Dopo i Pir, ora gli incentivi fiscali alle Pmi che si quotano

Finanza Operativa Finanza Operativa - 24/10/2017 14:47

Dopo i PIR (Piani Individuali di Risparmio) ora il Governo favorisce le PMI che si quotano con un credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza e collocamento legati all’IPO su AIM Italia: è questa la novità contenuta nell’ultima bozza del Governo di Legge di Bilancio 2018. Il DDL dovrà essere approvato dal Parlamento (Senato e Camera nello stesso testo) entro fine 2017.

Anna Lambiase, Amministratore Delegato di IR Top: “Questa importante scelta governativa potrà fornire una risposta concreta al grande afflusso di liquidità proveniente sul mercato azionario dai PIR e alimentare un circolo virtuoso di nuove quotazioni su AIM, il mercato per la crescita delle PMI. Un incentivo alle imprese che taglia del 50% i costi di IPO nella modalità di credito d’imposta, nella nostra visione e conoscenza del mercato AIM, potrà stimolare significativamente nuove quotazioni di PMI nei prossimi anni con un importante impulso alla crescita della capitalizzazione e conseguentemente del PIL generato colmando l’enorme Gap che allontana la Piazza finanziaria nazionale dalle medie dei mercati europei, in primis Germania ove il rapporto Capitalizzazione su PIL si avvicina al 50% e Francia ove supera l’85%; tale rapporto per l’Italia negli ultimi anni sfiora infatti solo il 30%. Tutto questo dovrà però avvenire a nostro parere stimolando una crescita di qualità, che veda l’ingresso in Borsa di PMI eccellenti nel loro contesto competitivo, con buoni fondamentali e una logica di crescita sana e sostenibile che potrà portare un importante beneficio alla creazione di valore del nostro Paese incrementando il dato occupazionale.

Se la proposta governativa sarà trasformata in Legge, le nostre PMI eccellenti potranno ottenere un vantaggio competitivo anche a livello internazionale e attrarre nuovi investitori istituzionali. Ora occorre aumentare la cultura del mercato dei capitali e la conoscenza delle logiche di investimento che la quotazione porta alle imprese”.

In una Survey condotta da IR Top nel settembre 2016, emergeva da parte di Imprese e Investitori la richiesta di manovre correttive alla scarsa liquidità e alla mancanza di investitori istituzionali specializzati sulle Small Cap. Oggi, a distanza di un anno il contesto AIM è completamente cambiato grazie alla Legge di Bilancio 2017 che ha introdotto i PIR generando una rinnovata fiducia verso questo mercato azionario, una significativa crescita della liquidità che ha superato 1.6 Miliardi di Euro in 10 mesi quintuplicando il valore di riferimento del 2016, la nascita di oltre 50 nuovi fondi PIR dedicati alle Small Cap e performance FTSE AIM positive.

Questi gli effetti della apprezzata manovra governativa, unitamente alla crescita del numero di IPO che ha già quasi raddoppiato il numero complessivo dell’intero 2016. L’impatto dei PIR continua a generare un afflusso di risorse importante sul mercato secondario e si evidenzia ora la necessità di stimolare l’offerta di nuove PMI anche per evitare effetti “bolla” che già in alcuni titoli la “domanda PIR” sta generando in Borsa.

 

È allo studio la misura del credito d’imposta. L’Osservatorio AIM di IR Top stima costi fissi di advisory che, anche a seconda della complessità delle caratteristiche della PMI, variano nel range di 300.000 – 500.000 Euro, e costi variabili di collocamento di circa 360.000 Euro sulla base di un dato medio di raccolta che si attesta a 7,3 milioni di Euro.

La manovra potrebbe contribuire a raddoppiare le attuali dimensioni del mercato AIM Italia generando un importante incremento del numero di prossime IPO.

AIM ITALIA: LO STRUMENTO DI FINANZA ALTERNATIVA DEDICATO ALLE PMI

Il mercato AIM, il listino di Borsa Italiana dedicato alle PMI, lanciato nel 2009, si caratterizza per minori requisiti in fase di ammissione e adempimenti informativi post quotazione; rappresenta una valida fonte di finanziamento e un acceleratore dei progetti di crescita e competitività delle PMI.

A seguito dell’introduzione dei PIR (Piani Individuali di Risparmio), AIM Italia ha riscontrato una significativa crescita della liquidità e degli investitori specializzati PIR Compliant, oltre che una performance positiva riflessa nell’indice FTSE AIM Italia.

Negli ultimi anni il mercato AIM ha confermato il suo ruolo centrale nel favorire lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle PMI. Le società che hanno scelto la quotazione su AIM Italia riconoscono al mercato un’opportunità che si è concretizzata nella grande visibilità ottenuta sia a livello nazionale che internazionale, che ha permesso di rafforzare il proprio standing con la possibilità di accedere a nuova finanza, continuando a mantenere  il controllo della propria azienda.

In particolare, attraverso la quotazione su AIM Italia  le PMI:

  • ottengono nuovi capitali per implementare i piani industriali;
  • migliorano la percezione esterna del proprio brand;
  • aumentano la forza contrattuale nei confronti di clienti e fornitori;
  • rafforzano lo standing aziendale attraverso il ritorno mediatico;
  • colgono opportunità per espandere il business in nuovi mercati;
  • accelerano i processi di internazionalizzazione ed M&A.

