I mercati azionari si concedono una fisiologica pausa. A Wall Street lo S&P500 è prevedibilmente contenuto dall'ultimo diaframma tecnico, attorno ai 2800 punti, prima della formazione a quel punto pressoché automatica di nuovi massimi storici. Stop anche per la tecnologia: il Nasdaq fa un passo indietro, dopo aver registrato un nuovo massimo storico, mentre la successione di sedute positive per l'indice SOX dei semiconduttori si arresta a 7 sedute.
Ed è un peccato, perché storicamente una sequenza di otto sedute positive di fila, per il SOX, è stata seguita in tutti i casi registrati, tranne uno, da uno S&P500 in progresso a distanza di sei mesi. Ma forse sarebbe stato chiedere troppo, ad un mercato sì bullish ma ragionevolmente a fine ciclo. Restano però le implicazioni di medio periodo: sette rialzi consecutivi per il SOX hanno prodotto una performance benigna, a distanza di una settimana, per il Nasdaq, nel 77% dei casi. Ciò conferma la natura temporanea della corrente pausa.
In Europa si riparte da un Eurostoxx nei pressi dei 3400 punti. Dal punto di vista delle onde di Elliott il recente doppio minimo avrebbe soddisfatto la condizione minima per un bottom: tutto il consolidamento partito la primavera dello scorso anno, avrebbe finalmente raggiunto il suo obiettivo. Sarebbe però ora prescritto il superamento della media mobile a 200 giorni, in area 3500 punti, come necessaria conferma. D'altro canto, se sulla carta l'Eurostoxx potrebbe anche conseguire l'obiettivo situato più in basso, e tecnicamente più corposo di quello raggiunto; come sappiamo ciò implicherebbe la violazione definitiva del long stop mensile. E ciò metterebbe in serio disagio l'investitore tipo.
Su Piazza Affari ci siamo abbondantemente soffermati. Malgrado la fiammata di gennaio, le quotazioni si collocano tuttora sui medesimi livelli di sei mesi fa. Ri-accumulazione o distribuzione? gli indizi proposti nel rapporto di ieri orientano la previsione in un senso ben definito...
Gaetano Evangelista
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