La lunga serie di buone notizie provenienti dall’economia statunitense (ad esempio sui consumi) ha spinto le borse del Paese a infrangere un record dopo l’altro. Per le borse statunitensi, che come approfondiamo a pagina 2 si sono distaccate da quelle internazionali, quest’estate è stata la più brillante da molti anni. Le borse europee sono state meno vivaci per i motivi che spieghiamo a pagina 5, con forti divergenzeregionali e settoriali. Tuttavia nei prossimi mesi prevediamo che le borse si mantengano sui massimi delle loro recenti fasce di oscillazione. Anche se in Cina alcuni dati continuano a deludere, gli evidenti ripetuti interventi di sostegno allo yuan per il momento sono riusciti a stabilizzare le borse locali.
Dai recenti andamenti delle borse almeno si desume l’abbandono del concetto del “tanto meglio tanto peggio”, che spesso aveva guidato i mercati negli anni successivi all’avvento della crisi finanziaria. Secondo quella dottrina le buone notizie potevano essere considerate eventi negativi, perché incutevano negli operatori il timore che la banca centrale riducesse gli interventi di sostegno. Che quella logica perversa oggi ci appaia lontana nel tempo dovrebbe essere di buon auspicio per la reazione delle borse alle prossime strette monetarie negli Stati Uniti e in altri Paesi. Come sempre, anche in questo caso gli Stati Uniti fanno da battistrada: prevediamo altre sovraperformancerelative delle borse statunitensi negli ultimi mesi dell’anno.
Ma è possibile che le borse, sedotte dall’espansione economica negli Stati Uniti, volontariamente ignorino le difficoltà che si presentano altrove? A parità degli altri fattori, una crescita economica robusta dovrebbe ridurre la probabilità di flessioni dei mercati. Tuttavia è difficile sentirsi completamente tranquilli quando ci troviamo ancora alle prese con le “tradizionali” crisi valutarie e del debito (Turchia, Argentina) e con situazioni politiche europee (il bilancio pubblico italiano, la Brexit) che continuano a porre rischi a lungo termine. Ad esempio, l’ulteriore deprezzamento della lira turca di questa settimana induce a diffidare anche degli altri mercati emergenti. Siamo ancora in attesa di una “decelerazione graduale” dell’economia cinese, ma anche in questo caso gli sviluppi potrebbero non essere completamente favorevoli. Nuove fiammate della volatilità non sono affatto da escludere. In conclusione, nonostante i costanti rialzi delle borse statunitensi, il messaggio resta identico: continuiamo pure a investire, ma mettiamoci al sicuro dai rischi di mercato.
Le previsioni di Deutsche Bank Wealth Management
Articolo a cura di Christian Nolting, CIO Globale, Deutsche Bank Wealth Management
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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