Euforia, boom e tracollo. E un tris di prodotti interessanti su Telecom.

Stefano Fanton Stefano Fanton - 03/09/2020 14:18

Nel momento in cui vi scrivo l’indice FTSE MIB è a 20.065 punti, una costante degli ultimi mesi estivi. Il mercato cede qualche punto sotto 20.000 e poi recupera velocemente facendo però mancare la spinta propulsiva per innescare nuovi massimi. E questo non è un bene perché il contesto generale è estremamente positivo, in particolare l’indice Dow Jones e lo S&P 500 che fanno continuamente nuovi massimi anche se non esplosivi. Piccoli passi per piccoli nuovi massimi.

La domanda che un vecchio lupo di mare si può, lecitamente porre, è semplice, se il nostro indice non riesce a superare la fase di congestione attorno a quota 20.000 nonostante l’andamento degli altri indici come si può immaginare l’andamento di Piazza Affari con una fase di debolezza dello S&P 500?

Da noi manca l’euforia, non ci sono boom dei prezzi generalizzati. Si sale, ma con rotazione dei titoli e senza strappi clamorosi. Eccezion fatta per un titolo che mi ha fatto tornare indietro nel tempo di 20 anni: TISCALI. Bei tempi quelli, ne abbiamo avuto un assaggio nelle quotazioni degli ultimi giorni proprio di TISCALI che è passato da 1 centesimo a 5 per poi precipitare, con un -38% nel momento in cui scrivo, a 3 centesimi. Euforia, boom dei prezzi e tracollo.

Parlare di euforia, di boom dei prezzi e di tracollo non rende pienamente l’idea quanto ricordare gli incredibili aumenti dei corsi dei titoli che componevano l'indice Numtel, un indice nato il 18 giugno 1999 che racchiudeva al proprio interno i titoli tecnologici e della new economy.

L'indice Numtel è è passato dal minimo di 1.212 punti del 18 giugno 1999, a 18.065 il 10 marzo 2000, con un incremento del 1.279% in soli 9 mesi, per poi precipitare vicino alla quota di partenza a 1.017 punti il 7 novembre 2002, con una perdita del 95% dai massimi.

Una crescita incredibile in pochissimo tempo e un calo delle quotazioni talmente elevato da lasciare senza fiato gli investitori impreparati, che videro il cerino spegnersi tra le proprie dita. E se un calo così significativo rende impopolare un indice, la soluzione è semplice: basta non calcolarlo e smistare i titoli che lo compongono in nuovi indici.

Dal 31 gennaio 2005 il Numtel ha così cessato di esistere e al suo posto sono stati creati i nuovi indici TechStarStar e All Stars, rappresentativi delle piccole e medie imprese d’eccellenza. Il forte andamento rialzista del Numtel si deve al fatto che l’indice era inizialmente composto da pochi titoli, tra cui Tiscali, ed ad ogni nuovo ingresso la matricola esplodeva di prezzo in modo incredibile. 

Basti ricordare che l’internet provider sardo passò dai 45 euro del prezzo di emissione agli oltre 1.200 in pochissime settimane per poi, lentamente, rimangiarsi tutto il rialzo. Il prezzo era talmente elevato che fu deciso di dividere per 10 il valore delle azioni, dopotutto Tiscali era arrivata a capitalizzare quanto Fiat!

Oggi il Numtel non esiste più e la memoria finanziaria dei nuovi operatori non lo rico rda nemmeno. La prima società ad essere quotata fu Opengate, che fu anche la prima a fallire. Naturalmente Opengate non fu un caso isolato, molte altre società fallirono e l’andamento grafico è più o meno uguale per tutte: un grande rialzo e un crollo lento ma inesorabile.

L’indice Numtel, nel 2001, era composto dai seguenti titoli:

  • Acotel,
  • Aisofware,
  • Algol,
  • Art’è,
  • BB Biotech,
  • Bioserch IT,
  • Cad IT,
  • Cairo Commun,
  • Cdb Web Tech,
  • Cdc,
  • Chl,
  • Cto,
  • Dada,
  • Data Service,
  • Datalogic,
  • Datamat,
  • Digital Bros,
  • DMail.it,
  • El.En,
  • E.Biscom,
  • Engineering,
  • ePlanet,
  • Esprinet,
  • Euphon,
  • Fidia,
  • Finmatica,
  • Freedomland,
  • Gandalf,
  • Inferentia,
  • I.Net,
  • ITWay,
  • Mondo TV,
  • Novuspharma,
  • OnBanca,
  • Opengate,
  • Pcu Italia,
  • Poligrafica S.Faustino,
  • Prima Industrie,
  • Reply,
  • Tas,
  • TC Sistema,
  • Tecnodiffusione,
  • Tiscali,
  • Txt e-solutions,
  • Vitaminic.

