Pensione contributiva e retributiva: ecco le differenze!

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 18/01/2022 14:24

Ormai l’argomento delle pensioni rappresenta un aspetto centrale e fondamentale per i cittadini italiani, in particolare per quei lavoratori che sono in attesa di conseguire e raggiungere tutte le condizioni per ottenere l’assegno previdenziale così da poter smettere di lavorare definitivamente.

A questo proposito, ancora pochi però sono effettivamente a conoscenza delle differenze che attualmente sussistono tra una pensione di tipo contributivo ed una di tipo retributivo. Per questo motivo, prima di procedere a presentare la richiesta di pensionamento, diventa essenziale essere a conoscenza delle peculiarità e delle caratteristiche di ciascuno di questi sistemi di calcolo.

In tal senso, all’interno dell’articolo, vedremo nel dettaglio tutte le principali differenze tra la pensione basata su un metodo retributivo rispetto ad una legata al sistema contributivo, così da comprendere quale tipologia di prestazione sia maggiormente adatta alle proprie esigenze.

Quali differenze ci sono tra la pensione contributiva e la pensione retributiva?

Per poter comprendere al meglio le effettive peculiarità e le differenze che sussistono ancora oggi tra la pensione di tipo contributivo e quella di tipo retributivo, è necessario sicuramente fare riferimento al quadro normativo e alle disposizioni che hanno portato all’introduzione effettiva di ciascuna di essi.

Tuttavia, a titolo esemplificativo, è possibile affermare che ciò che contraddistingue a tutti gli effetti la pensione contributiva rispetto a quella retributiva, riguarda il metodo di calcolo degli importi previdenziali che viene adoperato da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, nel momento in cui viene presentata la richiesta da parte di un contribuente.

Per questo motivo, da un lato è possibile distingue un sistema di tipo previdenziale che permette di raggiungere una pensione basata sugli effettivi contributi che il soggetto ha versato durante la sua vita lavorativa. Mentre dall’altro lato, è possibile riconoscere un metodo di accesso differente, basato sul calcolo in cui l’importo è determinato prendendo in riferimento le ultime retribuzioni che il lavoratore ha percepito nell’ultimo periodo.

Pensione contributiva: come funziona 

Come sottolineato all’interno dell’articolo di PensioniOggi.it, il sistema di calcolo contributivo rappresenta una modalità attraverso cui è possibile determinare l’ammontare e gli importi effettivi che saranno erogati con l’assegno previdenziale, indirizzato ai lavoratori che risultano essere iscritti alla previdenza obbligatoria in data successiva al 31 dicembre 1995.

A questo proposito, la pensione basata sul metodo contributivo è stata introdotta per la prima volta a seguito dell’entrata in vigore della Riforma Dini, ovvero della legge numero 335/1995, avvenuta a partire dal primo gennaio dell’anno 1996.

Dunque, per quanto riguarda la peculiarità della pensione contributiva questa si riferisce soprattutto al sistema di calcolo che viene adoperato. in questo senso per determinare l’ammontare della prestazione previdenziale, si farà riferimento esclusivamente a quei contributi che sono stati versati nel corso dell’intero arco della vita lavorativa del soggetto in questione.

Tuttavia, occorre anche precisare che i contributi accumulati dal cittadino richiedente la pensione saranno rivalutati annualmente, prendendo in considerazione l’evoluzione del prodotto interno lordo.

Pensione retributiva: le caratteristiche principali

La pensione retributiva, invece, rappresenta un metodo di calcolo attraverso cui viene determinata la prestazione pensionistica prendendo come riferimento esclusivamente le retribuzioni che sono state effettivamente percepite da parte del lavoratore prossimo alla pensione, durante l’arco della sua vita lavorativa.

In questo senso, l’importo finale che caratterizzerà l’assegno previdenziale che potrà essere ottenuto da parte dei cittadini che scelgono questo metodo di calcolo, sarà definito in base a diverse quote, ognuna delle quali riferita ad un periodo diverso di anzianità.

Proprio per questo motivo, è chiaro quindi che questa tipologia di pensione rappresenta effettivamente quella più costosa per le casse pubbliche dello stato, in quanto tale metodo non tiene conto dei contributi che sono stati versati nel corso della vita lavorativa, ma solo degli ultimi stipendi e degli anni lavorati dal cittadino in questione.

Chi sono i beneficiari della pensione contributiva o della retributiva?

Per quanto concerne la pensione di tipo contributivo, questa può essere applicata effettivamente a nei confronti di quei lavoratori sono stati effettivamente assicurati in una data che è successiva rispetto a quella del 31 dicembre 1995. In tal senso, sarà possibile andare a riconoscere la pro quota a partire dal primo gennaio 1996 verso coloro i quali hanno maturato fino a tale data, meno di diciotto anni di contributi. 

Mentre per chi ha raggiunto già i 18 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, sarà applicato il pro quota dal primo gennaio del 2012.

Sulla base di quanto stabilito dalla Riforma Fornero, a partire dal primo gennaio 2012 il sistema di calcolo di tipo retributivo è stato abolito per tutti i lavoratori. Tuttavia, può essere applicato esclusivamente pro quota nei confronti dei lavoratori che hanno maturato i requisiti di anzianità prima del 2012, dunque entro il 31 dicembre 2011. 

Allo stesso tempo, accedere al sistema di pensione retributiva anche quei soggetti che hanno dei contributi maturati fino alla data del 31 dicembre 1995 e che a tale termine non avevano effettivamente la possibilità di far valere almeno diciotto anni di anzianità. 

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