2 Bonus Cap sull’indice FTSE MIB e 1 da un +53% su Unicredit

Stefano Fanton Stefano Fanton - 12/02/2019 12:36

Parto subito con una delle tante mail che mi arrivano in merito a questa rubrica:
 
[…] apprezzo e condivido la sua "filosofia" del trading, avrei un quesito sull' uso dei certificati:
Che cosa ne pensa di utilizzarli in una strategia "mista", per esempio (per gli indici) in abbinamento a future o etf short ? Oppure (per singoli titoli) utilizzando la marginazione short?
 
Grazie anticipate
Buon trading

 
P.s: mi segnala la rubrica del trader muffa (così da impostare qualche operazione "contrarian")?
 
 
Quello dei certificati è un mondo strano, un ambiente a sé stante del variegato mondo del trading, un non-luogo dove si sacrifica una parte di profitto potenziale (con alcune tipologie di prodotti) ricevendo in cambio una maggiore protezione dalle perdite.
 
Prodotti da trader pavidi apparentemente ma che in realtà nascondono anche oscillazioni molto importanti nel tempo e ci si pone, giustamente, il quesito di come gestire l’operazione. Se per gli ingressi è tutto sommato abbastanza agevole e intuitivo sposare l’approccio dello scaling, con ingressi multipli anche controtrend, per le uscite la strategia da seguire non è così immediata.
 
Da un lato sarebbe banalmente semplice decidere di mettersi uno stop loss e di lasciare a cronos il compito di stabilire quando e a noi il quanto. Ma dall’altro lato, e in particolare su Top Bonus, la partita non è finita fino a che non scade l’ultimo giorno a disposizione. Ecco quindi che, più del mero stop loss, paga una costruzione di portafoglio con diversi sottostanti mai troppo pesati, da portare a scadenza salvo situazioni particolari come, ad esempio, aumenti di capitale non previsti alla costruzione della posizione.
 
Va ricordato, è sempre meglio chiudere in presenza di aumenti di capitale, lo ricorda Saipem con il suo aumento iperdiluitivo e anche Safilo recentemente.
 
Costruito però un portafoglio di certificati, dove gli indici devono essere sempre presenti, si ha la possibilità di gestire determinati movimenti che il lettore, nella sua mail, chiama ad affrontare con la “strategia mista”. Non posso che confermarne la bontà con alcune precisazioni però.
 
Se si possiede una posizione poniamo long sul FTSE MIB con un Bonus Cap è possibile utilizzare un certificato benchmark magari a leva 7x SHORT per frezzare la posizione di breve con l’avvertenza di usare la copertura del leva 7x solo intraday. In altri termini si mantiene il long con il bonus cap e in particolare situazioni di evidente forza ribassista (danno per il bonus cap) si può comperare un leva 7x short da chiudere di breve. Così facendo si limiteranno i danni della posizione principale.
 
Questo tipo di gestione attiva della posizione può essere effettuata con altri strumenti, anche con ETF o future anche se il leva 7x in intraday ha il pregio, con alcuni intermediari, di non avere commissioni e di essere quindi adatto a piccole posizioni nell’ordine di 1-2000 euro.
 
Passo quindi a un'altra mail che mi è arrivata:
 
[…] Le tue informazioni sul FTSEMIB e SP500 sono lampanti, anche se la resistenza del secondo è stata superata ed ora la si vede intorno ai 2.720, lo storno spero non superi i 2.600 punti o saranno dolori; gradirei sapere che fine faranno i bancari, in perenne sofferenza, vicinissimi ai minimi quando il FTSEMIB è intorno ai 20.000 punti, quanto credi scenderanno sotto i loro minimi? E’ una catastrofe per il settore o credi che ci sarà una turnazione di settore? […]
 
