La volatilità, le tecniche e l’esperienza. Parte 2/2 - un nuovo inizio

Stefano Fanton Stefano Fanton - 06/10/2015 12:25

La volatilità è il sale del trading. E di sale ne abbiamo discusso una giornata intera con lo staff di Traderpedia a Bologna. E’ stato un evento molto bello per noi organizzatori e, lo spero, anche per le persone presenti in aula che hanno affrontato argomenti non proprio leggeri.
 
Eppure la volatilità, spesso erroneamente confusa con il rischio, è veramente l’elemento che più di tutti rende ottime strategie incapaci di produrre profitti. O, al contrario, rende pessime strategie profittevoli.
Lo fa combinandosi con la direzionalità, formando così:
 
Queste quattro alchimie favoriscono alcuni stili di trading rispetto ad altri, perdonano errori di ingresso o finiscono con il devastare i portafogli in un continuo movimento erratico. E’ il caso della combinazione più letale per il trader, alta volatilità e bassa direzionalità. In altri termini quando i prezzi si muovono nervosamente, velocemente e improvvisamente attorno a livelli di prezzo ricorrenti, e lo fanno per mesi e mesi. Proprio la fase attuale del mercato.
 
Questa letale combinazione crea situazioni paradossali, un trader con un portafoglio multiday, ad esempio, dorme sonni tranquilli se ha stop abbastanza larghi, vive veri e propri incubi se ha stop ridotti. Saltano le posizioni e poi il mercato riprende e supera il valore di stop. Riparte l’acquisto e risalta lo stop… e via così per mesi o fino a quando i soldi non finiscono. Per i trader intraday è invece una manna, la volatilità permette posizioni intraday interessanti e nessun rischio gap. In questa fase molti trader sviluppano un delirio di onnipotenza perché riescono ad entrare in sintonia con il mercato, in particolare con lo swing trading.
 
E per chi fa certificati? Com’è la situazione?
Chi fa certificati pianifica strategie, anche complesse, e deve tener conto della combinazione di volatilità e direzionalità che sta vivendo e che, verosimilmente, sarà attesa per i mesi a seguire. E’ impossibile non tenere conto di questo, perché un -20% in certi fasi di mercato è impensabili, in altre fasi è questione di 2 sessioni. E la barriera salta. Ecco perché la scelta di un certificato dev’essere ben ponderata e pesata, e nonostante questo le difficoltà, in caso di movimenti anomali imprevisti (e lo sono sempre) si fa sentire.
 
Voglio presentarvi una mail che mi è arrivata qualche giorno fa per continuare la discussione:

[…] Alla ricerca come tutti di nuove opportunità finanziarie circa 2 anni fa mi avvicino al mondo dei certificati, in particolare bonus cap e cash collect. Frequento molti tuoi seminari, insomma mi informo ritengo ai massimi livelli e poi parto. Ovviamente seguo con avidità la tua rubrica settimanale sul tema in Traderlink. Cerco di applicare l'analisi tecnica sul sottostante e pur non potendomi paragonare a personaggi del tuo calibro o dello spessore di Toni Cioli, ritengo di non essere proprio l'ultimo degli sprovveduti.
 
Risultato dopo circa un anno e mezzo di operatività: a malapena mantengo in valore quella parte del porfafoglio ad essi dedicati (10%) dei miei asset totali. Praticamente performance finanziaria pari a zero. Cerco di analizzare il perché e noto che mentre nella colonna dei gain il risultato medio va dal 10 al 15% di performance, nella colonna dei loss la performance media negativa oscilla tra un - 30 a -40%. Praticamente una operazione in loss me ne distrugge 3 in gain.
 
Questo perché il meccanismo barriera è un po' subdolo nel senso che si ti fornisce una protezione al ribasso ma una volta toccata ti ritrovi a gestire uno strumento finanziario che dallo strike è già in loss almeno del 30% (sempre che uno non acquisti addirittura sopra 100) Basta un cigno nero tipo Agosto 2015 e ti ritrovi con più barriere saltate e gain di un anno azzerati (se va bene).
 
