Pensioni e quota 41: tutto quello che devi sapere!

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 01/03/2022 13:07

Nel sistema previdenziale italiano sono presenti diversi trattamenti pensionistici, che permettono l’uscita dal lavoro anticipata e precoce.

È stato più volte riformato e, soprattutto, durante gli ultimi anni, ha subito qualche intervento. La recente Legge di Bilancio del 2022, infatti, ha prorogato, per il 2022, due trattamenti che permettono l’uscita anticipata dal lavoro, ovvero Opzione Donna e Ape Sociale e, inoltre, ha introdotto Quota 102 al posto di Quota 100.

Quota 102, però, non è altro che una misura “ponte” introdotta nell’attesa della riforma delle pensioni, prevista nel corso del 2022.

Ritornando alle pensioni anticipate, in questo articolo ci occuperemo di un trattamento pensionistico molto particolare, che permette di andare in pensione precocemente. Stiamo parlando di Quota 41. Analizziamo chi può accedervi e come funziona.
 

Pensioni precoci: cos’è Quota 41?

Per poter andare in pensione in anticipo o precocemente, è necessario essere in possesso di alcuni specifici requisiti, in alcuni casi, molto stringenti. 

Infatti, non tutti i lavoratori hanno la possibilità di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Tra tutti i trattamenti pensionistici che prevedono l’uscita più flessibile dal lavoro, Quota 41 è, probabilmente, la più particolare.

È stata introdotta già da qualche anno, ovvero dalla Legge di Bilancio del 2017 e attuata dal DPCM n.87/2017, e consente a tutti i coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto e in possesso di alcuni specifici requisiti di accedere alla pensione anticipata.

In particolar modo, possono accedere a Quota 41 i lavoratori che hanno maturato dodici mesi di contributi versati prima del compimento dei diciannove anni di età e che, entro il 31 dicembre del 2026, raggiugono il versamento di quarantuno anni di contributi.

Come si può ben intendere, si tratta di un tipo particolare di pensione anticipata rivolta, esclusivamente, a tutti coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani.

Per cosa sta il numero 41 di Quota 41? Indica che è necessario aver maturato quarantuno anni di versamenti contributivi per poter accedere a questo trattamento pensionistico.
 

Quota 41: chi sono i lavoratori precoci?

Per poter beneficiare di Quota 41, è necessario essere, innanzitutto, in possesso di alcuni specifici requisiti. Tuttavia, prima di andare ad elencarli, è bene capire chi sono i lavoratori precoci: si raggruppano nelle seguenti categorie.

La prima categoria racchiude i lavoratori dipendenti, in stato di disoccupazione, che sono stati licenziati o che si sono dimessi - per giusta causa o per aver cessato, consensualmente, il rapporto di lavoro. Inoltre, non devono percepire indennità di disoccupazione da almeno un trimestre.

La seconda, invece, riguarda i lavoratori dipendenti oppure autonomi con un’invalidità di almeno il 74%, accertata da parte di commissioni medico-sanitarie.

La terza categoria si riferisce ai lavoratori che, da almeno un semestre, assistono un familiare con handicap. A tal proposito, così come viene indicato nelle FAQ pubblicate dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, per poter accedere alla pensione precoce, non è necessario aver goduto dei permessi concessi dalla Legge 104 del 1992 oppure ad altre forme di congedi.

La seguente categoria riguarda i lavoratori che hanno svolto mansioni usuranti (ovvero attività lavorative faticose o pesanti). Infine, vi è una ulteriore condizione: spetta ai lavoratori che abbiano svolto lavori gravosi per almeno sette anni, durante gli ultimi dieci anni lavorativi.
 

Pensioni precoci: quali sono i requisiti che bisogna possedere?

Oltre all’appartenenza alle categorie sopra indicate, per poter accedere al pre-pensionamento Quota 41, è necessario anche rispettare alcuni specifici requisiti.

Prima di tutto, il lavoratore deve essere iscritto all’Assicurazione Generale Obbligatoria oppure ad altre forme. Inoltre, come si legge sul sito inps.it:

“[…] in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età”.

Tutti i lavoratori precoci che rispettano questo requisito, che rientrano nelle categorie descritte in precedenza e che entro il 31 dicembre del 2026 raggiungono i quarantuno anni di contributi versati - al di là dell’età anagrafica - possono presentare domanda di accesso alla pensione precoce.
 

Pensione precoce: come e quando presentare domanda per Quota 41!

La domanda di accesso al prepensionamento si trasmette secondo le modalità canoniche previste dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Come al solito, è necessario autenticarsi sul portale dell’Istituto e accedere al servizio dedicato. Come si accede sul sito dell’Inps? È necessario essere in possesso di un’identità digitale. Quali sono? Il Servizio Pubblico di Identità Digitale, la Carta di Identità Elettronica oppure la Carta Nazionale dei Servizi.

Vi sono anche altri due modi: è possibile presentare la domanda tramite enti di Patronato oppure utilizzare il servizio di Contact Center.

Ma quando si deve presentare la domanda all’Inps? La domanda del riconoscimento del diritto ad accedere a Quota 41 deve essere presentata entro il 1° marzo di ogni anno oppure, se tardive, devono essere inviate entro il 30 novembre.

Naturalmente, è sempre consigliabile presentare la domanda entro il 1° marzo o, quanto meno, il prima possibile. 

Se l’esito dei controlli è positivo e se le risorse sono disponibili, il lavoratore precoce può presentare la domanda.

Si ricorda, infine, che devono trascorrere tre mesi tra quando si matura il diritto e quando inizia la decorrenda della pensione.
 

Pensione precoce: incumulabilità con altri redditi!

I redditi incumulabili con il trattamento pensionistico precoce sono quelli derivati da lavoro dipendente o autonomo. 

Infatti, se il titolare della pensione percepisce reddito derivante da rapporto di lavoro dipendente o di lavoro autonomo durante lo stesso periodo, il trattamento pensionistico viene sospeso e le rate di pensione già percepite devono essere restituite.

 

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