Nubi sulle borse, l’oro ne approfitta

Carlo Alberto De Casa Carlo Alberto De Casa - 07/12/2018 12:28

Le borse scricchiolano. A frenare i listini azionari sono i timori per il possibile rallentamento dell’economia mondiale. A distanza di due mesi rispetto al FTSE Mib, anche il Dax ha raggiunto la fatidica soglia del -20% dai massimi, entrando di fatto in quello che viene definito come un “mercato orso”.

Sul fronte valutario non si registrano scossoni, almeno sul cambio euro/dollaro, con la quotazione stabile sopra quota 1,13. Cresce, invece, l’attesa sulla sterlina, con il voto dell’11 dicembre che incombe sulla divisa britannica. Il parlamento, in questa data (salvo cambi dell’ultim’ora), si troverà a dover votare in merito all’accordo faticosamente raggiunto da Theresa May con l’UE.

La stragrande maggioranza degli analisti si attende una bocciatura parlamentare del deal, con nuove tensioni sulla borsa inglese e sul pound. Pare, infatti, che manchino almeno 50 voti a Theresa May, cui resta davvero poco tempo per ribaltare le sorti dell’incontro, trascinando dalla sua parte dei conservatori ribelli o dei Laburisti. Le chance sono ulteriormente diminuite dopo la pubblicazione del parere legale che vorrebbe – se questo deal fosse approvato - l’Irlanda del Nord in qualche modo ancora dentro l’UE con il meccanismo del backstop e un Regno Unito vincolato nei negoziati con l’UE potenzialmente a tempo indefinito.

Il rapporto fra euro e sterlina è così risalito a 0,89, testimoniando la debolezza della divisa di Sua Maestà, mentre il cable (GBP/USD) naviga sotto quota 1,28, in attesa di nuovi sviluppi.

Cambio euro-sterlina piattaforma ActivTrader

 

In questo scenario incerto l’oro ha toccato i massimi dal luglio scorso, arrivando in area 1.245$. Ciò è avvenuto anche in seguito alla discesa delle borse dopo l’arresto del numero due di Huawei che potrebbero generare nuove tensioni fra Usa e Cina.

Va subito aggiunto che il recupero dell’oro, però, non nasce improvvisamente: da diverse settimane, infatti, si registra un crescente interesse degli investitori per il lingotto. Ad ottobre sono arrivati i primi segnali di ripresa, con il metallo giallo in rimonta proprio mentre le borse americane mostravano i primi segnali di scricchiolio, dopo quasi un decennio di rialzi. Inoltre il recente discorso di Jerome Powell ha mostrato una Fed in versione colomba, ossia maggiormente accomodante.

La probabile frenata della crescita economica mondiale potrebbe spingere la Federal Reserve a rallentare il percorso di rialzi dei tassi di interesse, riducendo dunque le aspettative per il 2019/2020. Questo rappresenterebbe un elemento positivo per il metallo giallo, inversamente correlato con l’andamento dei tassi Usa. Negli ultimi due mesi, poi, il settore degli ETF aurei è tornato in positivo, mentre sono cresciute le previsioni sull’oro con outlook positivo, segno di una crescente fiducia nel settore. Stabile l’argento in area 14,50 dollari l’oncia, mentre il petrolio non riesce ad arrestare la sua caduta, rimanendo scambiato poco sopra i 50 dollari al barile per quanto riguarda la quotazione WTI del greggio, benchmark per il mercato americano.

 

Grafico del Prezzo oro piattaforma ActivTrader

 

 

Analisi a cura di Carlo Alberto De Casa – capo analista Activtrades

 

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