La stagionalità a Wall Street conferma la prospettiva di una prima metà del mese all'insegna del rialzo (ulteriore). Meno scontata la prospettiva per la borsa italiana: che fa i conti con l'avvenuto raggiungimento di obiettivi di lungo periodo, e risulta zavorrata dal settore bancario.
Piazza Affari continua a recapitare segnali poco incoraggianti. Nell’ultimo mese (21 giorni), il FTSE MIB è risultato il quinto peggiore indice fra le borse del G25; il secondo peggiore, fra gli indici occidentali, dietro l’Ibex spagnolo. Evidentemente il sovrappeso concesso al settore bancario ha zavorrato non poco gli indici mediterranei, nel momento in cui i tassi internazionali sono tornati a flettere, in concomitanza con le prime delusioni sul fronte macro: ieri il CESI Usd ha raggiunto lo zero (0.4, per l’esattezza). A testimonianza di un’economia che non riesce più a sorprendere in positivo.
Le ripercussioni alle nostre latitudini non si sono fatte attendere. I segnali di esaurimento del rialzo un mese fa, forniti dall’analisi della regressione lineare, sono coincisi con il conseguimento di importanti proiezioni per l’All Share Italia. Il primo affondo è stato seguito da un recupero, mai spintosi però oltre le resistenze più breve periodo (short stop giornaliero). Il tonfo di ieri è stato impressionante non tanto per l’indice, quanto per l’universo delle società quotate: 11 società in ribasso per ogni società in rialzo. Drammatico il confronto fra Down Volume ed Up Volume: tale da condurre ad un TRIN fuori scala.
In altri momenti il calo di ieri, abbondantemente superiore al 2%, sarebbe stato accolto con una certa sufficienza. Dopotutto gli ultimi episodi simili (20 aprile e 21 dicembre scorsi) sono coincisi con un minimo, dal quale il mercato è comunque ripartito; non senza qualche affanno iniziale. E tutto sommato l’argine offerto dalla media mobile a 50 giorni ha tenuto, seppur a fatica (vale evidentemente anche per l’Eurostoxx50).
Ma con l’indice della borsa italiana che, nella versione total return, è reduce ora dalla sollecitazione della parete superiore del canale ascendente di durata ultradecennale; qualche cautela aggiuntiva si impone.
Se dunque l’indice è destinato a ripartire, lo deve fare immediatamente. Un nuovo calo abbatterebbe l’argine mostrato nel rapporto di oggi, sempre efficace da novembre in poi. A quel punto il quadro si complicherebbe non poco.
Seduta negativa ma senza eccessivi patemi per Wall Street, con lo S&P500 che mostra una reazione esemplare dopo aver sollecitato millimetricamente il supporto giornaliero. La stagionalità suggerisce ancora la possibilità di un ulteriore progresso da qui ad una settimana, prima che le forze del mean reverting inducano finalmente il consolidamento contemplato a questo punto dai modelli previsionali.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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