Il Canguro a Piazza Affari e Intesa, Eni e Fiat.

Stefano Fanton Stefano Fanton - 25/06/2020 17:06

“Il signor Jones, della Fattoria Padronale, serrò a chiave il pollaio per la notte, ma, ubriaco com'era, scordò di chiudere le finestrelle. Nel cerchio di luce della sua lanterna che danzava da una parte all'altra attraversò barcollando il cortile, diede un calcio alla porta retrostante la casa, da un bariletto nel retrocucina spillò un ultimo bicchiere di birra, poi si avviò su, verso il letto, dove la signora Jones già stava russando.
Non appena la luce nella stanza da letto si spense, tutta la fattoria fu un brusio, un'agitazione, uno sbatter d'ali. Durante il giorno era corsa voce che il Vecchio Maggiore, il verro Biancocostato premiato a tutte le esposizioni, aveva fatto la notte precedente un sogno strano che desiderava riferire a tutti gli animali. Era stato convenuto che si sarebbero riuniti nel grande granaio, non appena il signor Jones se ne fosse andato sicuramente a dormire.
Il Vecchio Maggiore (così era chiamato, benché fosse stato esposto con il nome di Orgoglio di Willingdon) godeva di così alta considerazione nella fattoria che ognuno era pronto a perdere un'ora di sonno per sentire quello che egli aveva da dire.” 
(George Orwell, La Fattoria degli animali)

 

Gli animali nel trading

Credo che quasi tutti abbiano letto “la Fattoria degli animali” di George Orwell, un piacevole romanzo che racconta le vicissitudini di una rivolta da parte degli animali, stanchi di essere sfruttati dall’uomo. Il padrone della fattoria viene cacciato, gli animali organizzano il loro lavoro seguendo il principio marxista«da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni» ma velocemente le cose tornano come prima perché i maiali, ideatori della rivoluzione, si impossessano del potere diventando essi stessi come il vecchio fattore.

Questo libro però non è una favoletta con una semplice morale, ma è pura satira verso gli ideali della Rivoluzione Russa e venne pubblicato nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Uno dei principi dei maiali, dopo la presa del potere, affermava: “Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali degli altri.” Cosa ha a che fare questo con il trading? Beh, non crederete mica di combattere per la vostra “rivoluzione economica personale” ad armi pari vero?

Nel trading ci sono molti animali che recitano il loro ruolo, i più noti sono:

• Il toro
Simbolo del rialzo delle quotazioni.

• L’orso
Simbolo del ribasso delle quotazioni.
Questi due animali sono il fondamento della “fattoria del trading” senza di loro i movimenti non avrebbero un nome evocativo, volete mettere “Bear Market” in confronto di “down trend”? Non c’è paragone! Meno noti, ma altrettanto meritevoli di attenzione, sono:

• Il bue (il parco buoi)
Il parco buoi è numeroso, con poca o nulla memoria storica, proprio come un animale destinato al macello vive inconsapevolmente la propria esistenza operativa, un destino segnato in partenza e un altro animale subito pronto a prenderne il posto.

• La pecora
Il tipico investitore che guadagna quel tanto che basta a farlo rimanere nel mercato ma che, inevitabilmente, prima o poi viene tosato. Più volte.

• Lo squalo
Il predatore per eccellenza, quando punta la sua preda difficilmente c’è salvezza. L’esempio di squalo nei mercati finanziari è Gordon Gekko, un personaggio di fantasia interpretato da Michael Douglas nei film Wall Street e Wall Street: il denaro non dorme mai. Imperdibili le parole di Gekko sull’avidità: “L'avidità, non trovo una parola migliore, è valida, l'avidità è giusta, l'avidità funziona, l'avidità chiarifica, penetra e cattura l'essenza dello spirito evolutivo. L'avidità in tutte le sue forme: l'avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l'umanità.” Greed is good, questo è il motto dello squalo!