Pochi di questi titoli sono ancora quotati a Piazza Affari. Tuttavia la lezione, per chi ha vissuto quegli anni, è ben scolpita nella mente dei vecchi marinai dei mercati. Il rischio atteso deve essere sempre in cima ai pensieri di ogni investitore, preparandosi al peggio si sarà sempre contenti di non doverlo affrontare. Semplificando il tutto posso solo citare le 5P.
Pianificare prima previene pessime performance.
Questo dovrebbe essere il mantra di ogni investitore, anche e soprattutto di chi decide di costruirsi un portafoglio in certificati d’investimento.

Sono quindi restio a prendere nuove importanti posizioni, nei mesi scorsi la scommessa sui bancari è andata benissimo e quindi, punterò la mia ricerca punta a qualche rendimento interessante con rischio adeguato.

Il titolo dove concentro il focus è TELECOM, titolo che è sceso a livelli infimi ma che sembra aver trovato un equilibrio e una resistenza a 0,40. Potrebbe riservare piacevoli sorprese in futuro e quindi cercherò scadenze vicine ma anche più lontane proprio per la particolarità tecnica del titolo.

Parto subito con un BONUS CAP con scadenza il 16/7/21 e prezzo attuale a 91,85 con il titolo a 0,4075. Il bonus è a 105 e quindi il rendimento atteso è pari al 15%, un 17,5% annualizzato poiché il prodotto dura ancora circa 10 mesi. Davvero interessante perché la barriera è posta a 0,2575 e quindi al 36,88% dai prezzi attuali.

Meno performante, ma non meno interessante, un TOP BONUS e quindi un prodotto con barriera che si valida solo a scadenza del prodotto.

https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage.html/DE000HV4CQT9

Si compera a 99,95 (praticamente come se fosse emesso ora) con bonus a 111 e barriera a 0,26915 pari al 34,17% di distanza. Il rendimento atteso è dell’11,17% pari a un 6,26% annuo poiché la scadenza è al 27 marzo 2020. Un prodotto da investimento, capace di assorbire anche un brusco ribasso e con barriera da validare solo a scadenza. Adatto non solo a un acquisto unico ma anche a una strategia di acquisti multipli a scalare.

Un prodotto con un rischio elevato ma con una perdita attesa contenuta?
Questo TOP BONUS DOPPIA BARRIERA è perfetto perché scade il 18 settembre e quindi ha pochissimi giorni di vita, si paga 89 nel momento in cui scrivo e ha prima barriera a 0,4092 , il titolo ora quota 0,4075. Un paio di punti percentuali di rialzo e scatterà il bonus a 106, pari a un rendimento potenziale di circa il 20%. E se invece il titolo scende il certificato replicherà la performance negativa. Un piccolo rischio per un rendimento potenziale interessantissimo.

https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage.html/DE000HV41LX9

La seconda barriera non la prendo nemmeno in considerazione, è a 0,491, servirebbe un run up importante, tutto può succedere ma, in questo caso, si punta al primo bonus.

Non abbandono i TOP BONUS DOPPIA BARRIERA e ne analizzo un altro con scadenza al 16/12/21 e prezzo a 87,35. Due le barriere, a 0,3575 e a 0,4675 per dei bonus rispettivamente di 105 e 119. Anche in questo caso la barriera si valida a scadenza. https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage.html/DE000HV44402 Il rendimento potenziale, nel caso del primo bonus con barriera a 0,3575 è di oltre il 20%, nel caso del secondo livello barriera intatto a scadenza si potrà ottenere circa il 40%, non male considerando l’impostazione del titolo che sembra aver finalmente costruito una base dalla quale ripartire e la scadenza ancora lunga.

 Euforia, boom, tracollo. La storia, pur con qualche variante, si ripete sempre.

VARIE
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