Credito d'imposta per le locazioni: 5 differenze tra uso abitativo e non!

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 24/05/2022 12:47

A seguito dell’esplosione dei contagi relativi al Coronavirus e dunque delle restrizioni che sono state intraprese al fine di contenere l’ondata, la squadra dell’esecutivo italiano ha deciso di introdurre una serie di misure economiche in favore non soltanto dei cittadini, ma anche delle imprese e degli stessi imprenditori.

A questo proposito, quindi, tra i vari aiuti ed interventi che il Governo, prima guidato dall’attuale leader di Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, successivamente dall’esperto economista, Mario Draghi, vi sono anche diverse categorie di crediti d’imposta. Tra questi, è stato più volte prorogato nel corso degli ultimi due anni, il credito d’imposta per le locazioni a uso non abitativo.

Dunque, all’interno del seguente articolo, andremo ad approfondire in maniera molto più dettagliata tutte le peculiarità principali e gli aspetti essenziali che contraddistinguono il credito d’imposta per le locazioni.

In tal senso, nei prossimi paragrafi, saranno anche fornite ulteriori specificazioni per quanto riguarda la differenza tra uso abitativo e non. 

 

Credito d’imposta per le locazioni: le caratteristiche 

Il credito d’imposta per le locazioni a uso non abitativo rappresenta di fatto un importante aiuto economico che è stato riconosciuto nei confonti di specifiche categorie di imprese e di imprenditori, che hanno potuto dimostrare la sussistenza di determinate condizioni.

A questo proposito, infatti, il decreto-legge Cura Italia prima e il decreto Rilancio poi, sono stati elaborati al fine di andare ad introdurre varie tipologie di aiuti sotto forma di credito d’imposta. Tra questi, il credito d’imposta per i negozi e le botteghe, predisposto con il primo decreto, e successivamente con i crediti d’imposta per i canoni di locazione esclusivamente per gli immobili ad uso non abitativo.

Tuttavia, tale concessione del credito d’imposta non è stata riconosciuta a tutti gli imprenditori, bensì esclusivamente nei confronti di coloro che hanno rispettato determinate condizioni, oltre che la procedura prevista per poter presentare la richiesta. 

 

Chi può accedere al credito d’imposta per le locazioni?

Dunque, come anticipato anche all’intero del precedente paragrafo, abbiamo visto che il credito d’imposta per le locazioni di immobili che non sono ad uso abitativo, rappresenta uno dei tanti aiuti e dei vari interventi che la squadra di Palazzo Chigi ha deciso di formulare al fine di supportare maggiormente i cittadini italiani ma anche le imprese e gli imprenditori, inevitabilmente danneggiati dalle conseguenze disastrose dell’emergenza economica e sanitaria del Coronavirus.

A questo proposito, tuttavia, come accade sempre, anche nel caso del credito d’imposta per le locazioni a uso non abitativo è richiesta la verifica di determinate condizioni e caratteristiche.

Dunque, in tal senso, secondo quanto definito dal decreto-legge numero 34 del 2020, appunto Decreto Rilancio, il credito d’imposta per le locazioni di immobili ad uso non abitativo, potrà essere effettivamente usufruito da determinate categorie di soggetti.

Tuttavia, non è finita qui: i requisiti di accesso per poter ottenere il credito d’imposta per le locazioni di immobili ad uso non abitativo sono diversi, e fanno riferimento anche all’ammontare dei ricavi oppure dei compensi, i quali non dovranno risultano essere superiori alla cifra di 5 milioni di euro.

A questo proposito, occorre tuttavia confrontare gli importi del periodo di imposta precedenti a quelli in cui è entrato in vigore il decreto, ovvero per il 2019. 

 

Credito d’imposta per le locazioni: differenze tra uso abitativo e non

È necessario sottolineare anche alcune differenze sostanziali tra la locazione a uso abitativo e non, in quanto rappresentano effettivamente un elemento fondamentale ai fini dell’accesso al credito d’imposta per le locazioni.

Nello specifico, quindi, la locazione a uso abitativo rappresenta una tipologia di contratto in cui il locatore acconsente all’utilizzo del proprio immobile ad un conduttore, in cambio di una determinata somma di denaro.

Invece, nel caso di un contratto che viene stipulato per quanto riguarda la locazione a uso non abitativo, questo fa riferimento ad un’altra tipologia di locazione. Infatti, in tal senso, si tratta della concessione di un immobile che non è destinato come abitazione di uno o più soggetti, bensì è volto allo svolgimento di alcune attività particolari.

Dunque, a questo proposito, si intendono incluse delle attività che rientrano nella categoria delle attività artigianali, commerciali, industriali ma anche di interesse turistico oppure volte all’esercizio della professione per quanto riguarda soggetti che svolgono un lavoro autonomo.

È chiaro quindi che, mentre una locazione abitativa fa riferimento ad un immobile che potrà diventare il luogo di residenza di un soggetto e della sua famiglia; quando si parla di locazione ad uso non abitativo, si intende un immobile che invece sarà destinato ad altre tipologie di attività industriali e di diversi settori.

 

Gli importi del credito d’imposta per le locazioni?

In particolare, il decreto-legge riconosce l’opportunità di accedere al credito d’imposta esclusivamente nei confronti di quei soggetti che svolgono un’attività di arte, di professione oppure di impresa. In questo caso, il credito d’imposta in questione spetterà per un importo che sarà pari al 60% rispetto all’ammontare mensile del canone di locazione dell’immobile stesso.

Inoltre, occorre anche sottolineare che, il comma 2 del Decreto Rilancio riconosce anche la possibilità di ricevere il credito d’imposta per le locazioni nei casi in cui si tratti di contratto di affido d’azienda oppure di servizi a prestazioni complesse, che comprendono almeno un immobile che risulta essere ad attività agricole, artigianali, industriali oppure commerciali.

In questo caso, la misura relativa al credito d’imposta per le locazioni spetta per un ammontare che corrisponderà al 30% rispetto agli importi dei canoni di locazione.

 

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