Parto subito con il FTSE MIB, direi che dal numero precedente non è cambiato poi molto, un test dei 20.000, un test del supporto e una ripresa che al momento vede l’indice a 19750. Mi preoccuperò della tenuta del trend rialzista con una chiusura sotto 19.300 del daily, ovviamente ognuno è libero di preoccuparsi come e dove vuole, ma questa conformazione appare più una riaccumulazione che una distribuzione. Per quanto riguarda i bancari in generale non concordo pienamente sul fatto che siano in perenne sofferenza, è più una lunga agonia certificata dall’andamento dell’indice FTSE IT Banche. Questo indice vale la pena seguirlo con grande attenzione data la natura bancocentrica del nostro indice. E il grafico non mente nel mostrare una lateralità estesa che si è creata dopo il tracollo dei corsi. E’ da fine ottobre 2018 che si lateralizza, appena sopra un supporto chiave evidentissimo. Non si può certo parlare di imminente rialzo per il settore dei bancari, ma una lateralità dopo un lungo ribasso qualifica il supporto che deve essere monitorato.
 
Per comodità vi posto il link del grafico settoriale BANCHE: https://it.investing.com/indices/ftse-italia-banks-chart
Mettetelo giornaliero, aggiungete almeno 2 anni di dati e la situazione diventerà evidente.
Quindi vale senz’altro la pena seguire questo indice e le banche in generale.

Ah, quasi dimenticavo. Mi avete scritto in tanti chiedendomi l’identità del “trader muffa”. Ebbene, perdonate la mia ritrosia, ma il trader muffa è troppo prezioso per essere consegnato alle masse.
 
Per quanto riguarda l’indice S&P stiamo assistendo a una fase di rientro degli eccessi pagato dal tempo invece che dal prezzo. Tuttavia valgono le stesse considerazioni viste precedentemente, tecnicamente non devono crearsi giornate ad alta volatilità ribassiste di ampiezza anomala e non deve esserci una chiusura sotto 2600. Si compera rischio perché qui la struttura dei prezzi è in pieno rimbalzo.
 
Vediamo un paio di prodotti sull’indice FTSE MIB. Il primo è un prodotto dal rendimento avaro ma con bassi rischi, questo il link: https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage .html/DE000HV40D62
Si tratta di un bonus cap con scadenza ravvicinata e rendimento su base annua del 7% a fronte di una barriera di quasi 25 punti percentuali. Roba avara ma a basso rischio, peraltro sarebbe perfetto se l’indice stornasse trasformando il rendimento su base annua al 10%. Servirebbe una quotazione poco sopra i 19.000.

Il secondo prodotto è questo: https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage.html/DE000HV41E45
Sempre bonus cap ma si compera sotto il prezzo di collocamento, precisamente a 97,4 con l’indice a 19770.
Scadenza il 20/12/2019 e rendimento del 12,5 (17% annualizzato) a fronte di un 16% di barriera.
 
Questi 2 bonus cap sono forse i più interessanti per le rispettive tipologie. In particolare il primo sarebbe oro colato in caso di storno dell’indice di 6-7 punti percentuali. Ma qui il tempo non è moltissimo.
 
Presento un terzo bonus cap completamente diverso da quelli appena visti.
Questo il link: https://www.investimenti.unicredit.it/it/productpage.html/DE000HV402Y5
Si tratta di un bonus cap su Unicredit con delle caratteristiche particolari, scadenza lunga (17/12/20), prezzo a 81,8, barriera un 25% sotto i prezzi attuali a 7,885 e bonus a 125. Rendimento atteso su tenuta della barriera pari a un 53,8%, circa il 29% su base annua.
 
Questo prodotto è interessante se si ha una view rialzista sul titolo permettendo un rendimento di tutto rispetto, graficamente la barriera è posta sotto il minimo assoluto del titolo che, peraltro, sopra quota 11 potrebbe riservare delle sorprese quanto a trend di fondo dato il doppio minimo a 9,6 e la resistenza proprio a 11. Ben impostato dunque.

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