L’andamento del mercato italiano è stato influenzato nelle scorse settimane prima dall’elezione di Trump negli USA ed ora dalle attese sul voto referendario del 4 dicembre. L’incertezza politica in questa fase sta avendo la meglio sulle altre forze in gioco, colpendo in particolare i settori domestici, primi fra tutti i finanziari, per i quali l’esito del referendum è visto dagli investitori come un tassello importante per definire nel medio termine le prospettive dell’economia italiana e nel breve il destino degli aumenti di capitale del Monte dei Paschi e di Unicredit. Difficile prevederne l’esito: gli ultimi sondaggi, come ormai noto a tutti, segnalano il fronte del “no” in vantaggio, ma l’elevata percentuale di indecisi e la non trascurabile opinione dei residenti all’estero lasciano ai sostenitori del “sì” dei validi elementi per sperare in un esito differente.
Le valutazioni dei segmenti di mercato più legati all’economia domestica sono molto depresse, gli investitori esteri hanno al momento portafogli molto scarichi di Italia ed il sentiment è molto negativo. Tutti elementi che rendono un approccio contrarian potenzialmente molto interessante a questi livelli, essendo molte potenziali notizie negative ormai nei prezzi.
Quale strategia adottare in questo momento?
Noi stiamo affrontando questa fase con un posizionamento cauto, ma non estremo, visto che i movimenti recenti hanno già accentuato molto i timori del mercato. Eventuali segnali di distensione potrebbero portare rialzi anche di grossa portata visto il forte disallineamento di performance del mercato italiano rispetto agli altri principali indici. I dati dell’economia reale non offrono un quadro così preoccupante e gli indicatori di fiducia di imprese e consumatori non sono stati contagiati dalle paure dei mercati.
Se, come sembra, gli Stati Uniti spingeranno sulla crescita a partire dal 2017 grazie alla leva fiscale, questo potrà dare un impulso positivo anche all’Europa, che già da sola sta riaccelerando (stando alle rilevazioni fatte con i consueti dati mensili provenienti dagli addetti agli acquisti appartenenti al settore manifatturiero ed a quello dei servizi), soprattutto se il dollaro continuerà ad essere forte. E’ consigliabile quindi avere in portafoglio titoli ciclici che possono beneficiare di questo trend, selezionando quelli che non hanno già scontato troppo in fretta questo scenario, anche grazie al fatto che il mercato vi si è rifugiato in attesa di maggiore chiarezza sui comparti più legati a dinamiche prettamente domestiche.
Avere poi una quota di portafoglio investita in società di alta qualità con prospettive di crescita interessanti e meno legate all’andamento del ciclo permette di dare stabilità al portafoglio; qui è importante selezionare quelle con valutazioni ragionevoli e con la possibilità di battere le attese del mercato sugli utili.
La capacità della politica di dare risposte credibili e di trovare equilibri convincenti, a prescindere dal risultato del voto, saranno determinanti per permettere al mercato di rifocalizzarsi su altri aspetti, ridando il giusto peso ad un evento referendario che oggi è ancora protagonista assoluto del dibattito.
Articolo a cura di Stefano Andreani - Lemanik
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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