Adattarsi al mercato

Stefano Fanton Stefano Fanton - 26/10/2015 10:35

L’analisi tecnica non è scienza. Non ha nulla di esatto, dogmatico, irripetibile sine die. L’analisi tecnica è opinione, un’opinione condita da tecniche più o meno “orpelliane”, passatemi il termine, capaci di confondere e irretire un trader inesperto.
 
La regola sembra evidente: più è confuso il grafico, più è “autorevole” l’analisi. Almeno agli occhi di un aspirante trader.
L’analisi tecnica viene influenzata dai partecipanti al mercato, dalle variabili esogene (quelle esterne) e endogene (quelle interne). Questi elementi contribuiscono a rendere più o meno funzionale allo scopo l’analisi tecnica, come a dire che gli schemi esistono ma non sempre si ripresentano.
 
In chiave Zen qualche anno fa ho coniato la frase che meglio riassume il tutto: I mercati sono fatti per sorprendere. Frase che, peraltro, era il titolo del primo numero di questa rubrica, un paio di anni fa.
 
Il dibattito sulla questione è sempre attivo e non troverà mai pace perché ogni posizione contiene dei frammenti di verità e tuttavia chi parla di inutilità dell’analisi tecnica ha spesso dimostrato di non essere in grado di guadagnare (influenza delle variabili endogene?). Questo è un dato di fatto.
Ugualmente è un dato di fatto che l’analisi tecnica è interpretabile, ma le sue regole non lo sono. Non è una differenza di poco conto.
 
Quando si padroneggiano le regole si comprende anche la differenza sostanziale che passa tra l’infrangerle e l’eluderle. Argomento che ho trattato nel mio libro Speculazione Finanziaria e che occuperebbe troppo spazio per essere riprodotto qui.
 
Questa premessa per arrivare al nocciolo della questione, l’analisi tecnica è interpretazione ma lo strumento finanziario è oggetto dell’interpretazione, e ogni strumento finanziario ha una propria “personalità” e una più o meno spiccata confidenza con le variabili esogene.
 
Basti pensare alle tecniche di breakout, frettolosamente archiviate da molti dilettanti come inutili e superate ma, nella realtà, funzionali in ogni trend direzionale e volatile. Certo, negli ultimi 2 anni ogni aspirante trader che abbia operato sul ftse mib si è ben convinto della loro inutilità, dimenticando però che regola e interpretazione della stessa sono cose ben distinte. Semplicemente non era il mercato adatto alle tecniche di breakout, ma non sarà sempre così, il mutamento di volatilità e direzionalità è e sarà sempre in agguato. Pronto per l’insacco, come ama ripetere il mio amico Tony Cioli Puviani.
 
E, ancora, le tecniche di breakout non funzionano nei mercati eccessivamente liquidi, soggetti a variabili esogene (come il QE ad esempio).
 
Regola, interpretazione e conoscenza dello strumento. Conoscenza approfondita dello strumento.
 
Non pensavate mica fosse così facile il trading?
 
ADATTARSI AL MERCATO
Utilizzo molto i trading system nelle mie decisioni di investimento di lungo periodo, sono perfetti per annullare ogni variabile endogena all’analisi. Semplicemente ricercano i mutamenti qualitativi di volatilità e direzionalità. Voglio farvi però vedere un esempio illuminante di “adattamento” al mercato che un trader può fare.
 
Parto subito con un trading system settimanale sul futures della borsa Italiana. Si tratta di un sistema di lungo periodo, una trentina di trade in 9 anni e una formula che non è stata cambiata dal 2008. Il report è asettico e riporta i risultati ex post della strategia, senza indagarne la “qualità grafica” che è stata ottima fino al 2015.
 
Report del sistema su Future FTSE MIB
 
Il problema si rende immediatamente palese osservando il grafico dei segnali. Nel periodo aprile-luglio 2015 una serie di segnali hanno fatto scattare acquisti e vendite in rapida successione. Tutti o quasi in loss. Considerando che il sistema ha una media di 3 segnali ogni 12 mesi si comprende l’anomalia.

