Il buono, il “mediocre” e il cattivo

Finanza Operativa Finanza Operativa - 12/07/2016 13:06

Il nostro scenario principale presuppone una crescita leggermente più lenta, non apportiamo cambiamenti sostanziali all’asset allocation. Raccomandiamo qualche variazione all’interno delle asset class. Dopo la Brexit è aumentata l’incertezza in Europa. Manteniamo un approccio prudente, con una posizione sottopesata nel mercato azionario e sovrappesata in titoli di credito, ma riportiamo la liquidità su livelli neutrali. Suggeriamo di ridurre a sottopesata la posizione in azioni dei mercati emergenti europei ed in euro. Nell’ambito del reddito fisso portiamo a overweight i titoli del Tesoro USA, e dopo il brusco ribasso prendiamo profitto su spread sovrani europei e gilt.

L’Europa se la cava: l’esito del referendum per lasciare l’UE ha diffuso grande incertezza per il Regno Unito ed in misura minore anche per il resto d’Europa. Rivediamo le nostre stime di crescita per fine 2017, abbassandole di 2 punti percentuali per il Regno Unito e di 0,3 punti per l’Europa. Crediamo che la Banca d’Inghilterra abbasserà i tassi a zero e avvierà un piano di QE nel secondo semestre dell’anno. Non ci aspettiamo che la BCE intervenga ancora, oltre a prorogare il QE di sei mesi, senza modificare le regole di acquisto dei titoli. Nel frattempo, l’intensificarsi delle incertezze dovrebbe spingere la Fed a rallentare il processo di normalizzazione dei tassi di interesse almeno fino a dicembre.

Scenario negativo: i rischi politici potrebbero mettere alla prova le politiche macroeconomiche e frenare ancora la crescita. In tale scenario, la Banca Centrale Europea interverrebbe con un nuovo allentamento. La Federal Reserve si asterrebbe dall’alzare i tassi di interesse.

Scenario positivo: Rapidi negoziati confermano un rapporto solido tra Regno Unito e Unione Europea. L’avversione al rischio svanirebbe rapidamente. I rendimenti delle obbligazioni considerate un “porto sicuro” tornerebbero sui livelli pre-Brexit, mentre i mercati azionari registrerebbero una temporanea ripresa.

Il nostro punto di vista
– Suggeriamo di riportare la liquidità a una posizione neutrale.
– L’incertezza politica, la crescita più bassa e le valutazioni elevate confermano la posizione underweight in azioni.
– Un contesto di bassa crescita implica una preferenza strutturale per i titoli sovrani. Il credito resta sovrappesato grazie al supporto del piano di acquisti della BCE.

– Portiamo l’area euro a underweight. L’incertezza sul fronte degli utili, le valutazioni elevate e il beta alto invitano a una maggiore prudenza. Chiudiamo la nostra posizione sottopesata in Svizzera.
– Confermiamo la posizione sottopesata in azioni giapponesi per la valuta forte e le prospettive di utili meno brillanti. Le valutazioni restano comunque interessanti.
– Nei mercati emergenti suggeriamo di mantenere una posizione in linea con i mercati sviluppati, ma riduciamo a underweight la posizione nei mercati emergenti europei a fronte dei timori per la crescita.

– Le prospettive di crescita deboli abbinate ad interventi prudenti sul fronte della politica monetaria incideranno sui premi a termine a livello globale. Passiamo a una posizione long sui Treasury US dato che sono in parte rientrate le aspettative di un aumento dei tassi.
– Le pressioni sulla duration persisteranno nell’Eurozona, considerati gli interventi della BCE e lo scenario economico e politico attuale. Dopo il brusco crollo dei rendimenti prendiamo profitto e riduciamo il peso a neutrale. La stessa logica di investimento si applica ai Gilt britannici.
– Manteniamo o incrementiamo le posizioni sui breakeven negli Stati Uniti a fronte del rialzo dell’inflazione.

– Il credito riporterà probabilmente performance positive nonostante il deciso restringimento degli spread, rendendo meno interessanti le valutazioni (USA).
– Continuiamo a privilegiare il segmento high yield. La situazione patrimoniale è ancora sana, soprattutto in Europa, dove le imprese non hanno ancora ripreso a indebitarsi, come si evince dal rapporto tra debito netto ed EBITDA.

 

A cura di Axa Im


Fonte: www.finanzaoperativa.com
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