L’Euro ha, per il momento, e solo per il momento, pienamente confermato la precedente ipotesi di “E’ ancora prematuro per esserne certi, ma è possibile un tentativo di rafforzamento dai livelli attuali.”, vedi https://bit.ly/3xlLEhb, in quanto rimbalza con decisione dallo scorso 26 luglio, ma ci troviamo ancora nelle immediate vicinanze della zona di pericolo.
In effetti, il nostro benchmark deve fare i conti con una situazione macroeconomica decisamente complessa, nonché in grado di provocare forte e improvvise oscillazioni sul Forex.
Anzi, è da troppo tempo che non assistiamo, per esempio sull’Eur/Usd, a movimenti intraday di oltre una figura o una figura e mezza circa, e la volatilità (annualizzata) a 10 giorni è molto bassa in questo momento; circa il 2.85%. Valore tendenzialmente in linea con quello relativo all’Euro index; ossia 3.21%.
Per la cronaca, dall’inizio del 2000 a ieri, su base settimanale, l’Euro index (da me calcolato) è stato per un terzo del periodo (33.66%) con una volatilità (a 10 gg annualizzata) inferiore al 5% e, per il 4.66% del periodo, con una volatilità inferiore all’attuale 3.21%. La divisa europea non sta molto tempo con una volatilità cosi bassa.
Cautela durante le prossime 4-6 settimane.
Oggi, sempre nell’intendo di diffondere l’analisi tecnica e, per rimanere in tema, vi propongo nella parte inferiore la volatilità (annualizzata) a 10 gg e la soglia del 5%, in alto il Relative Volatility Index (di Donald Dorsey) a 15 settimane (in verde) e a 50 settimane (in rosso). La parte centrale è interessata dall’Euro index con un Expert Advisor sulla volatilità, anche se non ottimizzato.
Come di consueto, vado curiosare tra gli elementi che compongono il mio Euro Index alla ricerca di eventuali spunti.
A livello complessivo, per quanto riguarda la tabella, nel 48% dei casi (invariato rispetto al 48% di 8 giorni fa) la divisa europea è in un contesto rialzista o moderatamente rialzista nei confronti delle altre divise, mentre le performance a 5 giorni evidenziano un indebolimento della divisa europea di -2.41% rispetto al South African Rand.
Ancora probabile un ulteriore rafforzamento della divisa europea, mentre avremo probabilmente, entro breve, qualche movimento daily puramente speculativo e un aumento di volatilità; forse in corrispondenza dell’uscita di qualche dato macro.
I movers e spunti sull'euro.
L’Eur/Usd rimbalza da 1.1751 e sembra in grado di proseguire verso l’alto; attenzione alla tenuta di 1.184 circa. L’Eur/Aud appare incerto dopo il massimo relativo di inizio settimana a 1.618; attenzione alla tenuta di 1.600/595. L’Eur/Chf è sui minimi dell’anno e sembra destinato ad abbassarli ulteriormente. L’Eur/Gbp si trova in relativa difficoltà in corrispondenza di 0.855 ciò che potrebbe compromettere, o per lo meno rimandare, un tentativo di ripresa. L’Eur/Jpy ha testato in varie occasioni una resistenza dinamica di breve/issimo periodo prima di indietreggiare. Positivo solo sopra 130.5. L’Eur/Nok consolida da qualche giorno al di sopra del supporto statico di 10.35 circa. L’Eur/Nzd realizza un triangolo di brevissimo periodo, ma potrebbe cedere sotto 1.685. L’Eur/Sek potrebbe realizzare un pullback down in corrispondenza dei livelli attuali, ma cautela. L’Eur/Try è in difficoltà dall’inizio di giugno e potrebbe generare un segnale rialzista sopra 10.15.
L’euro mostra qualche segnale operativo, ma la situazione è molto “ingarbugliata”.
Alcune idee sul dollaro Usa.
L’Usd/Cad cerca di rimbalzare nuovamente a seguito della tenuta di 1.242 e sembra intenzionato a riportarsi in corrispondenza di 1.275. L’Usd/Chf è fortemente in difficoltà e cerca di rallentare la discesa. L’Usd/Cny si mantiene in una situazione di equilibrio precario poco al di sopra del supporto di 6.45. L’Usd/Jpy è indebolito da un triplo massimo discendente e sembra diretto verso 107. Anche l’Usd/Nok potrebbe realizzare un pullback down dai livelli attuali. Positivo solo sopra 8.95/9.00. L’Usd/Sek rimbalza da un doppio minimo relativo a 8.54, ma deve confermare. L’Usd/Try perde terreno dal massimo relativo di 8.80 e dovrà mantenersi al di sopra del supporto statico di 8.33/0 per evitare il proseguimento della discesa. L’Usd/Zar ha generato un segnale ribassista a seguito del cedimento di 14.60 e tende a peggiorare ulteriormente.
Il biglietto verde è generalmente in difficoltà e interessa supporti strategici in un’ottica di breve periodo.
La seguente grafica mostra la tendenza di qualche importante cross.
Trade opportunity
Oggi ha attirato la mia attenzione il cross Gbp/Aud.
Un po’ di fantasia non guasta, normalmente…
La sterlina inglese ha iniziato l’anno in una situazione, a dire poco, critica, costituita dal test di un’importante supporto dinamico di medio periodo a 1.74 circa.
I più perversi vedono un ampio Testa & Spalle ribassista, con spalla destra composta, la qualche neckline ha retto egregiamente.
In effetti, la divisa di oltremanica ha così iniziato un trend ascendente che, durante lo scorso mese di luglio, ha beneficiato di un’accelerazione rialzista a seguito del test/superamento di 1.86 circa, mentre ha messo a segno, non più tardi di qualche giorno fa, un massimo relativo poco al di sotto di 1.900.
La sterlina appare tuttavia indecisa questa settimana e si prende una “pausa di riflessione”.
Dal punto di vista puramente tecnico, potrebbe indietreggiare momentaneamente fino 1.865 circa senza intaccare la fase di accelerazione, mentre il successivo supporto dinamico è individuato a 1.855/0.
La situazione rimane al momento rialzista ed è ancora probabile una nuova reazione positiva, forse a seguito di una breve flessione.
Direi di proseguire in questo modo.
Long su tenuta di 1.870/65 e sopra 1.890 con obiettivi rispettivi 1.890 e 1.912, poi 1.935 e 1.955/80. Short sotto 1.865 con obiettivi 1.855/0 (molto vicino) e 1.825/15 (supporto di medio periodo), poi 1.78/7.
A cura di Giovanni Maiani, analista tecnico di lungo corso e docente Siat.
Fonte: bluerating.com
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