Panoramica operativa Candle Model su Forex, petrolio e Oro

Giacomo Moglie Giacomo Moglie - 28/03/2017 10:38


 
Rientra per i tre quarti il rally del Biglietto Verde targato Trump, complice la riforma sanitaria che manca dei numeri necessari per essere approvata dal Congresso Usa.
Considerazioni circa la reale praticabilità delle promesse fatte in campagna elettorale – in particolare i piani di stimolo fiscale e sviluppo delle infrastrutture – raffredda i listini azionari, penalizza il Biglietto verde e favorisce l’Oro.

Eur/Usd

QUADRO GIORNALIERO (rialzista, in ambito di target di movimento)
Con la seduta di ieri il cambio Eur/Usd completa un target rialzista che in diversi frame (incluso quello giornaliero) era posizionato in area 1,08 e ¾, massimo dell’8 dicembre 2016, in occasione del direttivo della Bce.
Il Trend/segnale giornaliero resta al momento rialzista, protetto a protetto a 1,0760, sotto cui l’indicazione direzionale di breve tornerebbe ribassista.
 
QUADRO SETTIMANALE (moderatamente rialzista, in ambito di target di movimento)

Anche la compagine settimanale del cambio registra il raggiungimento del target rialzista posto a 1,08 e ¾, aspirazione collegata al ripristino del Trend/segnale rialzista di calibro settimanale che è avvenuta a metà marzo, da rea 1,07.
Per la settimana in corso, nell’ambito dell’indicazione rialzista di calibro settimanale che vede il suo stop naturale a 1,0598, un epilogo di ottava sotto 1,0796 metterebbe subito sotto osservazione l’indicazione rialzista settimanale per una sua possibile revisione.
 
 
QUADRO MENSILE (debole, nonostante l’apprezzamento visto in gennaio e poi in marzo)
Il cambio è reduce da quattro mesi di oscillazioni contenute in range tra 1,0340/1,09.
La sequenza stessa delle candele mensili ultime (da dicembre 2016 in poi) annota una alternanza nel segno degli ultimi bilanci mensili inanellati dal cambio.
L’ultima revisione del Trend/segnale mensile sul cambio Eur/Usd è stata registrata a metà aprile 2016, a 1,12 e ¾, per mano di un Modello di StopTrend ribassista.
Attualmente la medesima indicazione è affiancata da uno stop (e revisione rialzista) a 1,1300.
Giovedì 15 dicembre il cambio è scivolato sotto 1,0457, che era già stato di minimo per un consistente periodo, sin dal marzo 2015, dando di fatto continuità all’indicazione mensile, pur in assenza di accelerazione ribassista sotto 1,05, manifestando come il rialzo dei tassi Usa di dicembre fosse già incorporato nelle quotazioni.
Stesso copione nel meeting FOMC di marzo, dove anzi il mercato è andato a vendere Dollari scrutando la confermata gradualità con cui si prospettano gli ulteriori rialzi nel 2017 e 2018.
Nella nostra osservazione la frenata della discesa del cambio e poi il recupero di gennaio 2017 restano ascritti – al momento – come correzione dentro una indicazione di calibro mensile che rimane relativamente ribassista, seppur mitigata ed un poco affievolita dalla confermata indole erratica di questo primo scorcio del 2017.
 
 
 
Gbp/Usd
 
QUADRO GIORNALIERO
Un flash a ricognizione del Trend/segnale giornaliero del cambio Gbp/Usd conferma la presenza di una indicazione direzionale rialzista in corso, protetta a 1,2460 da ieri.
 
 
QUADRO SETTIMANALE
In chiusura di lunedì 13 marzo è andata in formazione un tentativo di reazione settimanale del cambio, a 1,2217, con stop e ripristino ribassista a 1,1980.
La chiusura di ottava trascorsa è avvenuta al di sopra del fascio di 3 livelli dinamici di riferimento per il quadro settimanale, che transitano tra 1,23 e ¾ e 1,24 e ¼.
 
 
QUADRO MENSILE
Nel quadro più ampio del cambio, quello mensile, l’indicazione direzionale in servizio rimane quella ribassista scaturita dall’attraversamento in debolezza di 1,35 (minimo del gennaio 2009)  il 24 giugno 2016, sull’esito referendario.
I termini di ampia distanza del presidio dell’ipotesi ribassista mensile suggeriscono di attingere in parte ai parametri rilasciati dall’osservazione del quadro settimanale del cambio.
 
