Bonus Irpef 2023, perché bisogna stare attenti al conguaglio di fine anno

16/12/2023 09:35

Bonus Irpef 2023, perché bisogna stare attenti al conguaglio di fine anno

Il bonus IRPEF 2023 a breve verrà rinnovato per l'anno che verrà, ma nel frattempo per molti sta per piombare addosso l'annosa questione del conguaglio di fine anno.

Ed è annosa perché non sempre è garantito per il lavoratore contribuente un imposta a credito, e quindi una specie di tredicesima bis.

Anzi, in certi casi può scattare il debito, e finire in trattenuta.

Per evitare che succeda bisogna prima di tutto fare attenzione ai casi in cui è previsto.

Anche perché sarebbe ingiusto doversi ritrovare a fine anno con una trattenuta mensile sul proprio stipendio. E questo solo per aver richiesto dei soldi in più, tra l'altro spettanti.

Se vuoi saperne di più in merito all'argomento, ti suggerisco di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento a Luigi Melacarne.

Bonus Irpef 2023, a cosa stare attenti al conguaglio di fine anno

Quando si parla di conguaglio ci si riferisce al consuntivo che si può fare a fine anno per avere il ricalcolo del Bonus IRPEF 2023 a proprio favore.

Supponiamo che il tuo datore di lavoro ti abbia versato sul tuo cedolino mensile un bonus che non corrisponde a quanto invece dovresti ricevere.

Il conguaglio può essere utile per ottenere, in sede di verifica, la certezza di aver percepito o meno la giusta somma del bonus.

Fin qui non ci sono problemi, anzi il conguaglio diventa un'opportunità per ottenere più soldi dal proprio datore di lavoro (soldi comunque non "suoi", visto che li sta anticipando in sostituzione all'Agenzia delle Entrate).

Eppure non mancano i casi in cui, a seguito di ricalcolo, il conguaglio è diventata l'occasione per imporre una trattenuta sullo stipendio.

Perché? Il conguaglio valuta l’esattezza del bonus IRPEF spettante al lavoratore, e viene calcolato sulla base del suo reddito annuo lordo.

Se a fine anno si scopre che il bonus corrisposto risulta inferiore a quello spettante, come lavoratore potrai richiedere il rimborso dell’importo non percepito in busta paga.

Altrimenti, se quanto corrisposto risulta superiore a quello spettante, il datore di lavoro tratterrà dalla busta paga quanto indebitamente corrisposto in eccedenza.

Quando si prende il bonus IRPEF a conguaglio

Le due forme di conguaglio del bonus IRPEF dipendono, come già anticipato, dal reddito del lavoratore.

In soldoni, se il reddito supera una certa fascia imponibile, il bonus non è più dovuto.

È il caso di chi supera nel corso dell'anno il limite di 15mila euro di reddito.

Come già specificato nella legge 2 aprile 2020, n. 21, il bonus IRPEF è previsto nella misura di credito soltanto per i lavoratori che hanno redditi fino a 15mila.
Per loro, spettano 1.200 euro all'anno, circa 100 euro al mese (esclusa tredicesima).

In questo caso, se viene corrisposto erroneamente un bonus mensile da 80 euro, i restanti 20 euro dovranno essere rimborsati al lavoratore, ovviamente moltiplicando per 12.

Se però supera i 15mila euro, la norma prevede che il bonus sia corrisposto comunque, ma solo se la differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda (cioè le tasse da pagare al lordo), lo permette.

Esempio: se le detrazioni ammontano a 2.000 euro e la mia imposta lorda è 1.100 euro, prenderò 900 euro di bonus.

Di contro, se le detrazioni ammontano a 1.000 euro e la mia imposta lorda è 1.500 euro, scatta il conguaglio a debito.

In pratica il rischio è del 50%.
Se però si superano i 28mila euro di reddito, in qualsiasi caso non è corrisposto il bonus, pertanto se hai delle imposte da pagare, non potrai ridurle col bonus.

Quando arriva il bonus IRPEF a conguaglio

Se per la quota mensile basta andare all’interno della busta paga, alla voce "Trattamento integrativo L.

21/2020
", nel caso del conguaglio è diverso.

Troverai il conguaglio del bonus IRPEF nella notula di fine dicembre, ma dell'anno di imposta successivo rispetto a quello di riferimento. E questo nel caso in cui tu abbia un sostituto d'imposta (datore di lavoro).

Se ne sei privo, il beneficio arriverà sotto forma di rimborso erogato direttamente dall'Agenzia delle Entrate.

Ovviamente, essendo un cedolino, è previsto per chi percepisce redditi da lavoro dipendente, o assimilati a quelli di lavoro dipendente (ad esempio, soci lavoratori di cooperative, collaboratori con contratto a progetto o co.co.co ecc., disoccupati NASpI e DIS-COLL...).

Ricordiamo che il bonus IRPEF 2023 deve essere riconosciuto in busta paga automaticamente dai sostituti d’imposta, ovvero i datori di lavoro.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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