Cosa ne pensi di queste che io chiamo asimmetrie di performance? Non rendono intrinsecamente lo strumento poco efficace ed efficiente in caso di situazioni avverse? […]
 
Questa mail solleva un problema che esiste, e che è strettamente collegato alla combinazione di volatilità e direzionalità attesa. In finanza non esistono pasti gratis, quello scrive il trader ha molto di vero. E tuttavia l’errore è da ricercare non sullo strumento ma nel suo utilizzo.
 
Mi spiego meglio, sono mesi che sono sottoesposto sui bonus cap, a beneficio di worst of, express, o cash collect. Preferendo i top bonus ai bonus cap. Non è un mercato adatto ai bonus cap, se non si adatta la selezione al trend di fondo atteso (e qui entra in campo l’abilità nel presupporre uno scenario rispetto a un altro) si è destinati a soccombere. E’ un momento difficile per la selezione dei certificati, adatta a worst of, scadenze brevi (3 mesi) di top bonus e poco altro.
 
Costruire portafogli in certificati, che tengano in giusto equilibrio i rischi attesi, è difficile in questa fase non direzionale e molto volatile. Consoliamoci però, è la peggiore combinazione di volatilità e direzionalità, passerà.
 
Nell’attesa si deve tracciare il proprio personale scenario operativo entro il quale impostare la propria tattica di trading. Se siete rialzisti per i prossimi mesi utilizzerete ogni storno per acquistare, se siete ribassisti utilizzerete ogni rimbalzo per vendere o per acquistare prodotti che si apprezzano con il calo delle quotazioni. Come ad esempio i reverse bonus cap. Il mio personalissimo ambito operativo è da mesi orientato alla prima ipotesi. E ciò nonostante il mio portafoglio in certificati è pieno per poco più della metà. E con pochissimi bonus cap.
 
Questa è la sensibilità da coltivare e sviluppare, un certificato non va scelto a caso, sull’euforia del momento. E ancor più non va pesato a casaccio, i più rischiosi vanno sottopesati.
 
D’altronde non è solo la combinazione attesa di volatilità e direzionalità a condizionare le scelte operative di un trading in certificati. Esistono molteplici approcci possibili, ad esempio:
 
  1. Acquistare bonus cap con pochi punti di distanza dalla barriera;
Questo approccio mira a sfruttare l’eventuale rimbalzo del sottostante e, giocoforza, deve avere un tempo residuo ridotto e una situazione tecnica adatta ad ipotizzare un rimbalzo. Molto rischio per molto rendimento perché si compera sotto quota 100 e in caso di salto della barriera il danno non è elevatissimo.
 
  1. Acquistare bonus cap con molti punti di distanza dalla barriera;
In questo caso il tempo dev’essere elevato altrimenti il rendimento sarà quasi nullo, i rischi sono ridotti con la maggior parte delle combinazioni di volatilità e direzionalità e occorre concentrarsi solo sul trend di fondo. Vero è che, in caso di disattivazione del bonus il danno, in particolare quando il tempo residuo è grande, sarà elevato.
 
  1. Acquistare bonus cap con una vita residua inferiore ai 3 mesi;
Qui il rendimento atteso è nell’ordine di 3-4 punti se la barriera non è distantissima, 15 punti di distanza possono produrre tranquillamente un 3-4% che il tempo inesorabilmente erode. Lo spread tra denaro e lettera rende antieconomica la vendita anticipata che costerebbe quasi 1 punto percentuale.
 
E qui parliamo solo di bonus cap. I top bonus, ad esempio, sono da preferire in caso di crollo del sottostante, in particolare se vanno sotto la barriera (che lo ricordo si disattiva solo a scadenza) mentre in caso di crollo sono invece i bonus cap a essere a rischio e da accantonare. A patto di voler sviluppare un portafoglio mediamente aggressivo, altrimenti i bonus cap sono dinamite in caso di crollo e vicini alla barriera, come visto pocanzi.
 
E che dire dei defunti Equity Protection. Sono diversi mesi che non si vedono nuove emissioni. Già, perché anche gli emittenti, impossibile ignorarlo, sono governati dalla volatilità e dalla direzionalità nell’emettere i prodotti. E per la protezione totale, garantita appunto dagli equity protection, non sembra esserci proprio spazio.
 