Il raggiungimento di questi vantaggi di IPO avviene mantenendo la propria autonomia decisionale e gestionale. È ricorrente la percezione che la quotazione su AIM sia l’occasione per riflettere e affinare le strategie, misurare i risultati, conoscere e approfondire l’analisi degli scostamenti a budget e imparare a dialogare con gli investitori.

 

AIM COME IMPORTANTE VOLANO PER LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE

Le società AIM Italia nel 2016 offrono lavoro a oltre 16.000 dipendenti, con una crescita in media del +22% rispetto al 2015. I settori che, in media, occupano il maggior numero di risorse sono Healthcare, Industria, Moda e Lusso.

 

Società AIM Italia DIPENDENTI

 

2016

DATO MEDIO  2016 Var % 2016/2015 Var % da IPO
Healthcare 4.684 1.171 +20% +17%
Industria 3.875 484 +14% +21%
Moda e Lusso 1.800 450 +7% +68%
Alimentare 1.421 355 -20% -9%
Telecomunicazioni 227 114 +4% +59%
Tecnologia 1.183 108 +13% +63%
Finanza 907 91 +46% +12%
Servizi 321 80 +31% +50%
Media 1.167 73 +39% +85%
Energia ed Energie Rinnovabili 675 68 +15% +123%
Chimica 12 12 +20% +100%

Fonte: Osservatorio IR Top su AIM Italia – Settembre 2017

I primi 5 settori che hanno registrato il maggior incremento dalla data di IPO sono Energia ed Energie Rinnovabili (+123%), Chimica (+100%), Media (85%), Moda e Lusso (68%) e  Tecnologia (63%). Il dato sul settore alimentare è influenzato da operazioni straordinarie che hanno comportato una variazione del perimetro di attività, senza evidenza del dato proforma.

Dalla data di IPO, in media, le società segnano una crescita nel numero dei dipendenti, rispetto al dato 2016, pari al 61%.

I COSTI DI QUOTAZIONE: ADVISORY E COLLOCAMENTO

Uno dei maggiori ostacoli rilevati dalle società italiane alla quotazione in Borsa è rappresentato dai costi di IPO. I costi che l’Emittente sostiene per il processo di quotazione possono essere raggruppati in due macro categorie: costi fissi di advisory e costi variabili di collocamento.

I costi fissi sono espressi in funzione della struttura, dimensione e della complessità aziendale e, a prescindere dall’esito dell’operazione, includono tutte le consulenze specifiche necessarie per valutare la fattibilità di IPO e supportare la società nel processo. I costi variabili si riferiscono al collocamento del titolo sul mercato e sono definiti come percentuale sulla raccolta complessiva di capitale (OPS + OPV).

 

I principali soggetti coinvolti nel processo di IPO risultano i seguenti:

ATTORI ATTIVITÀ TIPOLOGIA COSTO
 

 

ADVISOR FINANZIARIO

Soggetto indipendente specializzato sugli ECM

 

 

 

Studio di fattibilità di IPO

Supporto all’imprenditore nel processo di IPO

 

 

 

Fisso

 

 

 

NOMAD

Istituzione finanziaria garante dell’operazione di IPO

 

 

 

Due diligence (finanziaria  e di business) e Documento di Ammissione

Collocamento

 

 

Fisso

 

Variabile

 

 

SOCIETA’ DI REVISIONE

Soggetto iscritto all’Albo Speciale Consob

 

 

 

Giudizio sul Bilancio aziendale e Comfort Letter

 

 

Fisso

 

 

SOCIETA’ DI COMUNICAZIONE E IR

Soggetto specializzato nella gestione dei rapporti con gli Investitori Istituzionali

 

 

 

Comunicazione finanziaria regolamentata Gestione delle Investor Relations

 

 

 

Fisso

 

 

STUDIO LEGALE E FISCALE

 

 

 

Due diligence legale e fiscale

 

 

Fisso

 

 

BORSA ITALIANA & MONTE TITOLI

 

 

Listing Fee

 

 

Fisso

 

 

L’incremento delle IPO sul mercato AIM potrebbe agevolare la crescita del PIL del nostro Paese contribuendo a canalizzare l’importante afflusso di liquidità rinveniente dai PIR.

Riteniamo che il credito d’imposta debba essere riconosciuto solo per la quota parte relativa all’aumento di capitale (OPS) all’interno dell’operazione di IPO, non per la parte in vendita (OPV), favorendo così l’afflusso di risorse esclusivamente finalizzate all’implementazione del progetto di crescita d’impresa. Si tratterebbe pertanto di un vantaggio fiscale per l’Emittente con esclusione della eventuale quota di competenza degli azionisti venditori. Il credito d’imposta dovrà spettare inoltre alle società oggetto della Business Combination per le operazioni condotte dalle SPAC (Special Purpose Acquisition Company); infatti questo modello ha visto un importante sviluppo negli ultimi due anni, e in particolare grazie al nuovo afflusso di liquidità 2017, principalmente per le caratteristiche di tutela dell’investimento a favore dei sottoscrittori del veicolo quotato.

Nella prassi di mercato la raccolta in IPO è in media strutturata per il 92% in OPS e per l’8% in OPV (Fonte Osservatorio IR Top su AIM).


Fonte: www.finanzaoperativa.com

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