La sterlina tiene duro nonostante l’avvio dei negoziati per la Brexit

Finanza Operativa Finanza Operativa - 20/06/2017 16:50

A dodici mesi dal referendum che ha sancito la Brexit sono partiti oggi i negoziati ufficiali per l’uscita della Gran Bretagna dall’Eurozona e siamo certi che sarà un percorso lungo e tortuoso per il governo di Theresa May, soprattutto per il fatto che i Conservatori hanno perso la maggioranza alla Camera dei Comuni. Di contro, ci aspettiamo che i negoziatori europei provino ad avvantaggiarsi della situazione approfittando del momento di debolezza della premier.
 
La scorsa settimana la sterlina ha recuperato posizioni dal massiccio sell-off successivo ai risultati elettorali mentre oggi sembra tener duro contro la maggiorparte delle valute di riferimento con il cable che quota sotto 1,28 e il cambio EURGBP a 0,8740. Per ora gli investitori rimangono straordinariamente costruttivi sulla sterlina preferendo vedere il bicchiere mezzo pieno. Tuttavia, il livello di incertezza non cenna a diminuire e ci aspettiamo che il mercato realizzi una volta per tutte quanto stiano diventando complicati questi negoziati.
 
Dall’altra parte dell’Oceano, la banca centrale messicana si prepara a seguire chiaramente le orme della Fed. Dopo aver modificato la sua agenda due anni fa per seguire più attentamente i meeting della Federal Reserve e mantenere un differenziale di capitale che eviti i rischi di nuove fuoriuscite di capitale, crediamo che questa sera Banxico alzerà il costo del denaro al 7%. Per quanto riguarda il mercato valutario, infatti, la domanda di Peso dovrebbe proseguire tanto da vedere il cambio USDMXN ritracciare verso quota 17 per dollaro.
 
Contrariamente a ciò che si paventava, infatti, il Peso è una delle monete che ha guadanato maggiormente dall’inizio dell’anno. Oltre a ciò, il famigerato muro è lontano dall’essere realizzato e crediamo che non verrà per niente eretto. I mercati hanno perso molta fiducia nelle capacità di Trump di mantenere il suo programma e questo è certamente un elemento a sostegno delle quotazioni del peso. Al momento, infatti, nonostante la forza dimostrata dalla moneta locale, occorre non dimenticare che il Messico sta ancora pagando il prezzo della mancanza di investimenti nelle sue industrie e in particolare in quella del petrolio, dotata di infrastrutture ormai obsolete e che non consentono al Paese di essere competitivo.
 
Ciononostante, le costruzioni stanno aumentando notevolmente, così come la domanda di carburante: entrambi gli elementi lasciano supporre ulteriori sviluppi nell’industria petrolifera, per quanto occorrerà ricostituire gli investimenti  internazionali, scesi del 19% nel 2016.

A cura di Arnaud Masset e Yann Quelenn  analisti di Swissquote

Fonte: www.finanzaoperativa.com
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