Cosa aspettarsi dopo le elezioni in Turchia

Finanza Operativa Finanza Operativa - 21/10/2015 15:13

La Turchia tornerà alle urne il 1° novembre, dopo che il partito AKP non è riuscito a formare un governo di coalizione lo scorso giugno. Le prossime elezioni saranno osservate da vicino in tutto il mondo, con la Turchia nel mezzo di una crisi politica con ondate crescenti di violenti attacchi a livello interno, così come al confine turco-siriano con l’Iraq.
 

Il partito AKP ritiene di poter fare meglio nella prossima tornata elettorale, dato il cambiamento nel sentiment degli elettori, legato all’intensificarsi del conflitto con l’ISIS. E questo può favorire l’AKP perché, con gli attacchi ai separatisti del PKK e all’ISIS, mostra l’intenzione di portare la pace nel paese. L’AKP può aspettarsi di conquistare qualche voto dall’area nazionalistica e dal centro.
I tragici attentati ad Ankara stanno surriscaldando l’atmosfera in Turchia prima delle elezioni. Tutte le parti in gioco si stanno reciprocamente addossando le responsabilità degli attentati. Erdogan accusa i terroristi (Isis, Pkk) e il partito HDP sta accusando il governo di non aver messo in campo le misure di sicurezza necessarie durante le manifestazioni o perfino di complicità negli attacchi. Tutto ciò aumenta il grado di incertezza politica, così come di quella relativa al risultato elettorale, facendo così anche salire il rischio di un conflitto interno perenne. Ma, in maniera sorprendente, la reazione del mercato azionario fino ad ora è accettabile e la divisa ha registrato una perdita ridotta nei confronti del dollaro. Ciò dimostra quanto le brutte notizie siano già prezzate e che gli investitori siano posizionati in maniera difensiva.
 

Outlook economico. Le campagne elettorali dei differenti partiti come l’AKP, l’HDP filo-curdo così come il filo-nazionalista MHP, hanno incrementato la polarizzazione del popolo turco. La maggioranza dei partiti, fatta eccezione per l’AKP, sono contrari ad un sistema di governo presidenziale. In questa tornata elettorale, la pressione dell’opinione pubblica sui partiti affinché formino una coalizione di governo e raggiungano un consenso sarà molto più alta. Formare una coalizione di governo è una chance affinché la Turchia cambi e funzioni con diverse opinioni politiche. Ma sarà un percorso accidentato. Le possibilità che la nuova coalizione di governo non mantenga il potere a lungo a causa della polarizzazione delle view politiche sono infatti alte. Infine, c’è la possibilità di una rottura della coalizione e di nuove elezioni tra 12-18 mesi.
 

L’impatto economico. E’ probabile che, se il partito AKP riuscisse ad ottenere voti sufficienti per andare al governo da solo, sull’azionario si possa assistere a un rally “di sollievo”. Tuttavia, il rischio è che Erdogan continui ad intervenire nel processo decisionale politico. Questo sarebbe negativo per il sentiment degli investitori nel lungo periodo. Lo scenario più favorevole dal punto di vista economico prevede che l’AKP ottenga la stessa percentuale di voti delle elezioni di giugno (41%) e formi una coalizione di governo. Ma la stabilità di questa coalizione rimane un punto interrogativo nel lungo periodo; le differenze politiche porteranno di tanto in tanto a delle frenate e l’AKP non è disposto ad accettare le opinioni degli altri partiti. Una domanda importante riguarda la scelta delle figure politiche chiave che siederanno nella stanza dei bottoni in materia di economia e banca centrale. La probabile ulteriore debolezza economica nel caso in cui non si formerà un governo stabile, comporta un incremento del rischio di downgrade da parte delle agenzie di rating.
 

L’impatto sul mercato azionario. Da inizio anno la lira turca è precipitata per più del 20%. I tassi d’interesse si sono innalzati, mentre la fiducia dei consumatori ha toccato minimi che non si vedevano da molti anni. L’incertezza politica in Turchia continua a destare le preoccupazioni degli investitori, con quelli stranieri che stanno vendendo le azioni turche. Allo stesso tempo, la Banca Centrale di Turchia continua a camminare su un sentiero molto stretto, dovendo affrontare il dilemma del rialzo dei tassi d’interesse in un economia in rallentamento rispetto a una valuta in indebolimento e ad alti livelli di inflazione.
 

Le azioni turche stanno attualmente trattando ai livelli più bassi da molti anni in valori espressi in dollari, facendo del listino uno dei mercati in maggior perdita quest’anno e registrando performance peggiori del 15% rispetto all’intero comparto dei Mercati Emergenti. Gli investitori hanno ridotto la loro esposizione alla Turchia anche a causa di battute d’arresto del mercato, dovute all’incertezza politica che possono creare buone opportunità d’acquisto.
 

Il tasso di cambio reale in vigore è crollato ai suoi livelli più bassi da dieci anni, cosa che dovrebbe aiutare le società orientate alle esportazioni così come quelle del settore turistico – un importante settore che guadagna valuta estera. Ma gli attacchi terroristici sul suolo turco o nelle vicinanza, potrebbero seriamente impattare il settore turistico nazionale, uno dei più grandi generatori di reddito.
Anche i prezzi bassi dell’energia aiutano la Turchia poiché una quota molto ampia del disavanzo delle partite correnti deriva dalla componente energetica. Con una crescita del 3,8% del Pil nel secondo trimestre del 2015 rispetto all’anno scorso, l’economia sta andando meglio rispetto alle aspettative. Anche gli utili societari hanno superato le attese nel primo semestre dell’anno.
 

Sulla base dei recenti sondaggi, Il risultato elettorale più probabile è una coalizione di governo, probabilmente tra AKP e CHP, la più vicina alle esigenze del mercato.


A cura di Erdinç Benli, Co-Head del team azionario globale Emerging Market di Gam


 

Fonte: www.finanzaoperativa.com

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