus a 114,5. Si compera a 104 con il titolo a 4,20 per un rendimento potenziale annuo del 14,8% ed effettivo del 9,6%

Anche qui però la strategia può divergere in funzione del rischio che si desidera correre. Si può chiudere in loss il Top Bonus e sostituirlo con questo Bonus Cap o accoppiarlo al Top Bonus.
Non esiste una scelta migliore a priori, ma tra tutte quelle possibili io sono sempre per la sostituzione del rischio. Questione di gusti però, sia chiaro…
 
Torno sul DAX segnalando un Bonus Cap perfetto in caso di affondo del sottostante. DE000HV40D39, scadenza il 21/6/2019 e barriera a 10109,45 punti (circa il 20% di distanza). Si compera a 98 con bonus a 105,6 non molto interessante ora dato che il rendimento su base annua è del 6,7% circa ma molto interessante in caso di storno di 5-6 punti percentuali. Anche in questo caso in agguato ricercando occasioni.
 
E per il nostro FTSE Mib nulla di nuovo? Dobbiamo spostarci su prodotti con strike aggiornati, precisamente su DE000HV40D70 che scade il 21/12/18 con barriera a 17260,5975, un Bonus Cap. Si compera a 104,5 e il bonus è a 106,8 pari a un avarissimo 2,72%, 4,11% su base annua. Pochino. Ma molto interessante in caso di storno dell’indice, poterlo prendere appena sotto 100 sarebbe perfetto, ma richiede quotazioni sotto 23.000.
 
La pianificazione di un acquisto in caso di storno deve limitarsi a quei sottostanti che l’investitore valuta impostati al rialzo e quindi ogni storno di breve degno di nota è un’occasione di acquisto di medio periodo.
Sono queste le premesse sull’indice FTSE MIB a fine anno.
 

VARIE
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