Sarebbe quindi bello stabilire delle regole di uscita da un certificato, ma non è possibile farlo. Quando la barriera si avvicina il danno è quasi fatto, spesso poi si assiste alla ripresa dei corsi, e quando questo non avviene il danno aumenta ma non di moltissimo.
 
E’ quindi preferibile costruire un portafoglio con pesi diversi e sottostanti variegati e portarlo a scadenza. Oppure vendere quasi a target, perché la “cappatura” dei certificati pone nella condizione di preferire la chiusura, pur pagando lo scotto dello spread, al mantenimento dei soli rischi. C’è da studiare. Da conoscere ogni strumento finanziario, ogni certificato, da stabilire la propria sopportazione alla perdita e da differenziare sottostanti e strumenti.
 
Non ci si arricchirà mai con strumenti come i certificati non a leva, sono perfetti per differenziare un portafoglio più grande, per imparare a stare a mercato con una strategia. E non è poco.
 
Per chi lo desidera è disponibile gratuitamente il mio libro sugli strumenti finanziari, scaricabile a questo link: http://www.traderlink.it/professione_trader.php

L’argomento volatilità è invece approfondito qui: http://www.traderpedia.it/wiki/index.php/Volatilit%C3%A0
 
Diviene evidente che la selezione di un certificato passa per diversi setacci, l’ipotesi di fondo sulla direzione attesa del mercato, la volatilità e direzionalità presente, la propensione al rischio (quanto si può perdere prima che il mal di stomaco compaia) e il tempo a disposizione per l’investimento, elemento trasversale ma non meno importante.
 
Per questi motivi ho deciso di cambiare leggermente questa rubrica e di presentare diverse occasioni di trading sui certificati, specificandone finalità, tempi e mercati funzionali alla strategia. Il mio piccolo portafoglio in certificati verrà quindi analizzato ogni tanto, senza una presenza fissa ogni numero che, oltre ad essere ripetitiva, rende statica la selezione di strumenti.
 
Presenterò quindi strumenti per il brevissimo, per il medio, per il lungo, a capitale condizionatamente protetto (prevalentemente) e con caratteristiche particolari come i worst of. Ne spiegherò la logica di funzionamento perché, e non lo ripeto mai abbastanza, ogni strumento finanziario va compreso perfettamente.
 
OCCASIONI IN CERTIFICATI – SAIPEM
Concentro la mia, e la vostra, attenzione su Saipem, titolo che ha un supporto molto forte, da manuale, a quota 7 e che viene da fortissimi ribassi inattesi. Peraltro quando mai sono attesi? Beh, quota 7 ha scatenato il rimbalzo del titolo che si è riportato velocemente a quota 8 in quella che sembra una embrionale inversione rialzista di tendenza. Sottolineo embrionale perché per ora Saipem ha smesso di scendere più che iniziato a salire.
 
Qui trovate il grafico: LINK GRAFICO
 
Ci sono diversi prodotti disponibili su Saipem che ora si trova in una fase di alta volatilità e con una direzionalità attesa. Come sfruttare quindi il movimento rialzista atteso?
 
Qui trovate la lista dei certificati su Saipem: LINK PRODOTTI
 
E’ immediata la sequenza di quadrati rossi sulla colonna delle barriere, indice che molti prodotti sono saltati, ben 6 su 8. A dire il vero uno di questo lo posseggo nel mio portafoglio, DE000HV4AF05 che ora è un perfetto replicante di Saipem, senza bonus. E’ come se possedessi il titolo, con la consapevolezza che a fine dicembre la corsa finisce. Lo mantengo in portafoglio perché il titolo, come sottolineavo prima, sembra aver interrotto la sua discesa e potrebbe innescare un bel movimento rialzista qualora le resistenze poste poco sopra 8,5 venissero superate.
 
Ma ci sono altri prodotti interessanti per ottiche di trading diverse, vediamoli.
 
