Tra rivalutazioni, perequazioni e tagli a chi esce prima, le pensioni del 2024 saranno un'incognit per molti.
E non solo per chi vuole uscire, ma anche per chi gi dentro grazie alle quote anticipatorie INPS, quali Opzione Donna, Ape Sociale e altro ancora.
Per evitare confusione, seguiamo attentamente questa simulazione in merito a quanto potrebbe ammontare la tua pensione dal 2024, al netto delle disposizioni ancora da varare in sede di Manovra finanziaria.
E soprattutto cosa succederebbe se si volesse anticipare l'uscita rispetto a quanto disposto dalle attuali disposizioni previdenziali.
Se vuoi saperne di pi in merito all'argomento, ti suggerisco di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale Mondo Pensioni.
Come cambieranno le pensioni con la riforma nel 2024
Per capire come saranno le pensioni dal 2024 seguiremo questa simulazione, anche grazie all'utilizzo della piattaforma INPS ?Pensami ? PENSione A MIsura?.
Recentemente aggiornata, basta inserire alcuni dati anagrafici e quelli relativi alla contribuzione, e il simulatore fornisce le informazioni riguardanti le pensioni a cui possibile accedere.
Rispetto per a quanto stabilito per il 2023, dal prossimo anno si potr uscire anche con meno di 1,5 volte l'assegno sociale, e senza aspettare i 71 previsti oggi.
Di contro, servir aver maturato con i propri 20 anni di contributi un assegno pari a 2,8 a 3,3 volte l'assegno sociale per poter andare in pensione tre anni prima dell'et di vecchiaia.
Nel caso in cui si sia gi beneficiari di un trattamento previdenziale INPS, con la perequazione si otterr un aumento del 5,4% nel 2024.
Significa che per chi ha la pensione nel 2024 almeno 122 euro, ma solo se si ha un assegno mensile fino a 2.272,96 euro lordi.
Per pensioni pi alte, scatta la riduzione dell'imponibile di calcolo, che passa dal 100% all'85% per assegni fino a 2.841,20 euro, e cos via fino ad arrivare al 47% per gli assegno fino a 4.545,92 euro.
Si passa cos a vedersi aumentata la pensione anche di 230 euro meno rispetto a quanto previsto con l'imponibile al 100%.
Come cambia la pensione con Quota 104
Seguiamo adesso una simulazione basata sulla richiesta a Quota 104, una delle due alternative a Quota 103, il cui modello verr rimpiazzato dalla versione "solo contributiva" dal 1 gennaio 2024.
Andando in pensione nel 2024 con 63 anni di et e 41 di contributi, con quattro anni in meno di contributi versati, si avr una riduzione di circa il 4% sull'importo complessivo.
Per quanto riguarda la parte retributiva, che pesa circa un terzo del totale, essendo basata sul rapporto tra il coefficiente di trasformazione per l'et di uscita e quello dell'et di vecchiaia, la perdita per 4 anni di anticipo pensionistico ammonta al 12%.
Per intenderci, con una pensione da 2.500 lordi al mese, si perderebbero circa 100 euro.
E questo nonostante le "finestre di uscita" passino:
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da 3 a 6 mesi per il privato,
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da 6 a 9 mesi per il pubblico.
Pertanto, potranno uscire i nati nel 1961, purch abbiano cominciato a lavorare almeno nel 1983, e senza buchi contributivi.
Pensando ai trentenni di oggi, dovranno aspettare i 70 anni per accedere alla pensione, a patto di maturare un assegno almeno pari a 2,8 volte l'assegno sociale.
Se vogliono uscire prima, ad esempio a 66 anni e 11 mesi, con la nuova legge di Bilancio serviranno 3,3 volte l'assegno sociale.
Come cambia la pensione con Ape sociale e Opzione Donna
Supponiamo ora di voler uscire con Ape Sociale od Opzione Donna.
Nel primo caso, potendo uscire a 63 anni e 5 mesi, anche se con 35 anni di contributi, non si subir alcuna penalizzazione a livello di calcolo.
Sar per limitato l'assegno sia negli importi (non oltre i 1.500 euro lordi) sia nelle sue possibilit (non reversibile in caso di decesso, non utile a fini di finanziamento, non ricalcolabile in caso di inflazione ecc.).
Nel caso di Opzione Donna, l'uscita aumenta di un anno, fino a 61 anni, a cui va aggiunto un anno di finestra mobile (un anno e mezzo per le autonome).
Teoricamente, oggi potranno accedervi solo le donne nate fino al 1963 che hanno almeno 35 anni di contributi nel 2023, a patto di ricalcolare tutto l'importo con il metodo contributivo.
Metodo che potrebbe portare a una perdita massima anche del 35%, se buona parte dei contributi erano prima calcolabili in regime misto, quindi con una parte retributiva.