Il 2017 sarà meglio delle attese?

Finanza Operativa Finanza Operativa - 22/12/2016 15:21

A livello macro, il 2017 si delinea come un anno memorabile, in cui – per una volta – la crescita globale supererà le aspettative di cambiamento invece che disattenderle. 

Alcuni indizi. A inizio del 2016, c’erano dubbi più che legittimi sulla sostenibilità della ripresa economica. Questi dubbi nascevano da una contrazione dell’attività manifatturiera americana che, in cambio, ha portato la crescita dell’economia USA a deludere rispetto allo scenario di persistente debolezza nei paesi in via di sviluppo.

Tuttavia, alcuni segnali importanti cominciano a dirci che forse non è andato tutto così male. Nell’ultimo trimestre del 2016 i prezzi delle commodity industriali hanno iniziato a riprendersi dai minimi. La continua debolezza del prezzo del petrolio ha oscurato un generale rimbalzo delle commodity, ma era più che altro un indicatore in ritardo. La domanda di petrolio è rimasta consistente e alla fine i prezzi si sono ripresi dai minimi in maniera soddisfacente.

In Cina, il mix di politica monetaria aggressiva e politica fiscale morbida ha cominciato a dare i suoi frutti, fermando il rallentamento della crescita in un’economia importante come quella cinese. Negli USA, indizi recenti indicano un quadro di crescita moderatamente in aumento, mentre le condizioni economiche di Europa e Giappone si stanno dimostrando entrambe resilienti.

Stagnazione o ripresa?  Riusciranno le forze della stagnazione secolare a impedire ancora una volta una ripresa significativa della crescita economica globale? Certo, rimangono gravi fattori contrari. I livelli del debito e della capacità continuano a essere troppo alti, la domanda finale è ancora anemica e con ogni probabilità rimarranno anche quei fattori che stanno alla base di una produttività così inaspettatamente debole. Tuttavia, il miglioramento delle condizioni economiche nei Paesi in via di sviluppo, partito già all’inizio del 2016, sta cominciando a incoraggiare un’inversione di rotta nei tassi di crescita. Potenzialmente, questo potrebbe dare il via alla prima ripresa simultanea nella crescita economica globale dal 2010. Anche se difficilmente eguaglierà quella iniziata nel 2000, qualsiasi incremento della crescita sarebbe un importante cambio di direzione.

Pensiamo che ci siano buone probabilità che il miglioramento dei parametri di credito, la spesa stabile dei consumatori e l’atteso incremento nella spesa di capitale (sebbene da una base scarsa) portino a una pausa dalla stagnazione a lungo termine dell’economia globale. Ovviamente, questo sviluppo dipende dalla performance della Cina e qui, pur rimanendo i problemi strutturali, ci aspettiamo che l’impatto della politica fiscale di stimolo e della politica monetaria espansionistica stabilizzerà la crescita più a lungo di quanto si pensi al momento.

Altri mercati emergenti fondamentali, come il Brasile, continuano a invertire gli impulsi recessivi del passato, mentre Paesi improntati alle riforme, come India e Indonesia, sono a loro volta ben messi per mantenere i rispettivi tassi di crescita nel prossimo anno.

Crescita, inflazione e tassi di interesse. Qual è l’impatto sull’inflazione e i tassi d’interesse? Il contesto a lungo termine sembra intenzionato a rimanere disinflazionistico. Tuttavia, le ansie manifestate sulla deflazione dovrebbero diminuire. I tassi d’interesse potrebbero alzarsi più del previsto in alcune economie chiave, come gli USA, dal momento che vengono meno gli effetti del prezzo debole del petrolio.

Anche gli ingredienti della politica economica potrebbero cambiare, poiché ci si è resi conto in maniera più ampia degli effetti negativi prodotti dall’eccessiva dipendenza dalle politiche monetarie. Questo porta, in cambio, ad affidarsi di più alle politiche fiscali per promuovere la crescita, nonostante gli alti livelli di debito pubblico. Anche se l’aggiustamento potrebbe essere relativamente modesto, rappresenterà comunque un importante cambio di direzione rispetto agli ultimi trend. Paradossalmente, potrebbe essere positivo sia per il sentiment che per la crescita. Mentre i tassi di interesse reali rimarranno bassi rispetto al passato, non saranno tuttavia così cronicamente bassi come sono stati portati a credere gli investitori a metà del 2016.

Il ciclo della crescita si allarga?  Prezzare i tassi d’interesse comunque più alti e curve dei rendimenti più ripide possono inizialmente rivelarsi disagevoli mentre gli aggiustamenti sono ancora in corso, ma, ad eccezione di alcuni punti caldi di leva finanziaria, l’ampiezza del cambiamento nel nostro scenario potrebbe essere relativamente buona. Pensiamo che l’allontanarsi delle ansie sulla recessione, le prospettive di un’ulteriore estensione del ciclo attuale e di una situazione economia più armonizzata, dovrebbero alla fine combinarsi per sostenere gli asset di crescita.

A cura di Philip Saunders, co-Head of Multi-Asset di Investec Asset Management


Fonte: www.finanzaoperativa.com
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