 
 
Usd/Yen

L’arretramento del Biglietto Verde in marzo è stato abbastanza netto nei confronti dello Yen giapponese, andando ad invalidare nella seduta del 21 marzo (a 111,59) la precedente  ipotesi rialzista di calibro settimanale.
Stop a 115,50.
Area 112,50/113,50 adesso è divenuta di rilevante resistenza ad un eventuale viatico rialzista del cambio, mentre in area 109,40 transita l’ultimo supporto dinamico utile nel quadro settimanale.
 
 
Nel quadro giornaliero troviamo al momento attiva una indicazione direzionale ribassista, protetta a 112,90.
 
 
 
 
 
Us Dollar Index
 
 
Nel quadro settimanale il Dollar Index è stato protagonista di diversi cambi di fronte nella segnaletica operativa di questa prima frazione del 2017.
L’aggiornamento più recente dell’orientamento operativo del Trend/segnale settimanale è stato ravvisato giovedì 16 marzo, con la violazione in debolezza di 100,40, ultimo presidio del precedente segnale rialzista.
Stante lo stop (e revisione al rialzo) a 102,30, una congrua capacità dell’indice di recuperare i prezzi della settimana trascorsa avrebbe l’immediata conseguenza (a fine settimana corrente) di mettere sotto osservazione l’indicazione ribassista di calibro settimanale in corso.
 
Il quadro mensile del Dollar Index non ravvisa cambiamento del Trend/segnale più ampio, quello mensile, ancora in proposta rialzista, sin tanto resti sopra 95,45, all’interno della quale in gennaio ha preso forma un arretramento, per metà recuperato durante febbraio, mentre marzo sembra cedere nuovamente alla vocazione della debolezza.
 
Un flash nella dinamica giornaliera del Dollar Index evidenzia la pervicacia del Trend/segnale ribassista, con stop a 99,90.
 
 
Petrolio
 
Sembra svanito l’effetto l’ accordo Opec di fine novembre sul taglio alla produzione di greggio, pur operativo dall’inizio del 2017.
Sullo sfondo, le scorte in accumulo e le trivellazioni in aumento negli Stati Uniti drenano gli effetti dell’accordo, che alcuni membri dell’Opec dichiarano già di appoggiare anche oltre i sei mesi già concordati. La Russia, che dell’organizzazione non fa parte ma ha aderito all’ultima intesa il 10 dicembre, ha chiesto tempo per esprimere la sua decisione. Tra l’altro la Russia è in ritardo nel suo programma di tagli.
Permane un disallineamento della lettura operativa nel più ampio quadro tra WTI e BRENT.
Passiamole ora in rassegna, dal quadro mensile a quello più di breve (giornaliero) passando per quello tattico/intermedio settimanale di WTI e BRENT.

WTI
 
QUADRO GIORNALIERO
L’ultima variazione del Trend/segnale giornaliero del crude WTI annota il ritorno di proposta rialzista in chiusura dei seduta (a NY) di mercoledì 22 marzo, a 48,13 Dollari, corredato di stop (e contestuale reverse al ribasso) a 47,02 Dollari al barile.
 
QUADRO SETTIMANALE
Lunedì 9 gennaio, da un Modello di OuTrend di debolezza, il WTI osservato nella compagine settimanale è entrato in una proposta di debolezza − a 51,75 Dollari – che ancora lo interessa.
Stop e contestuale ripristino della view operativa rialzista settimanale appena sopra 55,20 Dollari.
L’osservazione guarda ora ad una eventuale entrata in debolezza verso i 46 Dollari che dovrebbe attivare una qualche forma di reazione.
 
QUADRO MENSILE
La  dinamica timida espressa in febbraio dal WTI è evoluta in una configurazione di debolezza (uno StopTrend di debolezza) che in chiusura settimanale del 3 marzo, a 53,21 Dollari ha archiviato la precedente indicazione rialzista (scaturita dal passaggio sopra 51,91 il 5 dicembre 2016) aprendone una di debolezza relativa, corredata di stop (e ripristino rialzista) a 55,25 Dollari, cioè sopra il massimo relativo di gennaio 2016.
L’osservazione ora guarda alla capacità di contenere la pressione ribassista da parte dell’ultimo livello dinamico di periodo nel quadro mensile, in transito a 45,40 Dollari
 
 
BRENT 
 
 
QUADRO GIORNALIERO
In servizio una proposta rialzista a 50,68 Dollari, in chiusura di giovedì 23 marzo. Stop e revisione ribassista a 49,65 Dollari.

