Analisi della Volatilità Implicita e Storica sull’Eurostoxx50 e FtseMib, fase attuale e prospettive

Eugenio Sartorelli Eugenio Sartorelli - 25/03/2016 20:26

Vediamo quali informazioni possiamo trarre da un’analisi comparata sulla Volatilità Implicita e Storica dell’Indice Eurostoxx50 e FtseMib, per capire se abbiamo qualche utile indicazione sulle potenzialità dell’attuale fase di recupero.
 
Ricordo che gli indici di Volatilità Implicita sono strettamente legati ai prezzi delle Opzioni e quindi alle aspettative sui mercati, mentre la Volatilità Storica è esclusivamente legata ai valori attuali e passati dell’indice.
La Volatilità implicita è un forte Indice di paura e si comporta all’inverso dei mercati. Infatti, fa sempre massimi importanti su minimi di prezzi di mercato- meno di frequente succede l’opposto.
 
Iniziamo con il Vedere il 1° Grafico che riguarda la Volatilità Implicita per l’Indice Eurostoxx50 (il Vstoxx)- dati giornalieri dal giugno 2013 e sino alla chiusura del 24 marzo:
 

 
Come ben sappiamo, la Vstoxx ha fatto un picco massimo il 24 agosto 2015 (vedi freccia)- successivamente vi è stato un importante fase ribassista terminata con il recente minimo dell’11 febbraio. Come vedete la Volatilità ha fatto un picco massimo inferiore, anche se sopra dei valori storicamente considerati Alti.
Questa è una chiara Divergenza (considerando la relazione inversa fra i 2 grafici) che ha indicato come sui recenti ribassi, sull’Eurostoxx vi siano stati minori timori di potenziali ulteriori discese rispetto a quanto accaduto sul ribasso di agosto. Una buona conferma che i minimi dell’11 febbraio possano essere un ottimo Supporto per una ripresa più consistente.
Ciò è anche avvalorato dalla recente discesa di Vstoxx sotto i valori medi storici, posti intorno al 23,7%, con il 24 marzo in cui si è avuta una chiusura poco sopra.
 
Per avere una migliore conferma che i prezzi possono avere un ulteriore recupero, è importate che la Volatilità scenda stabilmente sotto tale livello e che si porti verso il 20%. Ciò indicherebbe che il movimento partito l’11 febbraio ha una natura impulsiva e non è solo un momentaneo rimbalzo di un trend ribassista partito dopo i massimi di metà aprile 2015.
In tal senso, un rapido (e per ora inatteso) rialzo di Vstoxx oltre il 30% riporterebbe forti timori di ulteriori discese sull’Indice Eurostoxx, ovvero che l’attuale ripresa non ha natura impulsiva.
 
 
Per avere una ulteriore visione del mercato ci affidiamo ad un Indicatore composto dal rapporto di Volatilità Implicita con una opportuna Volatilità storica:
 

 
Come si vede dal grafico, questo indicatore (linea verde) tende ad assecondare i trend principali del mercato (talvolta con un certo ritardo temporale).
Qui è importante evidenziare come da circa metà luglio 2015 (vedi freccia in basso) il rapporto di Volatilità abbia avuto fasi alterne, ma sostanzialmente intorno alla linea di equilibrio (linea orizzontale tratteggiata). Questo fatto ci segnalava come la discesa dell’Indice non aveva molta spinta propulsiva da parte della Volatilità, fatto che conferma l’analisi svolta sul 1° grafico.
E’ positivo per l’attuale ripresa dell’Eurostoxx, che questo indicatore si sia riportato rapidamente sopra la linea di equilibrio. Per avere una ripresa più consistente dei prezzi è importante che questo rapporto di Volatilità prosegua la sua crescita.
 
 
Vediamo ora la Volatilità Implicita e Storica sul mercato italiano (sempre dati giornalieri dal giugno 2013 e sino alla chiusura del 24 marzo:):
 

 
Qui vi mostro il FtseMib IVI a 30 gg (IVI sta per Implied Volatility Index) che purtroppo non è un dato di cui si trova gratuitamente la serie storica ed è anche di più recente costituzione rispetto al Vdax e Vstoxx.
 
La situazione è un po’ differente rispetto a quanto visto sull’Eurostoxx. Infatti non è presente la divergenza di Volatilità che invece qui ha avuto un picco superiore l’11 febbraio (rispetto a quello del 24 agosto 2015). Una conferma di evidenti timori superiori su questo mercato, con un picco di Volatilità che non si vedeva dal novembre 2011. Successivamente la Volatilità è scesa rapidamente verso i suoi valori medi (intorno al 27,8%), il che ha confermato come la ripresa attuale dei prezzi sembra avere buone basi. Per la prosecuzione del recupero del FtseMib è importante che la Volatilità prosegua la sua discesa almeno verso il 23/22%.
Per quanto riguarda il Rapporto di Volatilità (che non mostro), la situazione è meno positiva di quella vista sull’Eurostoxx, ma in deciso e rapido miglioramento.
 
 
eugenio sartorelli
www.investimentivincenti.it
 
 
 

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