Definire la giornata di ieri come piatta ci sembra una buona descrizione per aprire il nostro commento mattutino, con le uniche soddisfazioni, dal punto di vista tecnico, dopo aver trovato le resistenze di breve periodo ha continuato la sua corsa al ribasso, andando a toccare quota 43 dollari al barile e portandosi dunque al di sotto dei minimi precedenti, annullando di fatto la possibilità di creazione di un doppio minimo di inversione dal quale abbiamo consigliato di diffidare. Si aprono scenari di potenziale ulteriori ridimensionamenti dei prezzi del greggio, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico e a livello di inflazione.
I commenti sui prossimi dati relativi ai prezzi al consumo ed alle pressioni inflazionistiche, se seguiranno la scia di quelli visti fino ad ora, potrebbero essere improntati verso aspettative di disinflazione o di deflazione, scenari da combattere da parte delle autorità monetarie secondo i più ma che, a nostro avviso, non hanno nulla a che fare con aggiustamenti monetari (strette o alleggerimenti che siano), cosa che sembra stata compresa soltanto da Carney della BoE che ha dichiarato apertamente come non intenda combattere il rischio di disinflazione utilizzando la leva dei tassi, una mossa cha tenderebbe a contrastare non una discesa fisiologica dei prezzi ma un distorcimento derivante dai minori costi per approvvigionarsi di energia. Sul fronte valutario non abbiamo grosse novità di sorta da riportare e su cui ragionare se non il fatto che il dollaro continua a rimanere in posizione di forza relativa contro la maggior parte delle divise contro cui è quotato, con euro e sterlina che hanno cercato delle lievi correzioni non in grado, almeno per il momento, di ridimensionare sensibilmente i nuovi livelli di equilibrio raggiunti contro il dollaro all’interno di scenari che rimangono, nel medio periodo, potenzialmente di ribasso sia per l’uno che per l’altra.
Per quanto concerne le borse, continuiamo a ribadire i concetti che ci accompagnano da tempo andando a prendere atto di come le europee ci stiano dando buone soddisfazioni a livello di nuovi massimi assoluti sul Dax e relativi sul nostro Ftse Mib, con le americane che, in vista del FOMC di mercoledì, hanno provato a rialzare la testa andando ad inquadrare scenari potenzialmente rialzisti su time frame orari, se negati gli scenari potenzialmente ribassisti a 4 ore.
EurUsd L’idea di attendere prima di impostare eventuali vendite in limit a causa della difficoltà di individuazione di potenziali nuvole di ordini, considerando soltanto la possibilità di valutare eventuali approfondimenti sotto area 1.0490 è risultata buona ed ora ci troviamo con quotazioni che hanno formato nuovi massimi relativi e minimi crescenti, con una notte di consolidamento alle spalle. L’idea è quella di seguire l’eventuale approdo nelle aree di resistenza a 4 ore valutate ieri e che rimangono ancora valide (1.0635/75), dove eventualmente pensare a potenziali vendite di euro (a partire da 1.0655) nel momento in cui dovessimo trovarci con stocastico a 4 ore girato a ribasso, per potenziali ritorni verso 1.0615, 1.0590 e 1.0555, tenendo conto che in caso di tentativi di superamento di area 1.0695 il mercato potrebbe tentare delle correzioni rialziste più significative verso 1. 07 ¼ e ½. Dovessimo invece assistere a ripartenze dirette a ribasso, l’idea è quella di seguire potenziali tentativi di accelerazione oltre area 1.0545, per potenziali estensioni verso figura.
UsdJpy Buona l’individuazione dei livelli statici visti su UsdJpy, seppur la sua situazione tecnica risulti ancora di attesa e consolidamento, senza che si stiano palesando chiare opportunità operative. Continuiamo a seguire l’area passante per 121.05 che, se sorpassata, potrebbe lasciare spazio verso 120.60/75, area già visitata settimana scorsa e che se dovesse essere raggiunta con stocastico orario non in ipervenduto e a 4 ore lontano dal tale zona potrebbe lasciarci pensare a tentativi di approfondimento verso 120 ¼. Nel momento in cui i prezzi dovessero tentare delle ripartenze oltre il 121.65 già visto venerdì, potremmo attenderci dei tentativi di accelerazione verso 121.90 ed i massimi. Entrambi gli scenari, che continuano a risultare paritetici dal punto di vista di probabilità di realizzazione, potrebbero essere valutati in caso di mercato dollarocentrico, a causa della bassa volatilità stimata che disincentiva la valutazione leggera di tecniche di breakout secche.
GbpUsd Ottima la tenuta dell’inizio dell’area di resistenza studiata ieri (1.4820), che in mattinata ha condotto i prezzi alla prima area di target (fornendo quindi la possibilità di prendere profitto parzialmente e di proteggere eventuali posizioni con stop in pari) prima che le quotazioni si girassero a rialzo, andando raggiungere l’ultima parte di resistenze studiate sempre ieri (1.4850), livello intervenuto a freno delle risalite. Dopo una notte di congestione come visto sull’euro ed una price action che ha mostrato massimi crescenti e minimi che per il momento si stanno mantenendo sopra le ultime resistenze statiche di breve rotte ieri sulla risalita dei prezzi dopo la discesa mattutina, siamo in attesa di valutare eventuali rotture ribassiste di area 1.4790 prima di pensare a potenziali posizionamenti corti, per ritorni verso 1.4770, 1.4740 ed i minimi, ovvero di accelerazioni a rialzo che, nel momento in cui dovessero superare area 1.4860 potrebbero mostrare tentativi di raggiungimento di area 1.4890/1.4915, già studiata nel corso della giornata di venerdì.
AudUsd Non vorremmo risultare ripetitivi, ma non possiamo inventarci nulla. Ancora nessuna operatività sul cambio in questione che continua a mostrare una situazione tecnica non pulita che rende difficile l’individuazione delle potenziali nuvole principali di ordini. Difficoltà del genere rendono indirettamente pericolosa l’operatività in quanto si rischierebbe di effettuare ingressi a mercato senza che si realizzino i movimenti derivanti dall’esecuzione di tali ordini, per cui la prudenza sarà ciò che guiderà le nostre analisi, a costo di perdere dei movimenti importanti di mercato che però, ora come ora, è difficile ipotizzare.
a cura di Matteo Paganini, analista di Fxcm
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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