In occasione della Settimana della Moda di Milano, Gabriele Barbaresco, direttore dell’Area Studi Mediobanca, ha presentato l’aggiornamento dell’indagine annuale sul settore moda. R&S sul settore Moda italiano, nel dettaglio, è un’analisi che considera le 140 maggiori aziende con sede in Italia (di sui le quotate sono solo al momento 15) e almeno 100 milioni di euro fatturato realizzato nel 2015 con un focus particolare sui 15 maggiori gruppi del comparto. Ecco, in sintesi, quanto è emerso.
Nel 2015 il giro d’affari mondiale della moda (beni di lusso per la persona) è cresciuto, rispetto all’anno precedente, del +12%, attestandosi a 251 mld di euro, con le Americhe che hanno tolto all’Europa il titolo di principale mercato mondiale. In questo contesto, le performance delle aziende italiane della moda risultano migliori rispetto alla grande manifattura. Crescono i ricavi (+9,4% sul 2014 e +28,4% sul 2011), buona la solidità finanziaria (debiti pari al 31,8% dei mezzi propri). Per quanto riguarda la redditivita operativa (9%), pur rimanendo positiva, è invece in leggera contrazione.
Le Aziende Moda Italia hanno generato nel 2015 un giro d’affari complessivo di 62,6 miliardi (+9,4% sul 2014 e +28,4% sul 2011), pari al 4% del PIL italiano (era il 3% nel 2011): negli ultimi cinque anni, l’industria della Moda si è ritagliata un punto percentuale in più sul PIL, di cui la metà relativa al Top15Moda, così gli analisti di Mediobanca definiscono le 15 società (di cui sette quotate) che nel 2015 hanno generato un giro d’affari per 30,3 mld di euro (+8,9% sul 2014 e +30,1% sul 2011). I Top15Moda (che vale il 55% delle vendite dell’aggregato Aziende Moda Italia manifattura, il 66% degli utili e il 63% della forza lavoro) hanno fatturato 30,3 miliardi nel 2015 e vale il 2% del PIL nel 2015 (era l’1,4% nel 2011).
La pelletteria è non solo il comparto con il peso maggiore (73 mld di euro, di cui 43 mld le borse e 16 mld le calzature), ma anche il più dinamico (+15%). Seguono l’abbigliamento (60 mld di euro, +13%), la gioielleria e orologeria (58 mld di euro, +10%) e la cosmesi-profumeria (50 mld di euro, +13%).
Tra le Top15Moda l’incremento più sostenuto è stato quello di Valentino (+102%), seguito da Moncler (+71,5%), Calzedonia (+55,8%) e Armani (+46,9%). In frenata i ricavi della sola Benetton (- 25,8%). Il fatturato nel 2015 di Luxottica, di gran lunga la maggiore fra i gruppi del Top15Moda, si è attestato a 8.837 milioni, davanti a Prada (3.548 milioni), Armani (2.650 milioni) e Calzedonia (2.018 milioni); le altre aziende restano sotto i due miliardi.
Per quanto riguarda lo shopping turistico, a detta di Mediobanca cruciale per il comparto, in Italia i big spender sono i cittadini cinesi (33%), seguiti dai russi (12%), mentre Milano si conferma la meta preferita, con il 34% del totale delle vendite nel nostro Paese a stranieri extra UE, seguita da Roma (18%). L’estero poi appare sempre più strategico, particolarmente per le Top15Moda, ma il 2016 regista un calo del tax-free shopping.
Dopo la spinta del 2015, la stima per il 2016 è invece all’insegna della stabilità. Il comparto della pelletteria si conferma il segmento maggiore (73 mld di euro, fra cui 43 mld le borse e 16 mld le calzature) e anche quello più dinamico (+15%), seguito dall’abbigliamento (60 mld di euro, +13%), dalla gioielleria e orologeria (58 mld di euro, +10%) e dalla cosmesi-profumeria (50 mld di euro, +13%).
A livello geografico le Americhe, con un valore di circa 85 mld di euro e una crescita del +18%, rappresentano il mercato più dinamico, scalzando così l’Europa, che si posiziona al 2°posto con 83 mld di euro e un incremento più contenuto (+9%). Il Giappone spende invece nei beni di lusso 20 mld di euro (+13%), la Cina 18 mld di euro, mentre il resto dell’Asia ha un giro d’affari complessivo di circa 33 mld di euro (+9%). In Europa continua l’espansione dello shopping turistico: il 60% del totale dei consumi infatti è rappresentato dal travel retail, un mercato stimato intorno ai 50 mld di euro e distribuito principalmente in Francia (23%), Gran Bretagna (20%), Italia (16%) e Germania (14%). In Italia i big spender sono i cittadini cinesi (33%), seguiti dai russi (12%) e nord americani (8%). Milano si conferma la meta preferita, con il 34% del totale delle vendite in Italia a stranieri extra UE, seguita da Roma (18%). I primi nove mesi 2016 registrano però una flessione del cosiddetto taxfree shopping, -12% in Europa e -11% in Italia.