Barriera distante e molto tempo residuo.
Una combinazione interessante quando è atteso un mercato laterale, rialzista o debolmente ribassista.
Il prodotto ideale è DE000HV4AYU5, ha tutte le caratteristiche per restare in questa categoria, vediamolo nel dettaglio a questo LINK.
 
Una barriera a 5,18 con il titolo che quota circa 8 euro, si tratta del 33,72% di distanza.
Un premio del 33,72% che significa un 14,16% annuo dato che la scadenza è al 14 luglio 2017. Un prezzo sotto 100, precisamente a 98,9 nel momento in cui scrivo queste parole. Ottimo tutto. Ideale per chi predilige tempi lunghi.
 
Aspettativa ribassista
Chi si attende un movimento ribassista del titolo, può optare per DE000HV4AVQ9
Bonus a 119, scadenza il 16 dicembre 2016 e barriera a 10,80, il prezzo è però sopra i 100, precisamente a 104,75 e quindi sarebbe perfetto qualora il titolo strappasse a ridosso dei 10 euro e poi accennasse un ritracciamento, lo si comprerebbe verosimilmente a 85 con rischio ridotto. Ovviamente la quotazione, a barriera intatta, verrà influenzata dal tempo residuo dello strumento che, pur inadatto alla situazione corrente, va tenuto in considerazione in caso di rally del titolo con stop a 10. Cifra rotonda e possibile target di medio del titolo al superamento delle resistenze.
Trovate i dettagli di questo prodotto a questo LINK.
 
NO PAIN, NO GAIN
Battute a parte questo prodotto è dinamite pura in caso di allungo rialzista del titolo. Ma vi dico già le magagne, è sotto il livello di barriera che è, infatti, posta a 8,5425. Poco distante dalle quotazioni attuali ma con una scadenza il 16 dicembre 2016, ovviamente si tratta di un TOP BONUS. La quotazione dello strumento? 81,30. Il bonus? 118. La performance attesa? MOSTRUOSA, un 45,5%, pari a un 36,78% su base annua. Questo il LINK dello strumento.
 
No pain, no gain è la mia prima scelta, entra nel mio portafoglio con base 5.
 
L’ANGOLO ZEN
Nella filosofia zen il kōan è una frase paradossale o una storia usata per aiutare la meditazione e risvegliare una natura più profonda, sono problemi oscuri ed assurdi, inventati e costruiti con cura, appositamente per indurre il discepolo Zen a rendersi conto dei limiti della logica.
 
Uno dei Koan più conosciuti è questo: “Puoi produrre, il suono di due mani, che battono una contro l’altra. Ma qual è, il suono di una mano sola?” (Hakuin)
 
Le riflessioni Zen, pur effimere e capaci di lavorare nello spirito delle persone nei modi più disparati, meritavano un contenitore ad esse dedicate, un luogo che le preservasse, che le contenesse per una consultazione casuale o “alla bisogna”.

Ecco perché è nata la pagina FB dedicata allo Zen e alla Via del Trader Samurai che conterrà solo spunti Zen.
https://www.facebook.com/Lo-Zen-e-la-Via-del-Trader-Samurai-1507943786185653/timeline/
Questo sarà l’angolo Zen per definizione. Se vi interessa l'argomento iscrivetevi alla pagina.
VARIE
1) Il gruppo FB che amministro, Traderpedia - Gruppo di discussione sul trading è stato creato per discutere di analisi tecnica e di questa rubrica. Iscrivetevi se volete aggiornamenti della rubrica in real time o se semplicemente volete discutere di analisi tecnica, siamo già 3.960
https://www.facebook.com/groups/traderpedia/
 
Potete contattarmi alla mail: stefano.fanton@traderpedia.it o scrivendomi sul mio profilo facebook.

2) Mi ha scritto qualche trader dicendomi che il mio libro Lo Zen e la Via del Trader Samurai in edizione cartacea è introvabile. La versione e-book è disponibile su Amazon.

Visualizzabile anche su pc. http://www.amazon.it/s?_encoding=UTF8&field-author=Stefano%20Fanton&search-alias=digital-text
 
A breve sarà nuovamente disponibile la versione cartacea. Per informazioni scrivetemi.

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