In Eurozona, la lettura finale degli indici Pmi è stata rivista al rialzo, ma gli indicatori restano intorno ai minimi di oltre 6 anni. Il Pil del terzo trimestre è stato confermato a +0,1%, mentre le vendite al dettaglio hanno registrato la peggior contrazione mensile da fine 2018. In Usa, gli indicatori d’attività hanno mostrato segnali discordanti, ma il mercato del lavoro è risultato molto forte, contribuendo a sostenere fiducia e benessere dei consumatori. In Cina, le misure di sostegno all’economia varate dalle autorità si sono riflesse in un miglioramento degli indici Pmi.
Obbligazioni
Il rendimento del Btp decennale nella settimana è salito di circa 12 bps portandosi in area 1,35%. Ha pesato l’incertezza politica domestica con i continui dissidi all’interno della coalizione di maggioranza sulla riforma dell’Esm e la legge di bilancio in corso di approvazione. In rialzo anche il rendimento del Bund con gli investitori ottimisti su un possibile accordo Usa-Cina. Il decennale tedesco è ritornato in area -0,29%, livello che non vedeva da luglio, e dopo aver toccato un minimo di -0,714% a fine agosto.
Azioni
I mercati azionari hanno chiuso la settimana in ribasso. I movimenti giornalieri sono stati condizionati, in positivo o negativo, dall’evolvere del newsflow sul commercio mondiale alimentato anche dai continui tweets di Trump (minacce aiprodotti francesi per la digital tax e la re-imposizione dei dazi a Argentina e Brasile). I buoni dati d’occupazione americani hanno contribuito a sostenere i listini nella seduta di venerdì. I listini cinesi, sono riusciti a chiudere l’ottava in rialzo grazie ad un migliorato outlook.
Valute e materie prime
L’euro si è moderatamente rafforzato contro dollaro riportandosi sopra il livello di 1,10. Il dollaro canadese si è apprezzato dopo che la banca centrale ha adottato un tono più “hawkish” nel comunicato stampa citando una stabilizzazione del quadro macro internazionale. Una parte del rialzo è poi rientrata nella seduta di venerdì a fronte dell’aumento della disoccupazione in Canada.
Nessun ulteriore taglio da parte della Banca centrale indiana che ha confermato i tassi di riferimento al 5,15%. La decisione, inaspettata dai mercati, è stata presa all’unanimità. La risalita dell’inflazione in India sembra aver suggerito all’istituto di mettersi in stand-by, evitando il rischio di consumare munizioni che saranno utili nel caso in cui lo scenario macro peggiori ulteriormente.
Il petrolio si è rafforzato, con il Wti risalito oltre i 58 dollari al barile. La Russia nella riunione Opec+ è riuscita ad ottenere l’esclusione dei condensati – parenti stretti del greggio, ma non propriamente greggio – dal calcolo della produzione. Il cartello dei produttori ha così potuto approvare tagli extra di 500mila barili al giorno (da 1,2 a 1,7 milioni).
Saudi Aramco debutterà nel mercato locale il prossimo 11 dicembre. Il prezzo è stato fissato a 32 rials per azione (circa 8,53 dollari), al top della forchetta proposta agli investitori. In questo modo l’incasso, per la quota dell’1,5% che il governo di Riad ha deciso di mettere sul mercato, ammonterà a 25,6 miliardi di dollari.
Outlook
Questa settimana sarà piuttosto ricca di eventi. Il 12 si terranno le elezioni in Uk. Secondo i pronostici Boris Johnson dovrebbe vincere le elezioni e preparare una Brexit “ordinata” nella prima parte del 2020.
Si riuniranno inoltre tre delle principali banche centrali mondiali: Fed, Bce e Snb (Svizzera). La Fed è prevista mantenere i tassi fermi anche alla luce di un miglioramento del quadro macro, dopo averli tagliati per complessivi 75 punti base in tre meeting. Le aspettative sul prossimo anno restano tuttavia ancora accomodanti, con i mercati che prezzano un taglio di 25 punti base nel 2020 (9 bps in meno rispetto ad una settimana fa).
Questa sarà anche la prima conferenza di Christine Lagarde alla guida della Bce. Nessun cambiamento di politica monetaria è atteso ma molta attenzione sarà posta alle comunicazioni e alle nuove proiezioni economiche dello staff. Secondo gli economisti solo le stime di inflazione per il 2020 potrebbero essere riviste leggermente al rialzo. Lagarde già nella testimonianza al Parlamento Ue ha più volte deviato dal discorso ufficiale e questo potrebbe avvenire anche nel corso della conferenza stampa. Importanti saranno anche le dichiarazioni in merito alle prospettive inflattive e all’interpretazione del target del 2% di inflazione.
Il 12 dicembre si riunirà anche la banca centrale turca: gli analisti prevedono un taglio dei tassi di 150 punti base al 12,5%, sempre più esposta alle pressioni del Presidente Tayyip Erdogan.
Il calendario macro sarà piuttosto scarno con pochi indicatori in agenda: produzione industriale in Francia, Italia, Uk, Eurozona, l’indice Zew tedesco, l’inflazione e le vendite al dettaglio in Usa. le vendite al dettaglio forniranno un quadro sulla forza dei consumi in vista dell’importante stagione natalizia.
Molto importanti saranno inoltre i negoziati Usa-Cina in vista del 15 dicembre, data da cui dovrebbero partire i nuovi dazi.
Articolo a cura dell’Advisory di Cassa Lombarda
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