Amici e Colleghi,
guardando su Facebook la pubblicità di tanti miei colleghi, mi è tornata in mente la storia del RE DELLA BORSA. Si, è realmente esistito.
Torniamo indietro nel tempo: 25/30 anni fa (non ricordo con precisione), c’era ancora la nostra liretta.
Internet era agli albori e i libri che trattavano l’argomento borsa si contavano sulle dita di una mano. Monca.
I più “sgamati” seguivano il mercato con il Televideo della Rai; gli altri facevano finta di leggere Il Sole 24 Ore e conoscevano i prezzi delle azioni soltanto il giorno dopo.
Quando compravi le azioni pagavi il mitico 7 x mille: vuol dire che se compravi cento milioni di lire (i nostri 50.000 euro), sganciavi 350 euro di spese (fai un confronto !).
Stop Loss ? Mai. Allora la strategia vincete era quella di “mediare”. Non ho mai visto qualcuno vendere in perdita. Si resisteva fin che si poteva.
Il RE della BORSA era un signore “reggiano” che aveva un metodo di trading che gli permetteva di guadagnare sempre. Lui ogni mese incassava un tot di milioni e il mese successivo aumentava sempre le plusvalenze.
Quando entrava al Credito Romagnolo, la banca con la quale faceva le operazioni, era trattato quasi come un Dio per via di tutti i milioni di commissioni che generava.
Un giorno, davanti ad un tot di persone ansiose di conoscere come faceva, spiegò il suo metodo di trading.
La maggioranza degli ascoltatori, seppur non capendo un accidente, rimase estasiata. Io pensai: ma questo è un suicida !
Però, come capita sempre, chi guadagna ha sempre ragione e se tu ti permetti di evidenziare qualche “punto critico” vuol dire che, siccome non sei capace come lui, sei anche invidioso.
Nel frattempo il Re della borsa continuava a macinare utili come se niente fosse.
Effettivamente ci furono due momenti un po’ critici. Per ben due volte suonò la campanella del “margin call” ma lui era talmente importante (e il direttore della banca non aveva compreso i rischi di questo trade) che la banca fece finta di niente e lui continuò nell’impresa.
Finchè, un pessimo giorno, si sentì una sirena lacerante e intervennero direttamente i pezzi grossissimi dell’istituto di credito mettendo fine in maniera ingloriosa all’impresa di questo mitico “borsista”.
Il quel terribile mese il risultato fu: cancellati in un botto i meravigliosi guadagni di due o tre anni, venduta una farmacia e due o tre immobili personali per mettere una pezza al buco che si era formato.
Il direttore della filiale di Reggio Emilia del Rolo trasferito, inspiegabilmente, dall’oggi al domani.
Ma che cos’era successo ?
La strategia del Re della borsa era molto semplice. Senza alcun grafico (l’analisi tecnica non aveva ancora preso piede), aveva notato che il MIB 30, l’indice di allora, si muoveva sempre tra 14.000 e 16.000 (salvo piccole sbavature da una parte all’altra).
Quindi: quando l’indice arrivava vicino ai 16.000, lui vendeva “tonnellate” di CALL molto OUT of the MONEY.
Incassava poco per ciascuna ma il loro numero era veramente spropositato.
Ipotizzando che più di tanto non sarebbe salito, la sua intenzione era quella di veder azzerate le opzioni in maniera da incassare il prezzo a cui le aveva vendute.
Sui minimi, invece, vendeva le PUT. Sempre con la stessa logica: aspettava di vederle a zero e incassava il controvalore.
A questa strategia ne aggiungeva un'altra: l’importo guadagnato veniva impiegato il mese successivo. Eravamo di fronte ad una specie di “interesse composto”.
Il mese in cui l’indice ha rotto con forza i 16.000, ovviamente, aveva il record di CALL vendute. E il margin call, vista la violenza del rialzo dell’indice, non è stato capace di tamponare la tragedia.
Morale della favola: questo signore, prima dell’unico trade perdente, aveva un record di vincite del 100%!
Report a cura di Franco Meglioli
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