E-commerce e outlet, i canali di vendita in forte crescita Anche se il 55% del mercato del lusso mondiale fa capo ai negozi monomarca, con accorta selezione delle location più prestigiose, l’e-commerce si conferma il canale di vendita con le più elevate aspettative di sviluppo per il 2016 (+26%), dopo aver generato a livello globale, nel 2015, un giro d’affari di circa 17 mld di euro, ben cinque in più rispetto al 2014. Anche gli outlet si confermano utile leva commerciale per i brand della moda (26 mld di euro di vendite) e in continua crescita (+23% nel 2016).
La moda cresce a ritmi più sostenuti della grande manifattura italiana Nel 2015 la grande manifattura italiana ha segnato una ripresa del fatturato del 4,8%, un dato positivo ma lontano dalla crescita più sostenuta delle Aziende Moda Italia (+9,4%) e di quelle del Top15Moda (+8,9%). Circa la redditività operativa, nel periodo 2011-15 il quadro d’insieme permane positivo e superiore a quello della grande manifattura italiana (4,2%), sebbene in leggera contrazione sia per le Aziende Moda Italia (ebit margin del 9% rispetto al 10,1% del 2011) sia per le Top15Moda (ebit margin del 12% rispetto al 13,7% del 2011). Tra le Top15Moda, nel 2015 Moncler ha conseguito il valore più elevato (29,2%), seguita da Ferragamo (18,8%), Luxottica (15,8%) e Armani (15,5%). Benetton, l’unica in negativo (-5,7%).
Volano i ricavi della moda italiana Valentino registra l’incremento maggiore, ma è Luxottica a detenere il primato per ricavi Nel periodo 2011-15 i ricavi aggregati delle Aziende Moda Italia hanno segnato una crescita del 28,4% – passando dai 48,8 mld di euro del 2011 ai 62,6 mld del 2015 – contro quella più consistente delle Top15Moda: +30,1%, ovvero dai 23,3 mld di euro del 2011 ai 30,3 mld del 2015.
La moda è “solida” Per quanto riguarda la solidità finanziaria, la moda si distingue rispetto alla grande manifattura, (rapporto debiti finanziari su mezzi propri del 149,9%). Le Aziende Moda Italia appaiono infatti molto più capitalizzate, con debiti finanziari pari al 31,8% dei mezzi propri e addirittura del 21,7% per il Top15Moda. Altro fattore di diversità è l’abbondanza delle disponibilità liquide, superiori al debito oneroso per le Top15Moda (114,9%), rispetto ad un’incidenza del 76,3% per le Aziende Moda e del 54,8% per la grande manifattura.
Un Made in Italy da export Il fatturato estero è rilevante per le Aziende Moda Italia, attestandosi nel 2015 al 59,9% del totale (pari a 37,5 mld di euro, +7,1 p.p. rispetto al 2011) con un incremento nel quinquennio del +45,6%. La componente di export è generalmente più accentuata nel Top15Moda, con punte del 92% per Zegna, 88,2% per Ferragamo, 87,2% per Prada e 87% per OTB. Minor proiezione internazionale solo per Calzedonia (49,9%). Progressione anche per le vendite, con il gruppo delle Top15Moda Italia che segna un +8,9% sul 2014, con un incremento dello 0,5% sui mercati europei (dove si genera un giro d’affari di 12,2 mld di euro); crescita a doppia cifra (15,4%) su quelli extraeuropei (arrivati a 18,1 mld), che assorbono il 59,7% delle vendite complessive, con punte dell’81,6% per Luxottica, del 73,8% per Zegna e del 73,1% per Ferragamo.
La moda assume di più L’incremento delle vendite ha portato a una consistente crescita occupazionale tra le imprese del settore. Nel periodo 2011-15, la forza lavoro nelle Aziende Moda Italia è aumentata del 21,2%, coinvolgendo oltre 57mila nuovi dipendenti, per un totale addetti che, nel 2015, arriva a circa 327mila unità. L’incremento occupazionale è stato più importante tra i big dei Top15Moda (+30,7%), pari a 43mila unità in più, di cui l’80% assunte da Luxottica (+14.539 unità) e Calzedonia (+12.629 unità), Prada (+4.347) e Armani (+2.736); in contrazione solo Safilo (-10,7%, equivalenti a 864 persone).
La capitalizzazione delle società industriali (mercato MTA) segna +20,8% nel 2015-14 e -6,5% nel 2016-15. Nel 2015-14 il manipolo delle società della moda quotate ha fatto meglio della Borsa (trainate essenzialmente da Luxottica e Geox). Ma inversione di tendenza nel 2016-15: retrocedono sia la Borsa che la moda quotata, ma quest’ultima segna un decremento maggiore (-9,9% contro -6,5%).
I cugini francesi La mappa della moda d’Oltralpe non si discosta di molto da quella nostrana, se non per le dimensioni. Il giro d’affari delle Top15Moda Francia è il doppio di quello del Top15Moda Italia, ma risulta molto più concentrato: in Francia il solo gruppo Lvmh assorbe la metà dei ricavi del Top15Moda Francia. In Italia sono 13 le società della moda con ricavi superiori al miliardo, in Francia si fermano a sei. Le aziende nostrane crescono con pari velocità di quelle dei cugini d’oltralpe, sono finanziariamente più solide e più liquide, ma meno redditizie.
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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