Il Mercato cinese dei veicoli elettrici è cresciuto molto negli ultimi 5 anni, superando quello statunitense già nel 2015. Nel 2017, si stima che in Cina saranno prodotti 500,000 (New Energy Vehicles, altro nome per le auto elettriche), ovvero il 50% delle vendite complessive globali di auto elettriche. Il dominio cinese nel mercato delle auto elettriche è appena cominciato, e ciò non dovrebbe essere una sorpresa.
Nel 2012 la Cina ha inserito i NEV tra le “Industrie Strategiche Emergenti 2025” e comunicato l’obbiettivo di diventare leader mondiale del settore. Nel 2015 è stato dichiarato il target di 5 milioni di NEV sulle strade entro il 2020. Nel settembre del 2017, in linea con le posizioni di Norvegia, Francia e Regno Unito, il ministro dell’industria e dell’IT cinese ha annunciato l’intenzione di termine in un futuro prossimo la produzione e la vendita di veicoli con motori a combustione interna (ICE).
Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, il governo cinese ha introdotto nel 2015 generosi sussidi e vincoli più stringenti per i produttori, oltre a politiche di supporto come ad esempio l’installazione gratuita di punti di ricarica, restrizioni alla circolazione ridotte e l’esenzione dalla “lotteria delle targhe”. Sono anche state emesse, a marzo 2017, 15 licenze per la produzione di NEV, le uniche previste per i prossimi anni, di fatto congelando la struttura dei produttori di componenti per questi veicoli per la prossima decade.
Gli interventi governativi, e in particolare gli incentivi, si stanno comunque riducendo, ed è in programma la loro rimozione entro la fine del 2020. Si tratta di una manovra necessaria per spingere l’innovazione e assicurare il successo economico dell’operazione cinese sull’auto 2.0. Per raggiungere la parità dei costi di produzione rispetto ai veicoli a combustione interna e svincolarsi dai sussidi, i costi per la produzione dei NEV devono diminuire. Fondamentali saranno i miglioramenti tecnologici e i ridotti costi dei materiali.
Negli ultimi cinque anni il costo delle celle delle batterie è già sceso del 30% grazie all’aumento dei volumi e ai passi avanti della tecnologia. Le batterie che adottano le ternary technologies (ossia batterie basate su tre componenti chimiche, due delle quali – nichel e cobalto – fisse) sembrano essere destinate a diventare la fonte di energia ideale per i NEV.
Le implicazioni industriali che il passaggio dalle precedenti tecnologie alle batterie ternary comporta, in particolare per l’approvvigionamento di materie prime, sono particolarmente significative. Il mercato del litio, contrariamente a ciò che si crede, dovrebbe mantenersi stabile nei prossimi anni. È invece il cobalto l’aspetto più critico,data la scarsa disponibilità e l’alta concentrazione che caratterizzano questo elemento (la Repubblica Democratica del Congo da sola è responsabile della produzione del 62% del totale globale) e la crescita attesa della domanda di NEV pari a 8 volte quella attuale entro il 2025.
Il governo cinese ha tuttavia assicurato una fornitura di cobalto per l’industria NEV domestica per gli anni a venire grazie all’acquisizione della miniera di Tenke (RDC) tramite la statalizzata China Molybdenum e la promozione delle pratiche di riciclo del cobalto. Il 54% dell’attuale produzione di concentrato di cobalto è cinese, rendendo il Paese asiatico già leader della parte “superiore” della catena di creazione di valore dei NEV.
La chiarezza del percorso su cui è indirizzata la tecnologia NEV e la dinamica della curva dei costi offrono un caso di investimento davvero interessante. L’universo NEV cinese viene scambiato al momento con una crescita dei rendimenti attesa pari al 27%, un rapporto prezzo-utili con un multiplo pari a 22 e ROE del 15%. Per cogliere tutte le opportunità offerte dalle ambizioni cinesi nel settore auto 2.0 è importante investire su tutta la value chain, dalle materie prime alla produzione di batterie, dalla gestione del ciclo di vita delle fonti di alimentazione allo sviluppo dei powertrain.
Come menzionato dal Presidente Xi nel discorso di aperture del 19° Congresso del Partito, “dovremmo trattare l’ambiente così come trattiamo le nostre vite”. Aumentare la penetrazione delle auto elettriche senza affrontare il problema della sostenibilità della fornitura di energia elettrica, l’altra maggiore causa di inquinamento in Cina, sarà sfidante. I target per il 2020 decisi nel 2015 sono già stati raggiungi, con tre anni di anticipo.
Nell’ambito della riforma lato offerta, insieme alla stretta implementazione delle normative ambientali per i grandi inquinatori industriali e lo sviluppo dei veicoli ad energia alternativa, ci aspettiamo che i target per il 2020 relativi alle energie rinnovabili saranno rivisti al rialzo in futuro. Le attuali valutazioni dei produttori di attrezzature eoliche (media dei multipli prezzo/utile stimato per il 2018 pari a 7 volte) e degli operatori del settore delle energie rinnovabili (media dei multipli prezzo/valore contabile 2018 atteso pari a 0,8 volte) offrono punti d’ingresso molto interessanti.
A cura di François Perrin - Portfolio Manager di East Capital
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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