Perché gli investitori vendono obbligazioni
Emergenza rendimenti, i mercati sono in fibrillazione per i continui rialzi. Vediamo innanzitutto i motivi per cui gli investitori stanno vendendo obbligazioni a medio-lungo termine: esiste infatti una relazione inversa tra prezzo dei bond e il loro rendimento.
Quando il prezzo delle obbligazioni sale il rendimento scende e viceversa. Pertanto quando le vendite prevalgono sugli acquisti, come in questa fase, i rendimenti salgono.
Negli ultimi giorni negli USA sono usciti alcuni dati macro che rafforzano l'ipotesi secondo cui la principale economia al mondo resta in buona forma nonostante la massiccia campagna anti-inflazione messa in atto dalla Federal Reserve a partire da inizio 2022 con un incremento complessivo finora di ben il 5,25%.
Per consistenza e rapidità si tratta dell'iniziativa restrittiva più importante da fine anni '70-inizio anni '80.
Ricordiamo in particolare ieri gli indici PMI del settore manifatturiero (sia quello elaborato dall'ISM che dall'S&P Global hanno superato le attese degli economisti) e oggi il JOLTs, che ha segnalato una consistente crescita delle ricerche di dipendenti da parte dei datori di lavoro.
La Fed può essere più rigida sui tassi
Queste indicazioni portano direttamente a una conclusione: la Fed può permettersi di mantenere i tassi ufficiali su livelli elevati, o addirittura alzarli ancora un po' prima di avviare la fase espansiva (ovvero il ribasso dei tassi).
L'effetto delle manovre restrittive per abbattere l'inflazione ha infatti una pessima controindicazione: deprimere la crescita economica.
L'indice PCE (Personal Consumption Expenditures, la misura dell'inflazione utilizzata dalla Fed) negli ultimi due mesi ha invertito la tendenza passando da +3,2% a/a a giugno a +3,5% a/a ad agosto.
L'indice PCE core, che esclude i capitoli cibo ed energia, continua invece a scendere: il mese scorso si è attestato a +3,9%, ancora ben al di sopra del 2% circa fissato dalla stessa Fed come obiettivo di lungo periodo.
Rendimenti strutturalmente più alti? Pessime notizie per le azioni
Questa combinazione tra crescita economica sostenuta nonostante tassi di interesse elevati per combattere un'inflazione, che a sua volta non ne vuol sapere di rientrare nei ranghi, prefigura uno scenario in cui i rendimenti si stabilizzano a un livello strutturalmente più elevato rispetto a quelli cui eravamo abituati.
Per fare un esempio quello del T-Bund a 30 anni è arrivato nel marzo 2020 allo 0,7% al termine di una corsa al ribasso iniziata negli anni '80: oggi ha toccato il 4,92%, il massimo da ottobre 2007.
Rendimenti strutturalmente più elevati portano inevitabilmente a una revisione verso il basso delle valutazioni dei mercati azionari in quanto i rendimenti dei bond a medio-lungo termine si riverberano sulla struttura dei tassi cui i gruppi commerciali si finanziano sia presso le banche che ricorrendo direttamente al mercato emettendo obbligazioni.