Vendite di dollari e acquisti sul petrolio. Il punto tecnico sul Forex

Finanza Operativa Finanza Operativa - 17/04/2015 18:03

Continuano le vendite di dollari, in maniera tra l’altro molto tecnica e senza che si stiano verificando correlazioni particolari tra valutario e borse, con le materie prime che hanno seguito il movimento del biglietto verde, in particolare sul petrolio. Se ci concentriamo su quest’ultimo, abbiamo raggiunto i target di 57.00, dopo la rottura a rialzo sulla quale abbiamo ragionato nel corso dell’ultima decina scarsa di giorni, soprattutto all’interno del nostro Morning Meeting delle ore 9.30 dove andiamo a ragionare su molti più scenari tecnici rispetto a quelli qui esposti (componenti del DJ FXCM Dollar Index, che da soli fanno più del 70% del mercato).
 

I minimi crescenti dei i massimi crescenti che hanno accompagnato i prezzi fino all’importante resistenza di 54.00 dollari al barile sono infatti stati propedeutici alla rottura di tale livello, andando a generare acquisti dovuti sia all’esecuzione degli ordini di stop loss dei trader che si sono messi corti sulle resistenze, sia a quella di stop entry di chi ha voluto lavorare in breakout, acquisti che hanno accompagnato le quotazioni verso i livelli statici precedenti e che potrebbero portare a tentativi di estensioni ulteriori con target posti tra 58.50 e 59.00. Ribadiamo ancora una volta l’importanza dell’individuazione delle nuvole di ordini, le quali, una volta colpite, portano alla partenza di movimenti importanti, queste le logiche che guidano le nostre analisi.
 

Tornando al valutario non abbiamo grosse novità di sorta. Stiamo infatti assistendo alla continuazione, come ipotizzato, delle prese di profitto sul fronte dollaro americano, con ottime performance tecniche delle major che stanno rispettando molto bene livelli sia statici che dinamici, soprattutto nell’intraday, fornendo buone possibilità operative da poter sfruttare con un occhio puntato alle correlazioni intra market sul biglietto verde (ancora in studio da parte nostra e non utilizzate a livello operativo per sfruttare disallineamenti temporali di partenza di movimento tra le valute principali quotati contro dollaro) ma rimanendo concentrati sui singoli strumenti da lavorare tecnicamente, a meno che vengano rilasciati dati importanti in America.
 

Ed oggi potrebbe essere proprio questo il caso, con le comunicazioni sull’inflazione che ci arriveranno alle ore 14.30, rilevazioni che potrebbero portare a buoni aumenti di volatilità proprio a causa del fatto che esse risultano delle osservate speciali per la Federal Reserve, che sappiamo voler valutare inflazione e disoccupazione su tutto, prima di decidere di normalizzare la politica monetaria a stelle e strisce (essendoci ancora delle aspettative non all’unisono sugli orizzonti temporali relativi ai primi rialzi di tasso). Inflazione in pubblicazione anche per l’Eurozona alle ore 11.00 (dato che potrebbe non risultare un forte market mover a meno di sorprese importanti che riteniamo poco probabili) ed in Canada, una divisa molto tecnica soprattutto contro il dollaro, da seguire con attenzione alle 14.30.
 

EurUsd Il quadro tecnico visto sull’euro, definito sporco, si è rivelato tale, con il raggiungimento finale dei target rialzisti posti a 1.0785, livello quest’ultimo superato momentaneamente dai prezzi che ora stanno consolidando sopra 1.0750. Quest’area (estendibile fino a 35), dove si incontrano punti statici precedenti e media a 21 oraria, potrebbe rappresentare una buona zona sulla quale valutare eventuali acquisti di euro per ritorni verso i massimi di ieri sera che, se raggiunti con stocastico orario lontano dall’ipercomprato potrebbero lasciare spazio verso 1.0840 e 1.0860, tenendo conto che in caso di scivolamento dei prezzi oltre tale area 1.07 ¼ potrebbe portare a tentativi di raggiungimento di figura, area che potrebbe intervenire come area di interruzione di movimenti ribassisti. Sotto 1.0685 (livello raggiungibile in caso di mercato dollarocentrico) il dollaro potrebbe tentare delle evoluzioni verso 1.0640.
 

EurUsd La prima area di resistenza sulla quale abbiamo ragionato ieri ha infine tenuto, conducendo i prezzi sui primi target impostati sui minimi della notte precedente, livelli raggiunti due volate con stocastico orario lontano dall’ipervenduto ma che non hanno lasciato strada ad ulteriori ribassi (il che ci conferma come i percentili di volatilità bassi – leggasi volatilità stimata – continuano ad avere senso ed a fornire buone indicazioni quando si ragiona sulla possibilità di breakout importanti). I prezzi si mantengono per il momento nei pressi della media a 21 oraria e sotto le ultime resistenze statiche passanti tra 119.05 e 119.20, area all’interno della quale potrebbe essere possibile valutare eventuali acquisti di yen per tentativi di estensione verso i minimi di 118 ¾ e potenziali tentativi di accelerazione verso 118.40 (in caso di superamento dei minimi precedenti passanti per 118.65). Nel momento in cui i prezzi dovessero superare l’area passante per 119.30 il mercato potrebbe tentare delle accelerazioni verso 119.45, area oltre la quale potremmo non portarci ma che se superata di una quindicina di punti potrebbe lasciare spazio a tentativi di approfondimento verso 119 ¾.
 

GbpUsd Sterlina che, dopo la tenuta dei punti di supporto studiati ieri mattina, ha raggiunto tutti i target, superandoli anche. Ora ci troviamo con prezzi che si mantengono all’interno di un canale rialzista all’interno del quale (come sull’euro, se andate a ragionare sul grafico) si stanno muovendo in sincronia con lo stocastico, in grado quest’ultimo di segnalare massimi e minimi di prezzo, nei pressi della media a 21 e sopra un’area statica di potenziale supporto che si distribuisce tra 1.4880 e 1.4900. Qui potrebbe essere possibile valutare eventuali acquisti di sterlina, per tentativi di raggiungimento dei massimi di ieri sera che potrebbero lasciare spazio a potenziali accelerazioni verso 1.4985 e 1.5000, tenendo conto che in caso di discesa sotto area 1.4865 il mercato potrebbe tentare delle estensioni verso 1.48 ¼.
 



A cura di Matteo Paganinianalista di Fxcm
Fonte: www.finanzaoperativa.com

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