Grafico settimanale del future FTSE MIB e segnali
 
Cosa ha creato questa “indecisione decisa”? Beh, il sistema non ha nessun indicatore o media mobile come filtri operativi, semplicemente setup e cambi di volatilità con la logica di lasciar lavorare il segnale con un solo stop di protezione al 6%, stop che non dovrebbe attivarsi solo eccezionalmente, dando tempo al sistema di accorgersi del mutamento.
 
Ma così non è stato nel periodo incriminato a causa di un nervosismo atipico che si sviluppava soprattutto in chiusura di sessione, quando il mercato ufficiale era chiuso e rimaneva aperto solo il future. In quella manciata di minuti le oscillazioni erano violente e poi riassorbite velocemente, spesso accadeva la stessa cosa in apertura, ma con minore frequenza. E quindi scattavano gli stop su livelli che poi si dimostravano essere eccessi. Come risolvere il problema?
 
In diversi modi, si può limitare il sistema alle fasi di completa apertura del mercato di riferimento o, più semplicemente, provare ad adottare il sistema, così com’è, senza alcun cambiamento, all’indice invece che al future. I segnali così verranno creati sull’indice e dirottati sullo strumento operativo scelto, in questo caso il future FTSE MIB, ma potrebbe anche essere un certificato a leva o un cw o un’opzione o quello che si desidera testare.
 
Diamo un’occhiata al grafico dei segnali sull’indice FTSE MIB dello stesso sistema.
 
 
Grafico settimanale, indice FTSE MIB
 
Assorbiti gli eccessi sono spariti anche i segnali. E il report complessivo?
 
 
Ftse mib
 
Profitti più o meno uguali ma, sorpresa, segnali quasi dimezzati,18 contro 30. Questo è un semplice esempio di come lo strumento finanziario finisca con l’influenzare la strategia. Ovvio che ci siano delle semplificazioni, manca il rollover del contratto ad esempio, ma come sistema di trend va più che bene, dev’essere capace di mantenere la posizione per mesi quando serve (quanti aspiranti trader ne sono capaci?) e di chiudersi quando il rischio diviene inaccettabile.
 
Una migliore operazione a + 61,5% e una peggiore a -6,02% rendono ben conto di come funziona il trading in trend, pochi segnali fanno la differenza, saltarne anche uno potrebbe compromettere tutta la strategia. Qui entrano in campo le varabili endogene, perché chi crede che la psicologia resti fuori dal trading automatico non ha mai operato davvero.
 
UN NUOVO ESPERIMENTO
A partire dal prossimo segnale sull’indice FTSE MIB farò un nuovo esperimento andando a testare il segnale sui certificati a leva 3x, 5x e 7x vedendo come si comportano nel lungo periodo.
 
Per chi vuole osservare i prodotti, disponibili sia nella variante LONG che in uella SHORT, questo è il link: http://www.investimenti.unicredit.it/tlab2/it_IT/quotazioni/LeverageCertificate/Benchmarkalevafissa/prezzilineasmart.jsp?idNode=30010950
 
Sarà interessante osservare come si comportano le diverse leve al trascorrere del tempo, e indagare anche la sopportabilità emotiva di un trade di diverse settimane. E’ il mercato, che diamine!
 
IL MONDO DEI TRADING SYSTEM
I trading system sono un punto di arrivo per molti trader ma sono anche difficili da approcciare con la giusta “filosofia costruttiva”. L’obbiettivo di un TS è generare un segnale, può farlo in migliaia di modi diversi, diventando lo specchio della personalità del suo utilizzatore.
 
Proprio recentemente ho aggiornato e integrato un mio vecchio libro del 2008 adattandolo a chi inizia a concepire sistemi automatici, il titolo è infatti: TRADING SYSTEM – il libro per chi inizia. Lo trovate a questo link:
 
http://www.amazon.it/TRADING-SYSTEM-libro-per-inizia-ebook/dp/B015QL2SPW/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1445849812&sr=1-1
 
Mentre questa è la sinossi del testo:
Un testo chiaro, gradevole, efficace, con percorsi diversi dai soliti manuali sul trading automatico. Un libro che inizia dove finiscono gli altri testi di analisi tecnica poiché creare sistemi automatici di trading è un punto di arrivo che nasce dall’esigenza di controllare il rischio in modo sistematico. In ogni pagina si riconosce il tocco dell’autore, trader professionista e maturo, che ha fatto grande tesoro dei propri successi ma anche degli inevitabili insuccessi. 
 
