Per noi l’espressione helicopter money coincide con il concetto di finanziamento monetario. A posteriori è possibile affermare che Regno Unito, Stati Uniti e Giappone abbiano di fatto già sperimentato forme di finanziamento monetario che non sono sfociate in un’impennata dell’inflazione. Né vi sono prove che eventuali nuove tornate di helicopter money avrebbero effetti inflazionistici. L’annuncio di una manovra di finanziamento monetario piuttosto che di un’espansione fiscale tradizionale con sterilizzazione del debito non comporta vantaggi evidenti, anzi potrebbe rivelarsi un passo indietro.
In termini di impatto sui mercati finanziari, i recenti programmi di QE hanno determinato un calo dei tassi di sconto, un indebolimento delle valute e un contesto favorevole alle attività rischiose. Si può ipotizzare che il mercato reagisca in maniera analoga all’helicopter money ma, visto che i passati episodi di supremazia dell’autorità fiscale sulla banca centrale sono stati associati a scarso rigore sui conti pubblici e alti tassi d’inflazione, vi sono buone probabilità che i mercati reagiscano in maniera molto diversa e negativa. La verità è che non possiamo saperlo.
La Figura 1 descrive gli effetti del QE, dell’helicopter money (dove il debito viene acquistato dalla banca centrale e cancellato) e di una combinazione di QE ed espansione fiscale. Non potendo prevedere la reazione del mercato all’helicopter money, e considerando l’assottigliamento delle opzioni di politica monetaria a disposizione delle banche centrali causato dalla cancellazione del debito, nonché i vantaggi economici associati al finanziamento monetario piuttosto che a un’espansione fiscale de minimis diretta, non è chiaro perché le autorità dovrebbero giocarsi la carta dell’helicopter money.
Probabilmente l’insegnamento da trarre è che la politica monetaria ha i suoi limiti e che, in caso di rallentamento economico, la politica fiscale può fornire un supporto migliore alla domanda aggregata rispetto alla politica monetaria. Se la nuova espansione fiscale dovesse richiedere un ulteriore sostegno monetario sotto forma di un QE aggiuntivo, ci sarà sempre tempo per prendere questa decisione.
L’helicopter money è spesso associato alla presenza di iperinflazione. Nella loro analisi dei 56 casi di iperinflazione mondiale registrati negli ultimi tre secoli, Hanke e Krus hanno concluso che l’iperinflazione è “una malattia economica che insorge in condizioni estreme: guerra, cattiva gestione politica e passaggio dalla pianificazione centrale all’economia di mercato, per citarne alcune”. Di contro, il finanziamento monetario è stato ampiamente utilizzato nel corso del tempo nei paesi avanzati e in via di sviluppo senza sfociare in iperinflazione.
Fino al Treasury-Fed Accord del 1951 gli Stati Uniti fissavano i rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza, con il conseguente aumento o diminuzione delle riserve nel sistema bancario, a seconda della domanda di tali strumenti proveniente dal settore privato. Il Canada ha utilizzato il finanziamento monetario per 40 anni, fino al 1975, nell’ambito di un regime di tassi di cambio fluttuanti senza produrre effetti macroeconomici disastrosi, e l’India ha implementato una politica di monetizzazione del debito fino al 2006. Di esempi come questi ce ne sono in abbondanza. Di fatto, delle 152 strutture legali in cui operano le banche centrali analizzate dall’FMI, 101 hanno consentito un finanziamento monetario nel 2012. Questo non significa che l’helicopter money sia una politica auspicabile. A mio avviso, sarebbe anzi un passo indietro. Tuttavia, il finanziamento monetario non va necessariamente associato all’iperinflazione.
Per concludere, l’helicopter money non è una nuova e stravagante forma di moneta. Una volta compreso il meccanismo di trasmissione della moneta, diventa un concetto piuttosto elementare. I possibili effetti economici, monetari e fiscali dell’helicopter money (salvo una reazione negativa all’introduzione di una politica sconosciuta) sembrano identici a quelli di una normale espansione fiscale abbinata a un QE supplementare. Pertanto, è possibile sostenere che Regno Unito, Stati Uniti e Giappone abbiano di fatto già vissuto l’esperienza dell’helicopter money. Più difficile è dire lo stesso dell’Eurozona, che si compone di entità governative prive di sovranità monetaria. L’area euro è decisamente molto più complessa.
Articolo a cura di di Toby Nangle, Co-responsabile asset allocation globale e Responsabile multi-asset, EMEA di Columbia Threadneedle Investments
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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