QUADRO SETTIMANALE
La dinamica e l’aggiornamento nel Trend/segnale settimanale del BRENT è del tutto simile e contemporanea a quella del cugino WTI.
Lunedì 9 gennaio, a 54,73 Dollari, l’esecutività di un OuTrend di debolezza settimanale ha aperto ad una ipotesi di debolezza del petrolio nordeuropeo, con ritorno in indicazione rialzista ora prevista solo sopra i 58,35 Dollari.
L’accelerazione ribassista di 3 settimane fa ha repentinamente traghettato il BRENT sotto i livelli dinamici di periodo, che ora a 52 Dollari esprimono il primo momento di resistenza.
 
QUADRO MENSILE
Il ripristino del Trend/segnale rialzista nel quadro mensile del BRENT è avvenuto giovedì primo dicembre 2016, a 53,72 Dollari, mandando in archivio la precedente indicazione di debolezza comparsa il mese precedente.
La battuta di arresto di gennaio e febbraio 2017 non è confluita in una revisione dell’indicazione rialzista di calibro mensile, che resta protetta sul distante 43,50 Dollari, e che monitora in questa fase la tenuta della griglia dei supporti dinamici di periodo, tra i quali quello cruciale a 48 Dollari.
 
ORO
Lo stallo nella riforma sanitaria premia nuovamente l’Oro, ma occorre scavalcare al rialzo i 1264 Dollari per ridefinire in positivo il quadro settimanale/tattico dell’Oro.

QUADRO GIORNALIERO
Permane in servizio l’indicazione rialzista di calibro giornaliero, seppur protetta dal distante livello dei 1217 Dollari per oncia.
In avvicinamento ai massimo relativo dei 1267 Dollari del 27 febbraio.
 
 
QUADRO SETTIMANALE
L’arretramento della prima frazione di marzo, intercettando al ribasso i 1216 Dollari, presidio aggiornato del precedente segnale rialzista, ha sospeso la precedente indicazione rialzista di calibro settimanale, che ora verrebbe riattivata sopra i 1264 Dollari, appena sopra i massimi relativi di fine febbraio.
Prima della stabilizzazione di marzo l’Oro era reduce da una galoppata rialzista che tra  gennaio e febbraio 2017 lo ha traghettato dai 1150 ai 1250/1260 Dollari.
Tra i 1230 ed i 1245 Dollari diversi livelli dinamici nel quadro settimanale, di primo contenimento in caso di ritorno di pressione ribassista.
 
 
QUADRO MENSILE
La ricognizione della segnaletica sull’Oro inizia rilevando il poco consueto segnale neutrale/FLAT nel quadro mensile, declassato tale dai 1177 Dollari, in epilogo della prima settimana di dicembre 2016.
Normalmente l’analisi Candle Model adotta una visione duale del Trend/segnale, ma nel caso specifico la compresenza di elementi direzionali tra loro antagonisti sfocia in un salomonico FLAT, che rimanda a futuri elementi il ritorno in proposta direzionale.
L’origine dell’incerta intenzione direzionale deriva dalla modalità complessa con cui l’Oro durante i mesi estivi del 2016 (ed anche in novembre 2016) ha approcciato l’ampia fascia grafica tra 1326 e 1392 Dollari, attivando una indicazione di debolezza (da venerdì 12 agosto, da 1335 Dollari) da ritenersi valida solo sino a fine novembre 2016.
La cronistoria precedente (durante il 2016) del Trend/segnale mensile argomenta – lo ricordiamo per una visione d’insieme – di un Trend/segnale stimato in ritorno rialzista venerdì 8 gennaio 2016 a 1104 Dollari, per mano di un Modello di StopTrend rialzista riconosciuto anche grazie ad elementi grafico risalenti al febbraio 2010 (in inserto di immagine qui sotto). A metà del 2016, esattamente dal 20 maggio (da 1252 Dollari) sino del 20 giugno (a 1308 Dollari) il testimone interpretativo è passato con scarso esito ad un Modello di debolezza, un OuTrend, prima di lasciare nuovamente il posto ad una proposta rialzista rimasta in carica sino al 12 agosto.
Tornando alla situazione contingente, scarna di sufficienti indizi direzionali, al solitario indizio di ripristino rialzista sopra 1392, in attesa di nuovi elementi utili di valutazione nei prossimi mesi, vale la pena gestire nel frattempo il quadro mensile con le evidenze pro-tempore fornite dal meno pigro quadro settimanale dell’Oro.
 

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