L’autore ha riversato nel libro tutta la sua grande esperienza e cultura personale, riuscendo insieme a sfatare il mito del guadagno senza sforzo ed a chiarire quanto sia determinante per il successo del trader l’utilizzo di sistemi decisionali automatizzati, accompagnando il lettore nella comprensione e sviluppo del proprio trading system. 
Nei capitoli viene affrontato un percorso che permetterà di capire i diversi sistemi automatici, valutarli, costruirli, migliorarli e infine svilupparli con coerenza tecnica. Viene sviluppata la comprensione delle diverse logiche costruttive spiegando il perché si fanno determinate scelte nella progettazione dei sistemi, prendendo posizioni chiare e nette. 
 
Anche in questo lavoro viene sottolineata l’importanza del controllo emotivo, un vero e proprio tallone di Achille per qualsiasi strategia operativa, anche quella automatica. 
Non è un lavoro facile ma vi darà sicuramente soddisfazioni e, se scoprirete di avere affinità con queste particolari metodologie di trading, la soddisfazione sarà su piani duplici, sia professionali che patrimoniali. 

Vengono forniti molti spunti e qualche buona idea per il vostro trading automatico di successo. Collegamenti a Traderpedia, esercitazioni e video di approfondimento completano la seconda edizione di quest’opera. 

Si parte da zero, è un libro per chi inizia, per chi vuole comprendere come costruire una strategia automatica di trading.
 
CERTIFICATI E DINTORNI
In questo numero non ho trovato nuovi certificati da far entrare nel mio portafoglio, il mercato deve ancora aprirsi bene e non sono convinto del timing di ingresso. Nel prossimo numero analizzerò alcuni interessanti prodotti da tenere in considerazione, quale che sia l’andamento di mercato. Ce ne sarà per tutte le view. Il portafoglio è stato analizzato nel numero precedente delle rubrica.
  
 L’ANGOLO ZEN
Pagina Tradepedia Zen su Facebook: https://www.facebook.com/Lo-Zen-e-la-Via-del-Trader-Samurai-1507943786185653/?ref=hl
 
Angolo Zen, parabola Zen:
 
Il millepiedi era felice, tranquillo finchè un rospo non disse per scherzo: “In che ordine procedono le tue zampe?”
Questo arrovellò a tal punto la sua mente, che il millepiedi giacque perplesso in un fossato, riflettendo su come muoversi
La destrezza del millepiedi nell’usare mille zampe si inceppa 
quando si cerca di sostituire i movimenti spontanei e le azioni naturali con altre studiate dalla mente.


Commento:
Questo spiega perché chi inizia, solitamente, incontra molte meno difficoltà di chi è nel mercato, nel godersi i profitti. No mente.
 
VARIE
1) Il gruppo FB che amministro, Traderpedia - Gruppo di discussione sul trading è stato creato per discutere di analisi tecnica e di questa rubrica. Iscrivetevi se volete aggiornamenti della rubrica in real time o se semplicemente volete discutere di analisi tecnica, siamo già 4.017 https://www.facebook.com/groups/traderpedia/
 
Potete contattarmi alla mail: stefano.fanton@traderpedia.it o scrivendomi sul mio profilo facebook.

2) Mi ha scritto qualche trader dicendomi che il mio libro Lo Zen e la Via del Trader Samurai in edizione cartacea è introvabile. La versione e-book è disponibile su Amazon.

Visualizzabile anche su pc. http://www.amazon.it/s?_encoding=UTF8&field-author=Stefano%20Fanton&search-alias=digital-text
 
A breve sarà nuovamente disponibile la versione cartacea. Per informazioni scrivetemi.

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