• Il cigno nero
Un animale maestoso, aggraziato, inatteso e letale. Rappresenta l’evento imprevisto e, proprio per questo, in ogni strategia di trading non si può inserire il suo effetto sui prezzi. Altrimenti che evento imprevisto sarebbe?

• Il gatto morto (che rimbalza)
Una prece prima di iniziare, qui disquisiamo di un animale morto. Ma che rimbalza, attirando i trader nel rialzo destinato a non proseguire. L’abilità del trader sta tutta nell’accorgersi se il gatto è proprio morto o se ha utilizzato solo una delle sue proverbiali 7 vite.

• Il dragone
Il volo del dragone. Ogni analista candlestick lo conosce, è noto anche come Dragonfly doji, la controparte del Gravestone Doji, la pietra tombale del rialzo.

Abbastanza per creare uno Zoo del trading, tuttavia i recenti movimenti del nostro mercato suggerirebbero l’adozione di una nuova specie animale per classificare la fase attuale: il canguro.

Già, perché oramai dobbiamo abituarci a movimenti di 1000 o 1500 punti in una direzione, in un paio di sessioni e poi di un analogo movimento contrapposto. Si salta proprio da un livello all’altro consigliando l’osservazione operativa solo nei punti chiave del mercato. E il supporto chiave rimane ancora quello posto a 18300/18600 come indicato nel numero precedente.

E in effetti non molto è cambiato, con l’indice che ora bazzica a 19.100 punti ma che ha stornato fino a 18300 il 15 giugno per poi reagire fino a quasi 20.000 poco dopo. L’analisi di fondo non muta, le considerazioni sono sempre le stesse, nel breve il movimento dello S&P 500 è ben capace di condizionare la profondità degli storni ma per il nostro portafoglio di certificati questi movimenti sono quanto di meglio possiamo desiderare.

Non sono infatti propenso ad acquistare nuovi bonus cap, top bonus o altri prodotti a barriera nella fase di forza del mercato e, come già impostato nei numeri scorsi, considero le fasi di storno perfette per prendere o incrementare posizioni. La view di medio rimane rialzista con una particolare attenzione allo S&P 500 e alla tenuta di quota 3.000 che, se ceduta, potrebbe creare turbolenze di breve.

Diamo quindi un’occhiata a qualche occasione di trading con i certificati, sia da seguire subito che da mettere in hit list.

Inizio con un prodotto aggressivo su Intesa. Un Bonus cap con scadenza il 15/12/21 che si compera sotto il prezzo di collocamento grazie alla recente fase di storno, precisamente a 95 con il titolo a 1,66.

https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage .html/DE000HV446V8

Ha una barriera a 1,2927, pari al 23% di distanza e un bonus potenziale del 42%, pari a un 28,68% su base annua. Decisamente interessante, e con una barriera che ha visto il titolo a un paio di punti dalla distruzione del bonus durante la fase di crollo COVID. Ma che è rimasto, ovviamente, intatto.

Qui i rendimenti attesi sono di tutto interesse.

Si compera invece a 100 questo Bonus Cap su Eni che scade a fine anno, precisamente il 17/12/20 con barriera a 5,9038, pari al 30% di distanza.

https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage.html/DE000HV4EBH2

Qui il rendimento del bonus è pari al 10%, 20% su base annua, e rappresenta uno dei prodotti più belli della sua categoria, orizzonte medio (6 mesi), barriera profonda e rendimento interessante. Ottimo davvero.

Ultimo prodotto su FIAT che dovrebbe già incorporare nei prezzi la situazione di blocco delle vendite che c’è stata nei mesi di chiusura generalizzata. Si tratta di un bonus cap che si può comperare a 111,6 con il titolo a 8,65. Barriera a 5,201 e quindi con un clamoroso 41%, bonus potenziale a 120, che consentirebbe un rendimento potenziale del 7,69%, pari però a un 16% annuo. Il prodotto ha infatti 6 mesi di vita residua e scade il 18/12/20. Davvero una bella combo con quello su Eni visto prima.

https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage.html/DE000HV4EBL4

Ci aggiorniamo la settimana prossima.

VARIE
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