El Niño: venti di cambiamento per i prezzi delle materie prime?

Finanza Operativa Finanza Operativa - 09/11/2015 16:28

Un numero infinito di fattori possono influenzare i prezzi delle materie prime. Quest’anno i titoli in prima pagina si sono concentrati sul fenomeno meteorologico globale noto come El Niño ed il suo potenziale impatto sui vari aspetti del mondo complesso delle materie prime. LaOptional Oceanic and Atmospheric Administration(NOAA), l’organizzazione responsabile per l’individuazione dei fenomeni meteorologici globali, in base ai propri dati prevede una probabilità superiore al 90% che El Niño continuerà a far sentire i suoi effetti nell’emisfero settentrionale nell’inverno 2015-2016 e si indebolirà progressivamente durante la primavera del 2016.

Cos’è El Niño? Solitamente sono i venti costanti che soffiano da ovest lungo l’equatore nell’area del Pacifico, portando un clima più caldo e temperature più elevate verso l’Asia. Il NOAA raccoglie e monitora i dati sulle temperature della superficie dell’acqua e dell’aria di tutto il mondo utilizzando una rete di boe segnaletiche posizionate nell’oceano Pacifico meridionale, dalle isole Galapagos all’Australia. Durante l’El Niño, le temperature della superficie dell’acqua aumentano e i venti costanti si indeboliscono. Dato che questo fenomeno trae energia da se stesso, la probabilità che si verifichi El Niño aumenta.

Qual è il possibile effetto di El Niño sul clima globale? Nonostante ogni manifestazione di El Niño sia diversa, durante l’evento del 1997, nel Pacifico orientale l’aria più calda del solito ha provocato un aumento delle piogge lungo la costa occidentale dell’America del Sud e siccità lungo la costa orientale. Il Perù e l’Ecuador hanno vissuto gravi inondazioni, mentre il Brasile e parte della Bolivia hanno avuto un periodo di siccità prolungato. In Australia, Indonesia e nelle altre aree del Sud- Est Asiatico, il cambio dei venti costanti solitamente causa condizioni di estrema siccità. Già quest’anno, l’Organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organization, WMO) ha riferito che El Niño ha avuto un effetto sui monsoni dell’Asia meridionale, con piogge di circa il 12% inferiori alla media. Il potenziale impatto sulle condizioni meteorologiche degli USA può essere più favorevole, in quanto El Niño potrebbe portare le necessarie piogge ed il clima più fresco nel Sud – Sud-Est degli USA ed un clima più caldo nella parte settentrionale del paese. Un’acuta manifestazione di El Niño, oltre a flagellare il mondo con incendi boschivi e rischi per la salute, come la febbre emorragica o la malaria, è in grado di condizionare i prezzi di molte materie prime di tutto il mondo.

Come può questo clima influenzare le materie prime? 

Cereali Di solito gli approvvigionamenti di cereali sono la materia prima più gravemente colpita dal clima, soprattutto il grano. Inoltre, dato che gli USA e l’Australia rappresentano circa il 30% delle esportazioni globali di grano, un brusco cambiamento meteorologico nel Midwest degli USA o una forte siccità in Australia possono colpire seriamente i prezzi a pronti. Qualsiasi brusca contrazione delle forniture di grano a livello globale è potenzialmente in grado di mettere una crescente pressione sui prezzi: ritengo che la velocità e la durata dell’inflazione dei prezzi sia probabilmente direttamente legata alla gravità dell’evento El Niño. Ciò nonostante, è importante notare che secondo l’analisi delle scorte di fine anno dell’USDA, le forniture globali di grano sono cresciute notevolmente dal 2010-2013, quando l’offerta mondiale era ristretta a causa del divieto russo alle esportazioni di grano e della siccità verificatasi nel 2012 nel Nord America.


Rame Anche l’offerta di rame della regione desertica Atacama del Cile settentrionale è vulnerabile alla dirompenza di El Niño. Il Cile settentrionale ha vissuto un periodo di forti piogge tra marzo ed agosto di quest’anno che ha provocato morti, strade allagate, colate di fango ed interruzioni di corrente, con la temporanea sospensione del lavoro in alcune miniere locali. Dato che il Cile produce circa un terzo del rame mondiale, ulteriori piogge nella regione, uno dei luoghi più aridi del pianeta, può comportare il rischio di interruzione delle operazioni estrattive con conseguente aumento dei prezzi del rame. Cacao Ritengo che l’aumento dei prezzi del cacao di circa l’8% nel solo mese di settembre sia ampiamente dovuto alla paura relativa all’impatto di El Niño. Dato che la produzione dell’Africa settentrionale rappresenta circa il 70% dell’offerta mondiale, i fenomeni meteorologici devono essere monitorati attentamente, in quanto si rischia di avere una brusca caduta della domanda di cacao per il secondo anno consecutivo.


di Andrea DiCensoSenior Absloute Strategies Analyst Loomis, Sayles & Co.


 

Fonte: www.finanzaoperativa.com

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