Quando erigiamo un monumento a Mario Draghi?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 23/10/2015 12:58

Gli investitori dovranno pur concordare un giorno sull'opportunità di erigere un monumento intitolato a Mario Draghi. Il governatore della BCE ieri a Francoforte ha decisamente aperto alla prospettiva di rivedere a dicembre il corrente stimolo monetario, che sarebbe espanso in termini temporali e di ammontare mensile. Al contempo, si paventa la concreta possibilità che il tasso sui depositi bancari presso Eurotower, già negativo, venga ulteriormente inasprito per incoraggiare l'impiego della liquidità da parte degli istituti di credito.

Questo annuncio ha avuto una serie di effetti: il crollo dell'euro e lo speculare recupero del dollaro, che mettono la Fed nell'angolino, costringendola ad accantonare un aumento dei tassi di interesse che esaspererebbe ulteriormente le già stringenti condizioni finanziarie; inoltre, riposiziona verso il basso l'intera curva dei rendimenti della zona Euro. Anche in Italia, dove per la prima volta nella storia i titoli di Stato a due anni vantano un rendimento negativo: occorre pagare al Tesoro lo 0.10% all'anno per godere del privilegio di prestare senza interessi i propri risparmi allo stato italiano per 24 mesi. Il bilancio pubblico ringrazia; il governo pure.

Non mancheranno le polemiche circa la conferma di una misura che finora ha fallito l'obiettivo di risvegliare le aspettative inflazionistiche. Probabilmente il governatore Draghi intende stimolare la ripresa economica, che nelle ultime settimane ha perso qualche colpo, stando alla pendenza negativa assunta nelle ultime tre settimane dal CESI. Come si può notare, l'indicatore delle sorprese macro ha puntato stabilmente verso l'alto nel quadrimestre giugno-settembre; in questo discostandosi significativamente dalla performance dell'Eurostoxx, visibilmente in ritardo. Ci si chiede se il riallineamento avverrà verso l'alto, con le borse europee che tentano di recuperare il tempo perduto; o a metà strada, con il CESI in ulteriore calo malgrado i buoni propositi di Francoforte.

Ieri nel frattempo gli operatori hanno fatto shopping di opzioni put sull'indice, scambiate in misura pari a più del doppio rispetto alle call per la seconda volta negli ultimi sei giorni.


Gaetano Evangelista
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